La chiusura dell’esportazione di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina era prevista, e per questo motivo, da oltre un anno, la Commissione europea si stava coordinando con gli Stati membri dell’UE per garantire forniture di gas alternative. L’obiettivo principale è garantire gas ai paesi dell’Europa centrale e orientale, e secondo la Commissione europea, l’infrastruttura del gas dell’UE è sufficientemente flessibile da consentire forniture di gas non russo attraverso rotte diverse.
Interruzione delle Forniture di Gazprom
A partire dal 1° gennaio 2025, Gazprom ha interrotto la fornitura di gas naturale attraverso la rete di gasdotti in territorio ucraino alla scadenza degli accordi di transito quinquennali firmati nel 2020. “A causa del ripetuto ed esplicito rifiuto della parte ucraina di estendere questi accordi, Gazprom è stata privata della possibilità tecnica e legale di fornire gas per il transito attraverso il territorio dell’Ucraina a partire dal 1° gennaio 2025”, ha annunciato il colosso russo in un comunicato.
Misure Adottate dall’Italia
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha dichiarato che il governo italiano ha lavorato per mettere in sicurezza il Paese, garantendo il completo riempimento degli stoccaggi di gas al primo novembre. “Sebbene attualmente le scorte siano ancora ad un livello adeguato, si stanno valutando ulteriori misure per massimizzare la giacenza in stoccaggio al fine di affrontare con tranquillità la stagione invernale in corso”. Pichetto ha aggiunto che è previsto l’arrivo a Ravenna di una nuova nave rigassificatrice che aumenterà ulteriormente la capacità di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) nella rete italiana.
L’attenzione resta alta per tutelare cittadini e consumatori da possibili futuri rincari dei prezzi. Pichetto ha fatto appello all’Europa affinché adotti soluzioni concrete, come l’introduzione del price cap, per proteggere tutti i Paesi in egual misura e ridurre i prezzi dell’energia.
Cause dello Stop e Implicazioni
La chiusura della rotta di transito del gas verso l’Europa pone fine a un decennio di relazioni critiche, innescate dall’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022, l’Unione Europea ha raddoppiato i suoi sforzi per ridurre la sua dipendenza dalla Russia, cercando fonti di approvvigionamento alternative e contratti con paesi come il Qatar e gli Stati Uniti.
Anche Gazprom ha sofferto a causa del taglio degli acquisti di gas da parte dei paesi europei. Nell’ultimo anno, la società statale russa ha registrato perdite per oltre 7 miliardi di dollari (6,727 miliardi di euro), nonostante gli sforzi del colosso russo di cercare di compensare questo calo delle esportazioni verso l’Occidente con la Cina. “L’infrastruttura europea del gas è sufficientemente flessibile da fornire gas non russo all’Europa centrale e orientale tramite rotte alternative”, ha affermato la portavoce della Commissione europea Anna-Kaisa Itkonen. L’infrastruttura è stata rafforzata con nuove significative capacità di importazione di gas naturale liquefatto dal 2022.
Nonostante l’interruzione dei flussi, non si prevede che la disconnessione con la Russia avrà ripercussioni sostanziali sul mercato energetico europeo. Il mercato del gas rimane stabile attorno ai 48,50 euro al megawattora ad Amsterdam. Tuttavia, l’Europa ha risentito della disconnessione sotto forma di costi energetici più elevati che hanno influito sulla competitività dell’industria comunitaria, in particolare quella tedesca, rispetto al resto del mondo.
Impatti sull’Ucraina e Altri Paesi
L’Ucraina risentirà di questa interruzione delle forniture russe attraverso il paese poiché dovrà far fronte a una perdita di circa 800 milioni di dollari all’anno in tasse di transito dalla Russia, mentre Gazprom perderà circa 5 miliardi di dollari dalla mancata vendita di gas. La Moldavia, uno dei paesi che dipendeva di più dal gas russo che arrivava dall’Ucraina, dovrà adottare misure per ridurre di un terzo il suo consumo di gas.
Conclusioni
L’interruzione del transito del gas russo attraverso l’Ucraina rappresenta una sfida significativa per l’Europa, ma l’UE ha lavorato per garantire alternative e stabilizzare il mercato energetico. Tuttavia, le ripercussioni sui costi energetici e sulla competitività industriale richiedono soluzioni concrete e misure di lungo termine. La collaborazione tra i paesi europei e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento sono fondamentali per affrontare questa sfida.