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“STORIA DI STORIE DIVERSE” – XX

“Storia di storie diverse”, ovvero storie di alunni disabili, persone con caratteristiche speciali, con limitazioni visibili ed innegabili potenzialità.

Il loro percorso scolastico, le difficoltà incontrate e quanto sia ancora difficile oggi parlare di integrazione nella scuola italiana.

Si affronteranno, inoltre, anche problematiche più generali del sistema scolastico con una visuale privilegiata, quella di chi lavora al suo interno.

La seconda ondata di contagi da Covid-19: il virus incombe, inaspettato e sgradito. Non si poteva impedire agli italiani di “vivere l’estate”, come ha detto il ministro della salute Roberto Speranza, ma ora ognuno di noi teme per le conseguenze di ciò che sta accadendo e ha il terrore di un nuovo confinamento, anche perchè in Francia il presidente Macron sta già parlando di questa eventualità, pur avendo dichiarato che farà di tutto per evitarla. Non si riesce a prevedere la portata di ciò che accadrà, sebbene i dati relativi alla diffusione del contagio destino preoccupazione così come l’alto numero dei focolai esistenti. L’allarmismo, nel mondo della scuola, è ai massimi livelli. Gli italiani non vogliono sentir parlare di scuole chiuse e del ripetersi dell’esperienza precedente. Le difficoltà, a livello di organizzazione familiare, per i genitori lavoratori, sono enormi così come è impegnativo seguire i propri figli in un percorso scolastico diverso. Con le elezioni regionali che incombono, il terrore dei politici è proprio doversi trovare nelle condizioni di imporre, con l’aggravarsi dei contagi, una nuova chiusura degli istituti.

Si naviga a vista e senza sapere che cosa accadrà: nella mia scuola il collegio dei docenti, la riunione di inizio anno, è stata convocata regolarmente, in presenza. Andrea Crisanti – l’epidemiologo di Padova ideatore del modello veneto che ha consentito un rilevante contenimento dei contagi nella regione rispetto a quanto avvenuto nella vicina Lombardia – ha rivolto un duro attacco alle misure di prevenzione anti-Covid nella scuola, di cui si parla in questi giorni anche per voce del ministro dell’istruzione Azzolina. Crisanti è perentorio e i suoi toni sono allarmanti. L’epidemiologo dichiara, in un’intervista al giornale Open di Enrico Mentana: “Le misure del governo? Antiscientifiche. Così rischiamo tutto”.

La sua accusa maggiore è che si pensa a misure di prevenzione all’interno degli istituti ed in particolar modo nelle aule, come ad esempio il distanziamento dei banchi, piuttosto che a una strategia per impedire al virus di entrare nelle scuole. Le misure che la scuola sta per adottare sono definite dall’epidemiologo: “Passive, che nessuno ha mai sperimentato e che non serviranno a nulla”.

L’acquisto dei banchi singoli è uno spreco enorme di denaro: due miliardi di euro. Ma come è possibile, inoltre, si chiede il Dott. Crisanti, che venga affidato ai genitori il compito, ogni mattina, di misurare la febbre ai loro figli non mandandoli a scuola in caso di febbre più alta di 37,5 gradi? È assolutamente antiscientifico, denuncia l’epidemiologo. Ma che approccio è mai questo, quello di una misurazione fatta in casa, diversa da famiglia a famiglia?

Le temperature vanno misurate agli ingressi, i presidi vanno deresponsabilizzati, non devono vivere nel terrore di essere perseguibili penalmente; inoltre, nelle zone in cui ci sono i focolai l’accesso alle scuole deve essere impedito fino a quando non si è a conoscenza del risultato del tampone di verifica. Devono essere somministrati vaccini influenzali a tutti altrimenti ci sarà un’enorme confusione nel riconoscimento dei sintomi del Covid-19 simili a quelli dell’influenza.

La visione dell’epidemiologo è che non si debba ragionare solo in termini di scuola ma è l’intera comunità che va salvaguardata ed è per questo che, proprio in questi giorni, lui propone tamponi a tappeto, trecentomila al giorno, proprio perchè gli asintomatici, in particolar modo i cosiddetti “superdiffusori”, potrebbero contagiare decine di persone.

Le misure proposte dall’illustre esperto per la scuola, tuttavia, non sono state prese in considerazione. Il ministro dell’istruzione Azzolina si muove in modo burocratico, usa misure artificiali, regole blande e inefficaci per dare – dice Crisanti – uno scudo di responsabilità ai presidi.

L’epidemiologo, infine, dichiara: “Il punto non è evitare i contagi in classe ma evitare che gli infetti entrino”. Siamo sconfitti in partenza dunque, perché siamo incapaci di isolare ed allontanare i casi positivi.

Data:

1 Settembre 2020