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STORIA DI UNA FOTO

Questa è una storia di foto, di statue, di donne e di resistenza. E di conseguenze inaspettate.

Era il 13 aprile 1985. A Växjö in Svezia, una signora, figlia di una sopravvissuta ai campi di concentramento, vede sfilare un corteo di Naziskin.

Non possiamo sapere cosa provó la signora in quel momento, ma sappiamo quello che fece, perché il suo gesto fu immortalato da Hans Runneson in una celebre foto che fece il giro del mondo e vinse diversi premi: semplicemente, lei colpisce un naziskin con la sua borsetta. Lui si scoprirà essere Seppo Seluska, che anni dopo sarà condannato all’ergastolo per aver commesso due omicidi.

Lei però dopo la foto perse la tranquillità perché si trovò improvvisamente al centro dell’attenzione, e tutto il clamore mediatico (insieme al timore di ritorsioni da parte dei neonazisti svedesi) le causò ansia e depressione, fino a condurla al suicidio pochi anni dopo.

Dopo la morte, si pensò di dedicarle una statua: c’era chi voleva ricordare il gesto in quanto simbolo dell’eterna lotta tra il bene e il male, e chi riteneva che forse la signora meritasse l’oblio vista la sofferenza causata da tutta quella storia.

Mentre si discuteva, la popolazione di Växjö per esprimere affetto e solidarietà alla signora cominciò ad attaccare borsette a tutte le statue in città.

L’oblio è un diritto, quindi va riconosciuto. Ma allo stesso tempo non possiamo dimenticare un gesto di straordinario coraggio, di una donna sola davanti alla bruta violenza degli uomini.

Gesto che forse è stato di esempio per Tess Asplund, attivista per i diritti umani, anche lei svedese che, tanti anni dopo, nel 2016, ha provato ad opporsi a un corteo di 300 neonazisti. Da sola, ferma, a pugno chiuso.

Ma la storia non finisce qui. Perché anche la foto di Tess, scattata da David Lagerlöf, è diventata famosa, anzi, “virale”. Ma in questo le conseguenze dell’improvvisa notorietà sono state molto positive. La foto, infatti, ha consentito a Tess Asplund, adottata da piccola, di essere contatta dalla sua famiglia di origine in Colombia.

E pochi mesi dopo, di volare a Bogotà a incontrare la sua mamma biologica.

Una storia, almeno, a lieto fine.

Data:

19 Aprile 2024