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SUICIDIO ASSISTITO – La Corte Costituzionale di Nuovo al Lavoro tra Diritto e Dignità

La Corte costituzionale italiana, in udienza pubblica, tornerà a discutere del tema delicato e controverso del suicidio assistito. Per la quarta volta, i giudici relatori Francesco Viganò e Luca Antonini analizzeranno le implicazioni legali e costituzionali di un caso che intreccia questioni etiche, diritti individuali e la dignità della persona. Protagonisti del dibattito sono due malati terminali, una donna affetta da tumore e un uomo con Parkinson, che si sono rivolti all’attivista Marco Cappato per accedere al suicidio assistito in Svizzera, dove hanno poi trovato la morte. La vicenda mette in evidenza i limiti del sistema italiano, che continua a negare questo diritto alle persone non tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Il Caso Cappato e l’Autodenuncia di Disobbedienza Civile

La discussione che approderà domani a Palazzo della Consulta prende avvio dall’autodenuncia di Marco Cappato, esponente dell’Associazione Luca Coscioni, che si è presentato spontaneamente presso i carabinieri di Milano nell’agosto e nel novembre 2022, dichiarando di aver accompagnato i due malati in Svizzera. In quella sede, ha denunciato pubblicamente la sua azione come atto di disobbedienza civile per sottolineare l’urgenza di colmare le lacune legislative in Italia. Nonostante la procura di Milano avesse chiesto l’archiviazione del caso nel 2023, il giudice per le indagini preliminari, il 21 giugno 2024, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice penale.

Un Codice Penale Controverso

L’articolo 580 del Codice penale prevede la reclusione da 5 a 12 anni per chi facilita l’altrui suicidio, anche quando si tratta di aiuto al suicidio medicalmente assistito. La norma punisce quindi chi accompagna persone affette da patologie irreversibili e fonte di sofferenze intollerabili, ma che non sono dipendenti da trattamenti di sostegno vitale, escludendole da un diritto che, per altri, è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale nella sentenza Cappato-Dj Fabo del 2019. Questo elemento ha portato il Tribunale di Milano a sollevare dubbi di incostituzionalità, argomentando che potrebbero essere violati gli articoli 2, 3, 13, 32 e 117 della Costituzione italiana, nonché gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu).

I Punti Chiave del Dibattito

Tra i numerosi temi che verranno discussi domani ci sono:

  • Requisiti per l’accesso al suicidio assistito : Sarà analizzata la possibilità di considerare sussistenti tutti i criteri definiti nella sentenza 242/2019, eccetto quello della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale. Questo requisito, infatti, esclude automaticamente persone il cui trattamento è ritenuto futile o inutile, creando una disparità di trattamento basata su condizioni personali accidentali.
  • Diritto all’autodeterminazione : La Corte esaminerà se il mancato accesso al suicidio assistito violi il diritto della persona a scegliere liberamente la propria strada in materia terapeutica e di fine vita.
  • Dignità personale e diritto alla vita privata : Verranno discussi gli effetti della norma sul rispetto della dignità umana e sul diritto convenzionale alla vita privata e familiare, sanciti dalla Cedu.
  • Discriminazioni : Verrà affrontato il tema della presunta discriminazione contro i pazienti che non hanno bisogno di trattamenti vitali, ma che soffrono ugualmente in maniera intollerabile.

Un Dibattito Giuridico Complesso

Il caso vedrà la partecipazione di numerosi difensori, ognuno con argomenti destinati a influenzare il futuro del diritto italiano in materia. Per Marco Cappato si schiereranno gli avvocati Tullio Padovani, Maria Elisa D’Amico e Filomena Gallo; per il sostegno alle famiglie coinvolte interverranno Carmelo Domenico Leotta e Mario Esposito; mentre lo Stato sarà rappresentato dagli avvocati Ruggero Di Martino e Gianna Maria De Socio.
[07:17, 27/03/2025] Microsoft Copilot: Al centro del dibattito ci sarà il bilanciamento tra la necessità di regolamentare il suicidio assistito, il rispetto per la dignità delle persone affette da malattie terminali e la coerenza costituzionale della normativa vigente.

Sfide Future

Il caso rappresenta un momento cruciale per la giurisprudenza italiana e per il dibattito pubblico sul tema del fine vita. La decisione della Corte potrebbe segnare un passo avanti verso l’adeguamento della legislazione nazionale alle necessità di chi, pur non dipendendo da trattamenti vitali, soffre in modo insopportabile. Resta da vedere se l’Italia sarà in grado di compiere questo passo senza compromettere il rispetto per le sensibilità culturali e morali che circondano il tema.

La questione del suicidio assistito continua a interrogare profondamente la società, le istituzioni e il diritto, ponendo sfide che richiedono risposte sempre più articolate e inclusive. Domani, Palazzo della Consulta sarà teatro di un confronto che potrebbe ridefinire i confini della dignità umana e della libertà individuale.

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Data:

27 Marzo 2025

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