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“Subs Heroes Day”: il cinema celebra la più grande community al mondo di fansubbing

Eroi per caso gli ItalianSubs che, inizialmente mossi da un incontenibile desiderio di seguire in contemporanea le serie tv americane, si scoprono a realizzare la necessità di un’utenza dalla crescita esponenziale.

Nato nel 2006 da un gruppo di adolescenti appassionati delle serie tv, in dodici anni il loro sito è diventato un irrinunciabile punto di riferimento per gli appassionati sul web, raggiungendo oggi oltre 500mila iscritti con un team di 500 traduttori, che ogni notte traducono, solo per passione ed in contemporanea con gli Usa, le serie tv che desideriamo vedere e che senza di loro vedremmo con “insopportabile ritardo”.

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Il film documentario “Subs Heroes” racconta la straordinaria community di questi sottotitolisti per passione. Studenti e lavoratori di giorno che si trasformano in supereroi di notte indossando come costume degli improbabili nickname al solo scopo di soddisfare la fame di film e serie tv di migliaia di appassionati come loro.

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Come nasce il suo interesse verso i subber e qual è la loro attività?

cms_8263/4.jpgNasce perché sono un grande appassionato di serie Tv, e già dal 2006, quando è cominciato il fenomeno “Lost”, io e tantissimi altri italiani ci siamo ritrovati traditi dalla tv nazionale che ci aveva dato la prima stagione lasciandoci poi per strada. E’ così che abbiamo cominciato a cercare le puntate altrove. Trovai le puntate e successivamente riuscii a trovare dei file di testo con i sottotitoli di queste puntate, indispensabili anche per chi come me ha una buona conoscenza dell’inglese. Capire live tutte le sfumature di una puntata in un americano un po’ stretto non è assolutamente semplice.

Fin da subito mi colpì il fatto che alla fine dell’episodio, accanto all’autore, apparivano dei nickname in corrispondenza della scritta “traduzione di…”, “revisione di…” e così, puntata dopo puntata, Metalmarco, Klonny, Giove sono diventati personaggi a me sempre più familiari. Più tardi, avendo acquisito maggiore esperienza nell’audiovisivo, mi sono reso conto che fare un sottotitolo non è uno scherzo e che riuscire a tradurre in tempi così brevi richiede una competenza ed una macchina organizzativa di tutto rispetto; è così che, per curiosità, ho contattato il sito per conoscere questi ragazzi.

I più famosi subber nel film documentario assumono l’identità dei principali eroi di fantasia, da Batman, a Spiderman, a Superman e tanti altri: non le sembravano già sufficientemente eccezionali per quello che fanno nel mondo reale?

Effettivamente i loro nomi contribuiscono ad accrescere il mistero e quindi, immaginandoli, si da spazio alla fantasia. Poi però, conoscendoli, ti accorgi che nella vita reale sono persone assolutamente normali. Studiano, lavorano tutto il giorno e di notte si mettono a tradurre, riuscendoci quasi in tempo reale.

Movieday è la startup tutta dedicata al grande schermo che ha reso possibile l’evento nei principali cinema delle città di Aosta, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Ferrara, Firenze, Genova, Grezzana (VR), Mestre (VE), Milano, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Pisa, Roma, Torino, Trieste, Udine. In cosa consiste?

Movieday è una piattaforma che nasce da un’idea di ragazzi, tutti sotto i 30 anni, che vincono un bando per una start up. La loro idea è tutta dedicata al grande schermo e si riassume in una programmazione “on demand”. Loro danno la possibilità a chiunque di richiedere un determinato film in una determinata città. Se si raggiunge un certo quorum, a copertura delle spese del cinema, se ne programma la proiezione in un’unica giornata evento. Quelli di Movieday hanno visto in “Subheroes” il film adatto alla loro community e pertanto si sono spinti oltre mettendo in campo una distribuzione nel senso più classico.

Sul web i subber sono descritti come veri eroi digitali. In un contesto di diffusa presenza di barriere linguistiche in che misura è importante il lavoro che svolgono?

Studiando il fenomeno ciò che più mi ha colpito è come una cosa così piccola come un sottotitolo in realtà abbia dei risvolti sociali e culturali altissimi. Per esempio, sono anni che le comunità dei sordi e non udenti italiani chiede i sottotitoli per i programmi Rai e non gli vengono dati. Quindi i Subber sono un riferimento per queste comunità. In Italia, fino a dieci anni fa, era impossibile vedere qualcosa di non doppiato o qualcosa di non ufficialmente importato e pertanto loro hanno aperto a spallate la strada, oggi principale, della fruizione digitale. Portali come Netflix o Infinty sono stati modellati esattamente sul modo in cui i funsubber ci hanno abituati a guardare i contenuti. Inoltre dobbiamo sicuramente a loro l’attuale livello di conoscenza media di inglese dei ragazzi sotto i vent’anni. Di fatto, è stata data loro la possibilità di ascoltare senza più barriere.

In che modo questo fenomeno può influenzare le scelte dei broadcaster?

Quando sul sito dei funsubber noi andiamo a scaricare i loro sottotitoli, questi scaricamenti vengono registrati. A lato, una classifica elenca le cose più viste. Tale classifica non è basata sull’Auditel, che è un sistema statistico e quindi totalmente fallibile, ma sui numeri effettivi. Spesso, serie che sono rimaste in vetta nelle loro classifiche per mesi sono stat acquistate dai broadcaster. In questo continuo confronto con l’internazionale, il gusto degli italiani si è elevato ed è grazie a questo se oggi abbiamo serie come Romanzo criminale o Gomorra. Su Sky danno una delle serie più seguite “Game of Thrones” e nella promozione si evidenzia che la visione è in contemporanea con gli Stati Uniti. Dobbiamo a questi ragazzi il cambiamento culturale. La mia generazione è stata abituata a non aspettare la messa in onda in Italia ma andarsela a cercare altrove.

Nelle loro note descrittive, si legge che i subber entrano nella community per passione ma anche per i rapporti interpersonali che ne derivano, in alcuni casi, sono nate belle storie d’amore. Ne ha fatto sceneggiatura per il film?

C’è qualche spunto, ma la community è talmente grande che sarebbero servite tante puntate. Poiché tra le motivazioni del loro lavoro c’è la voglia di uscire da un certo isolamento è normale che i loro legami siano forti, e pertanto ci sono coppie, matrimoni, ci sono già anche due figli. I subber si incontrano in meet locali e una volta l’anno nel meeting nazionale di Volterra. Vi si riuniscono in centinaia e vengono da ogni parte del mondo. La loro passione comune li unisce anche nel gruppo rendendoli molto uniti.

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Se, stanti i numeri in crescita, il fenomeno dovesse diventare terra di conquista per eventuali sponsor, quali ripercussioni potrebbe innescare ritrovarsi la pubblicità anche tra i sottotitoli?

Conoscendo la loro storia so che non sono interessati a questo, chiaramente il fenomeno sta assumendo proporzioni tali da richiamare l’attenzione del settore. Sono stati creati dei macro aggregatori di siti locali su cui è possibile trovare i sottotitoli di tutto il mondo, quindi in tutte le lingue compresi i dialetti particolari e questo può certamente attirare gli sponsor. Ma, al momento, sui loro siti non vi è alcuna traccia di pubblicità tranne il nostro film documentario che parla di loro. Tra l’altro i subber si muovono su un confine delicato, non diffondono alcun tipo di riferimento o di link di materiale scaricabile, danno solo la possibilità di scaricare i sottotitoli, ma operando in una zona grigia, ai margini della legalità: farne un’attività li può esporre a provvedimenti restrittivi.

E’ già capitato?

Proprio mentre giravamo il documentario siamo venuti a conoscenza di un caso verificatosi in Olanda. Alcuni copyright founders, broadcaster e autori di serie tv hanno promosso azioni legali nei confronti dei principali fansubber olandesi facendone chiudere i siti. Ma, una utente appassionata di mezza età, non una fansubber ma una semplice fruitrice di sottotitoli, ha fatto partire una petizione sul web e in due mesi ha tirato su 30mila euro riuscendo a portare la questione alla corte d’appello europea per far riaprire i siti. Questo credo sia esplicativo sull’efficacia e l’utilità del servizio per certe persone.

Allora dobbiamo cominciare a prendere dimestichezza con termini come synchare?

cms_8263/6.jpgCerto! Synchare riassume la sincronizzazione dei sottotitoli ai vari formati in cui escono le puntate. All’interno della community ne hanno tratto un mestiere che si chiama “resynchare”, è colui che realizza tutti i synch per tutte le versioni disponibili on line.E allora mettiamoci comodi e lasciamo che questi appassionati traducano per noi le serie di maggiore successo! Nel caso in cui questo articolo avesse toccato le corde della vostra curiosità, vi auguro di diventare “Publisher” (traduttore esperto, ndr), un’originale porta di servizio per un ingresso da protagonisti nel dorato mondo del cinema.

Data:

25 Gennaio 2018