Com’è noto, purtroppo, le donne sono state bandite da tutta una serie di attività perché “sono cose da uomini”, tra cui la pittura.
Fino a tutto il 1897 l’ingresso all’Accademia di Belle Arti per le donne era vietato, a meno che non fossero modelle chiamate a posare per gli studenti uomini.
Nei decenni successivi alle donne era sì permesso frequentare l’Accademia, ma non le lezioni di nudo.
Situazione bizzarra per cui una donna può posare nuda, ma le altre donne non possono vederla mentre gli uomini sì.
Alla fine il risultato è che la Storia dell’Arte si è persa quasi due millenni di arte al femminile e possiamo solo immaginare quali strepitosi risultati si sarebbero aggiunti a quelli del mondo maschile.
Berthe Morisot ha la fortuna di nascere nel 1841 in una famiglia ricca di soldi e di cervello.
Le piccole sorelle Morisot decidono di confezionare un regalo speciale per il compleanno del padre: dei disegni fatti da loro.
Per Berthe è la svolta… colori e pennelli non l’abbandoneranno più.
Dopotutto il celebre Honorè Fragonard era suo bis-nonno da parte di madre e si vede che qualcosa si è trasmesso.
Come detto, non può frequentare l’accademia, ma visto che è molto agiata i genitori le forniscono la possibilità di imparare privatamente.
Mentre studia, copiando i grandi maestri al Louvre, chi ti passa di lì?
Eduard Manet.
È amore a prima vista dal punto di vista intellettuale, mentre per quello sentimentale Berthe sposerà il fratello Eugéne Manet.
Si scatenò il gossip che ancora oggi vuole il suo spazio, anche se non c’è un filo di prova se non che Manet (quello pittore) ritrasse Berthe per quasi una dozzina di volte.
Berthe entra nel gruppo degli impressionisti e ottiene la stima di tutti i “big” del gruppo come Renoir, Monet, Degas e tutti gli altri.
La sua pittura è luminosa e vivace. E, grazie alla sua sensibilità femminile, introduce dei temi che ai “maschietti” nemmeno vengono in mente.
“La culla”, per esempio, è un racconto emozionante del sentimento che lega madre e figlio. Il bimbo nel suo lettino ripete il gesto identico della mamma, che con l’altro braccio lo protegge con il velo.
La scena non è melensa e scontata grazie allo sguardo della donna: è rivolto verso il proprio bambino e pensa alla vita che ha creato, al mistero che lega questo fenomeno, pensieri che noi uomini possiamo immaginare, ma mai provare fino in fondo.
In questo caso sono “cosa da donne”.