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STORIE DI DONNE

Il mese di ottobre si aprecon un personaggio semplicemente grande, riconosciuto come “Dottore della Chiesa”: la carmelitana Teresa di Lisieux di Gesù Bambino. A lei dedichiamo questa pagina, in quanto giovanissima donna esempio di virtù e di saggezza nell’ esplorare un universo femminile nelle sue innumerevoli sfaccettature. La sua esistenza, seppur breve, non è caduta nel dimenticatoio grazie alla meravigliosa opera intitolata “Storia di un’anima”, racconto autobiografico con cui la santa ha lasciato traccia di sé nella maniera più eccelsa. Questo testo è notevolmente apprezzato dai lettori laici e religiosi contemporanei. Nel periodo in cui in Francia si esaltavano le invenzioni e le scoperte della scienza e della tecnica – che contribuirono a un miglioramento delle condizioni di vita, favorendo il diffondersi di un senso di ottimismo – la Belle Époque fu tutt’altro che un distintivo dei bei tempi. Furono infatti anche gli anni del nazionalismo e del razzismo, che lentamente portarono al primo conflitto mondiale. Proprio in questo periodo Teresina entrò al Carmelo all’età di quindici anni, raggiungendo le sue due sorelle maggiori, Maria e Paolina, che già da tempo avevano attraversato la soglia della clausura di Lisieux. Ben presto si unirà al terzetto anche la sorella Celina, mentre Leonia, la terzogenita dei coniugi Martin, intraprendendo il suo cammino religioso presso il Monastero della Visitazione di Caen. Nel 1895, la giovanissima monaca carmelitana mise per iscritto la sua ricerca spirituale dell’amore, per ordine della sua superiora, e tracciò l’impalcatura di un preziosissimo manoscritto autobiografico “in cui la sua anima era come un libro nel quale il Padre leggeva meglio di se stessa”.

cms_7444/2.jpg“Storia di un’anima” è un’opera ricca di riferimenti biblici e di sapienza, un vero e proprio serbatoio di intuizioni, nonché personalissimo itinerario mistico che esalta la piccolezza e la semplicità, divenendo alimento di spiritualità per molte generazioni. Prima di cominciare a scrivere, Teresa si era inginocchiata davanti alla statua di Maria e l’aveva supplicata di guidare la sua mano, affinché neanche un rigo potesse dispiacerle. Scriverà inizialmente, per Suor Maria del Sacro Cuore, la storia del fiore umile colto da Gesù, e parlerà abbandonandosi senza preoccuparsi dello stile o delle tante digressioni che inevitabilmente poteva compiere nel corso dei capitoli. Gesù era il suo Direttore, capace di istruirla in quella scienza nascosta ai sapienti e ai saggi, ma rivelata ai piccoli. Teresa scopre “la piccola via” per rivolgersi direttamente a Gesù e, nella scrittura, rilegge tutta la sua esistenza sotto la presenza di questo Amore Misericordioso, che la sorregge con un intervento continuo di grazie inaspettate.
Edith Stein, di origini ebraiche, religiosa e filosofa tedesca, negli anni del conflitto mondiale scrisse di quest’opera: “Non conosco nulla di più grande. E’ un po’ di tutto quello che vorrei, per quanto possibile, trasportare nella mia vita e nella vita di coloro che mi circondano”. Don Abramo Levi, stretto da fraterna amicizia con Padre David Maria Turoldo, aveva detto in tempi più recenti che “la sua storia è nell’ordine del simbolo, questa era la verità del titolo dato ai suoi manoscritti: Storia di unanima. L’antico articolo indeterminativo indicava insieme l’originalità e l’universalità dell’esperienza della piccola carmelitana. Ignara dei vasti campi dell’apostolato, Teresa non fu ignara del vasto campo della Scrittura, per anni, anzi, suo unico pascolo. I quaderni di Santa Teresina furono posti alle correzioni di madre Agnese purché venissero pubblicati e conosciuti; anche l’autorità ecclesiastica avrebbe dovuto essere d’accordo. Figlia e novizia, ella in realtà aveva un tempra battagliera di una spia e questa era la sua vera missione”.
Santa Teresa di Gesù Bambino èpatrona dei missionari dal 1927; dal 1944 invece, assieme a Giovanna d’ Arco, è considerata anche patrona di Francia. Nel 1997 fu dichiarata Dottore della Chiesa.

Data:

13 Ottobre 2017