La legge per il contrasto alle forme di cyberbullismo è stata definitivamente approvata dalla Camera con 432 voti a favore e nessun contrario. Il testo che ha avuto un percorso lungo e accidentato (è passato per tre volte dalle commissioni e le aule di palazzo Madama e di Montecitorio), ha avuto il definitivo ok alla quarta lettura.Poco prima del voto, la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha voluto salutare Paolo Picchio, il padre di Carolina, la ragazza che si tolse la vita a 14 anni dopo essere stata vittima dei cyberbulli. Paolo Picchio era sulle tribune per assistere al voto del testo per il quale si è impegnato e ha combattuto.
“E’ a Carolina e alle altre vittime del bullismo on line – ha detto Boldrini prima di indire la votazione finale – che noi oggi dobbiamo dedicare questo provvedimento, che era un primo passo necessario e doveroso da parte del Parlamento”.
COSA PREVEDE LA LEGGE – Non è la “legge migliore possibile” quella definitivamente approvata oggi dalla Camera ma un punto di partenza, come hanno ripetuto diversi deputati dei vari gruppi parlamentari intervenuti in aula, per dare una risposta efficace non solo di repressione, ma anche di educazione e formazione dei giovani a un fenomeno in preoccupante crescita.
Il testo è rimbalzato tre volte tra le commissioni e le aule di palazzo Madama e di Montecitorio ed era arrivato di nuovo a Montecitorio per la quarta lettura (quella definitiva) lo scorso 31 gennaio. Limitare gli effetti del provvedimento ai minori o estenderlo ai maggiorenni, è stato questo per due anni il vero nodo della legge. Il testo originario (elaborato dalla senatrice del Pd, Elena Ferrari) era circoscritto ai minorenni ma la Camera in seconda lettura lo ha modificato, allargandolo agli over 18.
La legge varata dalla Camera circoscrive il raggio d’azione ai minorenni e conferma l’ultima impostazione adottata al Senato, che privilegia la prevenzione e gli interventi di carattere educativo, rispetto al testo della Camera che alle misure educative affiancava anche strumenti di natura penale. Il testo agisce solo sul fenomeno cyberbullismo, avendo soppresso ogni riferimento al bullismo che pure era presente nella versione elaborata in seconda lettura dalla Camera.
Identikit del cyberbullo. Entra per la prima volta nell’ordinamento una puntuale definizione legislativa di cyberbullismo. Bullismo telematico è ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori. Nonché la diffusione di contenuti online (anche relativi a un familiare) al preciso scopo di isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo.
Il minore che abbia compiuto 14 anni e sia vittima di bullismo informatico (nonché ciascun genitore o chi esercita la responsabilità sul minore) può rivolgere istanza al gestore del sito Internet o del social media per ottenere l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso su Internet che deve essere eseguita entro 48 ore dall’istanza.
Viene istituito un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo e prevede l’adozione, da parte del ministero dell’Istruzione – di concerto con il ministero della Giustizia – di apposite linee di orientamento prevenzione e il contrasto del fenomeno nelle scuole. In particolare, le linee di orientamento dovranno prevedere una specifica formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti e la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti.
In ogni istituto scolastico dovrà essere designato un docente con funzioni di referente per le iniziative contro il cyberbullismo, che collaborerà con le Forze di polizia, le associazioni e con i centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio in caso di necessità. Le scuole sono chiamate a elaborare interventi di prevenzione e informazione, con la promozione dell’uso consapevole di internet.
In caso di episodi di bullismo via web, il questore può ammonire l’autore con un provvedimento analogo a quello adottato per lo stalking: fino a quando non sia stata presentata querela o denuncia per i reati di ingiuria, diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati personali commessi, mediante Internet, da minorenni sopra i 14 anni nei confronti di altro minorenne, il questore potrà convocare il minore responsabile (insieme ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale), ammonendolo oralmente ed invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge.
Legge elettorale, Pd deposita il Rosatellum. Renzi: “Basta rinvii”
Il pallino, ora, è tutto nelle mani del Pd. Da stasera in commissione ci sarà un nuovo testo base su cui lavorare per la legge elettorale: la proposta Pd per un sistema al 50 per cento proporzionale e al 50 per cento maggioritario. Il Rosatellum, come è stato ribattezzato, dal nome del capogruppo dem Ettore Rosato. E del Pd è anche il nuovo relatore, Emanuele Fiano.
Un testo che parte con l’appoggio di Lega, Ala, fittiani e autonomie. Una maggioranza non ampia ma che i dem mirano a far crescere in corso d’opera. Magari rivendendo la quota fifty fifty tra proporzionale e maggioritario per recuperare il sostegno di Fi. Del resto il canale con gli azzurri non è stato mai chiuso. E rivedendo, magari, anche la soglia di sbarramento. Per ora, il Rosatellum la prevede al 5 per cento ma non è detto che non possa scendere al 4 per attrarre i ’piccoli’, in primis i centristi della maggioranza.
E non ci sono solo i dettagli della legge elettorale. Per dire, oggi Rosato ha lanciato un amo sia ai centristi che a Mdp parlando di una possibile “coalizione soft” tra le forze che sostengono il governo.
Nella parte maggioritaria con collegi uninominali del Rosatellum, infatti, è prevista la possibilità di coalizioni. Mdp per ora ha risposto picche. “Ma vi stanno gettando un salvagente”, scherzava oggi in Transatlantico Giacomo Portas con Pier Luigi Bersani. “Ma per stare insieme ci vuole un programma condiviso…”, ha ribattuto l’ex segretario del Pd.
Allargare il perimetro della maggioranza a favore della proposta Pd, questa la partita delle prossime ore. Un testo con un sostegno ampio che arrivi ’blindato’ al Senato è l’unica chance per approvare la legge. In quest’ottica oggi si sono diffuse voci sulla possibilità che nasca un nuovo gruppo centrista a palazzo Madama che peschi dal Misto e le sue sottocomponenti, proprio per rendere più solidi i numeri per il Rosatellum al Senato. “Una bufala”, dice Rosato ai cronisti.
E i rumors sul nuovo gruppo sono subito stati rilanciati dai 5 Stelle. Attacca Danilo Toninelli: “Si sta creando un gruppo di transfughi e voltagabbana al Senato. Sono i 12-13 senatori che servono a Renzi per approvare la legge elettorale. La storia di Berlusconi è stata annichilita. Abbiamo già fatto il calcolo. Col nuovo gruppo e Alfano sono 188, vanno lisci e puliti”.
Il punto, ammette un big del Pd, è che “solo i 5 Stelle hanno da perdere con il nostro modello. Berlusconi sarebbe un pazzo a dire di no. Ma i 5 Stelle non avendo una classe dirigente da schierare nei collegi potrebbero essere penalizzati”. Per questo i dem sono convinti di riuscire a convogliare sul testo una maggioranza ampia. Tranne i 5 Stelle, ovviamente.
“Ci aspettiamo ostruzionismo”, dicono dal Pd. E Matteo Renzi ha già messo le mani avanti per chiarire chi sarà responsabile se ci saranno ritardi nell’iter della legge che, da calendario, dovrebbe approdare in aula alla Camera il 29 maggio. Scrive Renzi su Facebook: “Come Partito Democratico lanciamo un appello a tutti gli altri: per favore, non perdete altro tempo. Diteci dei no o dei sì, fate emendamenti, avanzate controproposte. Ma non rinviate ancora la data del 29 maggio”.
“Dopo mesi di rinvii, la Camera ha deciso di andare in aula il 29 maggio. Questo permetterà – per regolamento – di avere tempi contingentati e di approvare la nuova legge nei primi giorni di giugno”, prosegue Renzi su Fb. “Come Partito democratico lanciamo un appello a tutti gli altri: per favore, non perdete altro tempo. Diteci dei no o dei sì, fate emendamenti, avanzate controproposte. Ma non rinviate ancora la data del 29 maggio. Sono passati ormai quasi sei mesi dal referendum: per favore, non prendete in giro i cittadini. Il Pd offre serietà ma chiede rispetto per gli italiani”, conclude Renzi.
Il generale Toschi: “Ispezione su 3mila evasori Iva”
E’ “in avanzata fase di esecuzione su tutto il territorio” ad opera dei Reparti del Corpo della Gdf “una campagna ispettiva su 3.000 soggetti selezionati in quanto responsabili di consistenti evasioni all’imposta sul valore aggiunto e non collaborativi rispetto all’invito a ravvedersi”. Così il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, nel suo intervento ad un convegno sul fisco al Mef.
Inoltre, “delle circa 52.000 deleghe d’indagine delle Procure della Repubblica in materia di reati tributari, complessivamente sviluppate dai reparti nel periodo 2014-2016, oltre il 60 % riguardano gli illeciti più gravi di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documentazione contabile e indebita compensazione” ha aggiunto il comandante generale delle Fiamme Gialle.
Infatti “l’azione dei reparti – ha spiegato – si concentra verso quei fenomeni evasivi che assumono rilevanza penale non solo per l’entità delle imposte evase, ma soprattutto per le modalità attuative poste in essere, fondate su documenti falsi, sull’organizzazione di truffe su vasta scala, su articolate manovre di occultamento di capitali e di trasferimento di ricchezze all’estero, su fittizie interposizioni anche attraverso società ’fantasma’ o ’di comodo’, nella prospettiva di individuarne i responsabili e aggredire le ricchezze da questi illecitamente accumulate”.
Infine, ha sottolineato Toschi, “un tema di portata strategica riguarda la necessità di mettere a punto nuove forme di analisi e monitoraggio per la platea di circa 5 milioni di imprese minori e lavoratori autonomi che fanno parte della cosiddetta ’fiscalità di massa’”.
“Nella piena consapevolezza – ha aggiunto – che è impossibile ma soprattutto inutile pensare a misure di controllo ’massivo’, la Guardia di Finanza crede molto in un sistema che possa combinare la possibilità per il contribuente di verificare di persona e migliorare spontaneamente il suo grado di ’fedeltà fiscale’, con la capacità per gli Organi di controllo di affinare le proprie analisi di rischio così da circoscrivere i soggetti ispezionabili”.