Traduci

SUMMIT IN SVIZZERA PER LA PACE IN UCRAINA: 15-16 GIUGNO, MA SENZA LA RUSSIA

Il summit internazionale, che si terrà in Svizzera per discutere della pace in Ucraina, è fissato per il 15 e 16 giugno: una due giorni di lavori dall’esito probabilmente inutile, visto che l’altro principale interlocutore, la Russia, non vi parteciperà.

I lavori si svolgeranno presso il lussuoso resort di Bürgenstock, sul lago di Lucerna, con la presumibile presenza dei leader del G7, giusto al termine degli incontri del 13-15 giugno a Borgo Egnazia, in Puglia. Una settimana intensa, quanto a definizione degli asset mondiali.

La notizia dell’incontro in Svizzera era già stata resa nota da parte ucraina. Secondo diverse fonti, vi sarà una nutrita partecipazione di delegazioni, provenienti soprattutto dal Sud del mondo. “Sono più di cento gli inviti spediti per la conferenza” ha riferito oggi il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis, ammettendo tuttavia che “la pace non può essere raggiunta senza la Russia”. L’ambasciata russa di Berna ha riferito che il proprio Paese non ha al momento ricevuto neppure l’invito che, in ogni caso, verrà declinato.

È stata la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova a fornire una spiegazione sulle ragioni del rifiuto, giudicata un’iniziativa intrapresa dai democratici americani, in piena campagna elettorale, “che hanno bisogno di fotografie e video di eventi che indicherebbero che il loro progetto in Ucraina è ancora a galla”. Una vera e propria trovata pubblicitaria, insomma, utile a Joe Biden, visto che, almeno sinora, le idee di Donald Trump relative al conflitto in corso sembrano abbastanza chiare.

“L’esperienza degli accordi di Minsk e dei negoziati russo-ucraini del 2022 ha mostrato l’incapacità di Kiev e dell’Occidente di negoziare”, ha ulteriormente commentato la Zakharova. “Non avevano bisogno della pace, ma di una tregua dopo la sconfitta delle forze armate ucraine per aumentare le forze armate di Kiev e il proseguimento delle ostilità. È ovvio che la stessa cosa sta accadendo adesso”, ha proseguito, ribadendo al contempo che per la risoluzione della crisi ucraina Mosca è sempre aperta a negoziati. Soltanto che la strada è impervia, visto che ci sono da superare diversi ostacoli, tra cui il decreto dello stesso Zelensky che vieta i negoziati e il continuo invio di armi a Kiev. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha infine interpretato l’attuale desiderio di sedersi ad un tavolo come un tentativo dell’Occidente di “trascinare i paesi a maggioranza globale” dalla propria parte.

Il presidente ucraino, promotore di questo summit, ha rivolto un appello su X: “Ogni leader e ogni Paese che desidera che l’aggressione russa si concluda con una pace veramente giusta ha l’opportunità di unirsi ai nostri sforzi globali e di partecipare al primo Summit della pace, che si terrà in Svizzera a giugno”.

“La Russia non vuole la pace, non è un bel segnale”, ha commentato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani alla notizia secondo cui Mosca non parteciperà a questo incontro, mostrandosi fiducioso da un lato, perché “non bisogna mai demordere, non bisogna mai arrendersi”, scoraggiato dall’altro, perché “la Russia si mette sempre dalla parte sbagliata”.

Quanto alle adesioni alla conferenza, da parte dei vari leader mondiali, al momento c’è silenzio. Si attendono risposte da partner importanti, Cina sopra tutti, la cui presenza darebbe una svolta al processo politico internazionale, a due anni ormai dall’apertura del conflitto.

Secondo il governo svizzero, “al momento c’è un sufficiente sostegno internazionale per una conferenza di alto livello che lanci il processo di pace”. Dissente la parte russa, che nel progetto non intravede una reale risoluzione, ma una ratifica della “formula di pace” di Zelensky, che non tiene minimamente conto degli interessi di Mosca e che, pertanto, è inaccettabile.

La presidente della confederazione svizzera Viola Amherd ha probabilmente ridimensionato quelli che sono gli obiettivi di questa conferenza, ritenuta “un primo passo verso un processo di pace”, “sul percorso per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina” ha aggiunto il ministro Cassis. Si dovrà convergere verso un documento dalle ampie intese, da sottoporre successivamente all’attenzione di Mosca.

Data:

12 Aprile 2024