Il numero di casi confermati di covid nel mondo ha superato i nove milioni, arrivando a 9.003.042, secondo i conteggi della Johns Hopkins university. Gli Stati Uniti rimangono il Paese più colpito, con quasi 2,3 milioni di contagi. Segue il Brasile, con quasi 1,1, poi la Russia, con quasi 600mila casi. Domenica, secondo l’Oms, è stato il giorno in cui è stato registrato il maggior aumento di contagi dall’inizio dell’epidemia, con 183.020 nuovi contagi in 24 ore.
“Sebbene i dati siano ancora preliminari, la recente scoperta che lo steroide desametasone può essere un potenziale salvavita per i pazienti Covid-19 in condizioni critiche ci ha fornito un motivo per festeggiare. La prossima sfida è ora aumentare la produzione e distribuire rapidamente ed equamente il desametasone in tutto il mondo, concentrandosi su dove è maggiormente necessario”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.
“Guidati dalla solidarietà – ha aggiunto Dg Oms – i Paesi devono collaborare per garantire che le forniture siano prioritarie per i paesi in cui vi è un gran numero di pazienti Covid-19 in condizioni critiche e che le scorte rimangano disponibili per il trattamento di altre malattie per le quali è necessario. Fortunatamente, questo è un farmaco economico e ci sono molti produttori in tutto il mondo, che siamo fiduciosi possono accelerare la produzione. È inoltre importante verificare che i fornitori possano garantire la qualità, poiché esiste un rischio elevato di ingresso sul mercato di prodotti scadenti o falsi”.
“La domanda è già aumentata – prosegue Tedros – a seguito dei risultati della sperimentazione che mostrano il chiaro vantaggio apportato del desametasone. L’Oms sottolinea comunque che questo medicinale deve essere usato solo per pazienti grave o critici, sotto stretto controllo clinico. Non ci sono prove che questo farmaco funzioni per i pazienti con malattia lieve o come misura preventiva e potrebbe anche causare danni”.
Altri 23 morti e 218 nuovi casi di Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal bollettino della Protezione Civile. Si tratta dell’incremento giornaliero di vittime più basso dal 2 marzo, quando c’erano stati 18 morti. Sale così a 34.657 il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza, mentre sono 238.720 i casi totali.
In Lombardia, la Regione più colpita, rispetto a ieri si sono registrati altri 143 casi (il 66% del totale). Sono invece 7 le Regioni a zero contagi nelle ultime 24 ore. Per quanto riguarda la situazione negli ospedali, risultano ancora ricoverati con sintomi 2.038 pazienti e altri 127 (21 in meno rispetto a ieri) si trovano in terapia intensiva.
In isolamento domiciliare 18.472 persone. In tutto gli attualmente positivi sono 20.637, in riduzione di 335 rispetto a ieri. Il numero dei guariti sale a 183.426 (+533). E’ stato intanto superato il tetto dei 5 milioni di tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza (sono 5.013.342, di cui 28.972 nelle ultime 24 ore) per un totale di 3.057.902 casi testati.
“Le infezioni ci sono ancora, ma credo che non si possa negare che in questa fase siamo in un situazione di regressione delle infezioni che sta andando molto bene. E’ probabile, e me lo auguro, che alla fine di questo mese potremo arrivare a zero nuovi casi”. Ad affermarlo è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano