La televisione venne definita in un libro di John Condry apparso ormai più di 30 anni fa, come ladra di tempo e serva infedele. Il mezzo televisivo era allora sotto la luce dei riflettori della critica per via dei suoi contenuti e valori trasmessi lontani dalla realtà. La manualistica, florida e numerosa di quei tempi, si basava soprattutto su ricerche quantitative che testimoniavano numeri sempre crescenti di spettatori che trascorrevano la maggior parte del loro tempo libero, e non solo, davanti allo schermo. Oggi in un’epoca in cui lo smartphone ha acquisito quella centralità nelle nostre vite un tempo ad appannaggio esclusivo della tv, i numeri dicono e mostrano dati al limite dell’abuso del nostro tempo da parte dei device digitali: solo nel 2024 l’umanità ha trascorso sui social ben 500 milioni di anni. Il traguardo sarà raggiunto allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre prossimo e ci dà un’idea precisa del tempo speso ogni giorno da ogni singolo individuo moltiplicato per il numero degli abitanti della terra dotati di una connessione e di un device, sulle piattaforme di condivisione.
È il portale Visual Capitalist, specializzato in analisi statistiche, a fornire in un rapporto i numeri del nostro amore incondizionato verso i social media. Nel nostro Paese le persone tra 16 e 64 anni trascorrono in media, a livello globale, circa 2 ore e 17 minuti al giorno “scrollando” lo schermo dello smartphone, conquistando la quarta posizione in Europa dietro a Bulgaria, Portogallo e Romania e al 20esimo posto nel resto del mondo. Se l’utente medio di internet, secondo We Are Social, trascorre circa 6 ore e 40 minuti al giorno online (un incremento di 4 minuti rispetto al 2023), una parte molto importante di questo tempo è dedicata ai social media. La media mondiale di tempo trascorso sui social è di 2 ore e 23 minuti, numeri che però, a differenza del tempo trascorso in rete, è diminuito sensibilmente di (ben) 8 minuti (!).
Differenze culturali, percentuale di penetrazione di internet, infrastrutture e, buon ultime, legislazioni meno permissive da parte dei governi nazionali, possono intaccare, anche se solo marginalmente, l’utilizzo dei social media a livello globale. Le piattaforme, soprattutto quelle di nuova generazione e che hanno tra il loro pubblico un target più giovanile, continuano senza particolari impedimenti a essere una presenza costante nelle vite di milioni di persone: solo TikTok ha una media per utente di 34 ore al mese, cioè un’ora al giorno; YouTube, consociata Google, detiene il tempo dei suoi utenti per 28 ore al mese. Ricerca di contenuti divertenti e la necessità di riempire il tempo libero (tradotto: evitare altri impegni più coinvolgenti e sfuggire alla vituperata noia), sono e rimangono le motivazioni più importanti e principali per ogni utente nel momento in cui apre un social. Una volta era il libro, ieri la televisione, oggi sono i social a giocare un ruolo centrale nelle nostre vite. O tempora, o mores!