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Strage via D’Amelio, Mattarella: “Troppi errori nella ricerca della verità”

cms_6762/damelio_strage_fg.jpg“La tragica morte” di Paolo Borsellino, “insieme a coloro che lo scortavano con affetto, deve ancora avere una definitiva parola di giustizia. Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di Via D’Amelio, e ancora tanti sono gli interrogativi sul percorso per assicurare la giusta condanna ai responsabili di quel delitto efferato”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del plenum del Csm, riunitosi per commemorare l’uccisione del magistrato e della sua scorta avvenuta 25 anni fa.

“Paolo Borsellino non si è mai arreso – ha sottolineato -, non ha mai rinunciato a sviluppare il suo progetto di legalità, anche quando era diventato ormai consapevole di essere vittima predestinata della mafia. Come disse ad un giornalista, sapeva di camminare ’con la morte attaccata alla suola delle scarpe’. Paolo Borsellino ha combattuto la mafia con la determinazione di chi sa che la mafia non è un male ineluttabile ma un fenomeno criminale che può essere sconfitto”.

“Sapeva bene – ha detto ancora il Capo dello Stato – che, per il raggiungimento di questo obiettivo, non è sufficiente la repressione penale ma è indispensabile diffondere, particolarmente tra i giovani, la cultura della legalità. Proprio per questo era impegnato molto anche nel dialogo con i giovani, convinto che la testimonianza di valori positivi promuove una società sana e virtuosa, in grado di emarginare la criminalità”.

“Il 19 luglio di venticinque anni fa, alle cinque del mattino, stava proprio scrivendo la risposta a una lettera inviatagli dalla preside di un liceo di Verona. La missiva è rimasta incompiuta – ha concluso Mattarella – ma costituisce una testimonianza di grande forza dell’importanza della formazione delle nuove generazioni”.

Nel giorno del 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio, Rita Borsellino, sorella di Paolo, ha detto: “La ricerca della verità si fa sempre. Parlo spesso di coriandoli di verità perché è diventato un tema carnascialesco. Cosa mi aspetto? Che ci sia verità. Abbiamo questa mania dei numeri, mi aspetto che il 26esimo anno, il prossimo, lo possiamo celebrare come l’anno della verità”.

Si dimette il ministro Costa: “Dissenso sullo Ius soli”

cms_6762/costa_enrico_ministro_fg.jpgIl ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, ha presentato in data odierna le proprie dimissioni al presidente del Consiglio dei Ministri. Lo fa sapere la stesso ministro in una nota.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha ricevuto questa mattina la lettera di dimissioni, ringraziando Costa per il contributo dato all’esecutivo, assume l’interim degli Affari Regionali. Lo si apprende da fonti di palazzo Chigi.

“Ho avuto un’occasione unica ed ho fatto un’esperienza bellissima, sempre con il massimo impegno. Ora faccio un passo indietro, perché le convinzioni vengono prima delle posizioni. A chi mi consiglia di mantenere comodamente il ruolo di governo, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, rispondo che non voglio equivoci, né ambiguità”, afferma Costa nella lettera di dimissioni al presidente del Consiglio.

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’’Caro presidente – è l’incipit della lettera – ho manifestato nei giorni scorsi la convinzione che sia il momento di lavorare ad un programma politico di ampio respiro che riunisca quelle forze liberali che per decenni hanno incarnato aspirazioni, ideali, valori, interessi di milioni di italiani che hanno sempre respinto soluzioni estremistiche e demagogiche”.

“Sono opinioni politiche del tutto naturali, per chi ha una storia politica come la mia – continua – In questi mesi ho anche espresso il dissenso su alcuni provvedimenti (ius soli, processo penale), motivando dettagliatamente le mie posizioni. C’è chi ha ritenuto queste opinioni fonte di pregiudizio per il governo, ma anche chi le ha apprezzate perché hanno portato una interessante dialettica”.

Tu, caro presidente, hai sempre rispettato le mie idee. Non mi hai mai imposto il paraocchi e non mi hai chiesto di rinunciare alle mie convinzioni – prosegue – Lo apprezzo moltissimo. Ma non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero”.

“Allungherò la lista, peraltro cortissima, di ministri che si sono dimessi spontaneamente – conclude – Rassegno, pertanto, con la presente, le mie dimissioni dall’incarico di ministro per gli Affari Regionali. Un caro saluto ed un augurio di buon lavoro a te ed a tutti i membri del governo”.

Cellulare al volante, stop patente immediato

cms_6762/Donna_cellulare_Fg.jpgSospensione immediata della patente per chi usa il cellulare al volante. E’ una delle novità che verranno introdotte nel Codice della Strada, come annuncia Riccardo Nencini, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, su Facebook. “Giornata davvero importante alla Camera. Tre grandi modifiche al codice della strada: obbligatorio il seggiolino con dispositivo antiabbandono per i bambini; sospensione immediata della patente fino a tre mesi per chi guida facendo uso di smartphone, tablet etc..; nel sorpasso, mantenere la distanza di almeno un metro e mezzo dal ciclista. Ora, fare in fretta”, scrive.

In Commissione abbiamo pressoché ultimato l’esame degli articoli e degli emendamenti di una legge che ho ritenuto di presentare, alla luce delle diverse emergenze in tema di sicurezza stradale: poche e urgenti modifiche al Codice della strada per contrastare gli incidenti e i comportamenti più rischiosi”, dichiara in una nota Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati e relatore del testo.

“Proprio oggi – spiega il parlamentare Pd – ho presentato, in un clima di piena condivisione, un emendamento per affrontare e risolvere l’odiosa e pericolosa abitudine degli italiani di usare il telefono cellulare alla guida. Il nuovo testo segnerà un cambio di rotta decisivo, rispetto alle blande e inefficaci disposizioni attualmente in vigore, a cominciare dalla sospensione della patente fino a tre mesi prevista già alla prima infrazione e dal raddoppio in caso di recidiva. Aumentano anche le sanzioni pecuniarie e la decurtazione di punti sulla patente, a corredo di una norma che ha l’intenzione di incidere in modo positivo sulle abitudini alla guida degli italiani”.

“L’innovazione tecnologica – conclude Meta – deve essere sempre uno strumento per migliorare la sicurezza in automobile, come dimostrano le norme, anch’esse contenute nella legge in esame, sull’obbligo di dispositivi antiabbandono dei bambini. Quando invece le tecnologie diventano un fattore di distrazione, come testimoniano gli studi recenti sulle cause degli incidenti stradali, bisogna avere il coraggio di rispondere con una norma choc come questa”.

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19 Luglio 2017