Il rapporto tra scienza e fede mantiene sempre, in ogni tempo, il suo fascino e il suo interesse, ma anche la sua problematicità. È a tutti noto, infatti, come questo tema sia stato e sia a lungo dibattuto ed abbia dato luogo a conflitti e contrasti spesso infelici da ambo le parti con conseguenze a volte gravi sia per la fede, che per la scienza. Per quanto oggi molte difficoltà siano state superate e molte incomprensioni colmate, non è difficile cogliere nella mentalità comune un certo sospetto verso la scienza, da parte del mondo credente, ed un forte disagio da parte del mondo scientifico ad accettare le prospettive de la fede.
Basterebbe questo per capire quanto debito abbia l’universo maschile della Chiesa nei confronti delle donne dotate di ingegno. Il 7 marzo 2024 al Congresso internazionale interuniversitario “Donne nella Chiesa, artefici dell’umano” papa Francesco citò figure di donne che hanno cambiato con il loro esempio l’ambiente che frequentavano, quale la monaca tedesca Ildegarda di Bingen (1098-1179) santa e dottore della Chiesa che ebbe così tanti talenti da aver influenzato innumerevoli settori dello scibile umano, in particolare il mondo della medicina, della farmacologia e dell’arte, ma fu scomunicata, per poi essere reintegrata sei mesi prima di morire. E, tra le tante scienziate dell’antichità, come non ricordare Ipazia? Antesignana della scienza sperimentale, filosofa, matematica, autorevole per cultura e doti didattiche, venne perseguitata per invidia e barbaramente uccisa ad Alessandria d’Egitto l’8 marzo del 415 d. C. (“fatta a pezzi dal clero di Alessandria per compiacere l’orgoglio, l’emulazione e la crudeltà del loro Vescovo Cirillo, successivamente proclamato santo). La storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione. Le donne, escluse dalle università, escluse dall’educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Per secoli le donne che potevano avere accesso all’istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Ma si trattava di donne soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente scienziate.
Affermava Giovanni Keplero:”E’ bene dunque che la donna faccia altre cose e non si impegni nello studio della scienza e della matematica, che le sono innaturali”.
Nicola Pende, uno scienziato che sostenne le leggi razziali fasciste, scriveva che alle donne si dovevano proibire gli studi scientifici: “Sappiamo che il cervello femminile non è per natura sufficientemente preparato per le carriere delle scienze, della matematica, della filosofia, della storia, dell’ingegneria, dell’architettura”.
Ma La Storia riesce sempre, primo o poi, a sovvertire stereotipi e ideologie, con o senza versamenti di sangue.
“Sebben che siamo donne” cantavano le mondine che rivendicavano il loro salario come al solito minore di quello degli uomini.
L’elenco delle donne “note” per aver impresso la loro orma nella storia è lunghissimo mentre non lo è altrettanto quello delle religiose “scienziate” sulle quali si è (volutamente?) fatto scendere il velo dell’oblio. Eppure sono state tante le religiose che si sono dedicate alla scienza. Fermo l’attenzione su quattro suore il cui lavoro certosino è rimasto nel silenzio per decenni fino a quando, nel 2016, non è stato proprio un uomo, potremmo definirlo un santo uomo dal momento che si tratta di un sacerdote, padre Sabino Maffeo dell’Osservatorio Vaticano, che ha voluto portare alla luce l’impegno delle “consorelle scienziate”. Un segno di un mutamento della considerazione verso le donne di talento da parte del pianeta maschile? No. Semplicemente un esempio di uomo illuminato. Un esempio di uomo come tanti ne esistono che hanno rispetto verso le donne e sanno dimostrarlo concretamente nei fatti. A fronte dei tanti che ancora oggi vedono nella bravura femminile una minaccia da annientare con ogni mezzo diretto o subdolo.
A quattro suore scienziate italiane dedico oggi la pagina della rubrica Storia&storie.
Si tratta di Emilia Ponzoni, Regina Colombo, Concetta Finardi e Luigia Panceri che tra il 1910 e il 1922 scoprirono 481.215 stelle riuscendo, sulla base delle lastre fotografiche, a calcolarne posizione brillantezza.
La loro storia risale, dunque, agli inizi del ‘900 quando il Vaticano scelse per la Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica, che fa capo al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, quattro religiose originarie della Lombardia provenienti dall’Istituto Suore di Maria Bambina, la cui casa generalizia si trova ancora oggi nel centro di Milano.
Concedetemi di fare un breve riferimento alla Specola Vaticana.
La Specola Vaticana è l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica, che fa capo al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Le origini della Specola Vaticana vengono fatte risalire alla costruzione della Torre Gregoriana, avvenuta fra il 1578 e il 1580, per permettere gli studi astronomici necessari ad elaborare la riforma del Calendario, voluta da papa Gregorio XIII e promulgata nel 1582. Il principale strumento utilizzato era la meridiana, costituita da una linea retta in marmo bianco che corre lungo il pavimento, parallela alla direzione Nord-Sud, il cui scopo era di misurare l’altezza del sole a mezzogiorno secondo le stagioni meteorologiche.
Le prime osservazioni telescopiche sistematiche eseguite nell’ambito della Santa Sede risalgono, tuttavia, all’attività del Collegio Romano dei Gesuiti. Infatti con motu proprio del 14 luglio 1774, papa Clemente XIV ordinò la fondazione dell’Osservatorio Pontificio del Collegio Romano, allo scopo di ovviare ai problemi di osservazione legati all’architettura dell’edificio, e di dotare lo Stato Pontificio di un primo moderno osservatorio. Ma i progetti non vennero portati avanti e si dovette attendere l’azione, alla fine del XVIII secolo, del cardinale Francesco Saverio de Zelada, che fece costruire a spese del Collegio una torre alta circa 38 metri e acquistò alcuni strumenti astronomici, integrati poi da cannocchiali e orologi di precisione acquistati da papa Pio VII durante la sua permanenza in Francia.
La fondazione della Specola Vaticana avvenne ufficialmente con il motu proprio di Leone XIII Ut mysticam del 14 marzo 1891. L’osservatorio era dotato di una prima cupola girevole di 3,5 metri con apertura di 58 cm, a cui nel giro di pochi anni se ne aggiunsero altre tre, insieme a strumentazioni più moderne acquisite attraverso donazioni. Due anni dopo, la Specola si dotò di un eliografo per la fotografia del Sole, collocato sulla terrazza del Braccio Nuovo dei Musei Vaticani (in seguito trasferito sulla terrazza dell’attuale Monastero Mater Ecclesiae)]. Nel 1909 un grande rifrattore venne collocato sulla cima della torre adiacente alla Palazzina Leone XIII, protetto da una cupola di 8,8 metri.
Una le prime grandi imprese scientifiche della Specola fu, come ho premesso, quella della collaborazione nel progetto internazionale della Carte du Ciel, il primo atlante fotografico delle stelle.
Fra il 1897 e il 1899 gli astronomi più famosi del mondo si riunirono in vari incontri a Parigi per provare a catalogare le stelle attraverso l’opera denominata Catalogo Astrografico (Catalogo AC o Carte du ciel).
Obiettivo dei convegni che si seguirono era quello di disegnare una mappa del cielo e indicare il più precisamente possibile la posizione degli astri. Grazie a quella serie di eventi si ebbe la prima mappatura dell’universo che diede poi il via all’astronomia moderna e alle successive scoperte nello spazio. Agli incontri parteciparono esperti da ogni parte del mondo e anche il Vaticano, grazie alla lungimiranza di Papa Leone XIII, decise di inviare un proprio studioso. Il pontefice era convinto che in questo modo si sarebbe fatto sapere al mondo come la Chiesa cattolica fosse interessata alla scienza e non unicamente preoccupata su questioni teologiche e religiose.
L’esperto scelto dal Vaticano fu il sacerdote Francesco Denza, che passò poi la mano al gesuita John Hagen fatto arrivare appositamente da Washington. Per compiere al meglio i suoi studi, l’astronomo americano fece richiesta per avere alcuni aiutanti per scrivere e riportare diligentemente le coordinate delle stelle. Furono scelte così le quattro suore, che con il tempo diventarono sempre più capaci finché non furono in grado non solo di scrivere i dati, ma anche di usare l’enorme telescopio per scrutare il cielo.

Le quattro sorelle provenienti dall’Istituto Suore di Maria Bambina (la cui casa generalizia si trova tuttora nel centro di Milano) dal 1910 al 1922 scoprirono e catalogarono 400.000 stelle.
Il loro apporto per l’astronomia moderna fu enorme e consentì al Vaticano di essere uno degli Stati che contribuì maggiormente a compilare una delle prime mappe del cielo. Le religiose vennero soprannominate “le donne calcolatrici” per la loro capacità di calcolare le coordinate e le formule da riportare sui fogli».

Il progetto internazionale per la mappatura dello spazio cominciato a fine Ottocento andò avanti fino al 1966 permettendo di catalogare quasi 5 milioni di stelle. Se alcune di queste furono scoperte e studiate da scienziati esperti il merito è da attribuire anche alle quattro suore italiane.
Per quanto riguarda gli asteroidi dedicati alle suore, (627981) Ponzoni è un asteroide di 990 metri situato nella fascia principale, mentre (634659) Colombo è considerato leggermente più grande e più luminoso di Ponzoni. (709193) Concetta Finardi è invece più piccolo dei due precedenti, mentre (714305) Panceri è stimato essere il più grande dei quattro, con un diametro superiore a 1,5 chilometri.

Di molti altri particolari dell’impegno delle suore scienziate parlerò nel mio programma radiofonico settimanale in onda in diretta martedì alle 12.15 e, in replica, giovedì p.v. alle ore 17.30 su RadioRegional (AM – Onde Medie sulla frequenza 1440 kHz o al link:
https://www.regionalradio.eu/onair/shows/storia-storie/
In podcast al link:
https://www.regionalradio.eu/onair/podcast/storiaestorie/
Sulle brave donne
neanche Keplero
diceva tutto il vero.
Nicola Pende
nemmeno le lunghe gonne
con onestà difende.