Iniziare l’università di lunedì e sentire pronunciare dal docente, alla fine della prima settimana, le parole “tra un mese c’è l’esame” non ha prezzo. Soprattutto se il destinatario di questo messaggio è una matricola del corso di laurea in Ingegneria Informatica del Politecnico di Bari.
È questo il racconto di Alessandra Rafanelli, sulle prime incredula che si potesse riuscire a preparare un esame in così breve tempo, ma oggi pienamente soddisfatta di quanto svolto sino a questo momento.
«Non c’è stato tempo, per me, di entrare nel mondo universitario: subito era in programma, sulla mia agenda, l’esonero di analisi, che verte su tutto il programma di matematica dei cinque anni del Liceo Scientifico. Forse proprio questo ha contribuito, in me, a vivere il passaggio dalla scuola superiore all’università nella maniera più naturale possibile». La familiarità dei temi trattati e dei volti è stato un fattore determinante per Alessandra, che conosceva già buona parte dei suoi compagni di corso, i quali, tuttavia, saranno definiti soltanto nel prossimo semestre, con la suddivisione specifica dei corsi per i vari settori dell’Ingegneria.
Un altro fattore che ha accompagnato la giovane studentessa a vivere al meglio questa transizione da una fase all’altra della vita è stata la capacità di organizzazione assimilata nel corso del quinquennio, unita al bagaglio culturale acquisito. Elementi che si stanno rivelando, per lei, un punto di forza.
«Ho trovato semplici le prove di esercitazione fatte in classe in vista della fatidica data dell’esonero e questo aspetto mi spaventava ancora di più, mi chiedevo se non stessi sottovalutando la situazione. Ma, con il tempo, ho capito che si è pronti a raccogliere tutto ciò che si è seminato».
L’orario delle lezioni, ben strutturato, ha permesso alle matricole di mantenere un buon ritmo, di allenarsi al meglio per la prima parte dell’esame, soffermandosi molto sulle formule e sulle regole senza trascurare gli aspetti pratici.
«Il tempo dal mio primo giorno di università all’esame è volato! Anche l’esame stesso, ad essere sincera: era prevista un’ora e mezza per portare a termine il compito e così è stato. Ci è voluto più tempo a disporci secondo le indicazioni dei docenti di quanto ce ne abbia messo io a realizzare di aver finito il mio primo esame».
Un’emozione che non si scorda mai, neanche quando si è intenti a programmare i prossimi esami da fare e a studiare in vista degli stessi.
Alessandra, grazie all’impegno che la contraddistingue da tempi immemori, risalenti a molto prima dell’inizio del liceo, si è inserita appieno nel mondo universitario: non sembra una matricola spaesata, come molti alle prime armi, ma una studentessa sicura di sé come chi frequenta il suo ambiente da ben più tempo.
Un tempo che non si misura in quanto, ma in come, analogamente al raccolto: i frutti non sono buoni perché sono tanti, ma perché sono maturi.