Traduci

TAIWAN: L’ARRIVO DI NANCY PELOSI E LE MINACCE CINESI

Prosegue il viaggio della Presidente della Camera statunitense Nancy Pelosi, nel continente asiatico. Il tour dell’esponente democratica prevede la visita in Giappone, Corea del Sud, Singapore e Malesia. Proprio la Malesia è stato l’ultimo Paese lasciato, per approdare a Taiwan, tappa inizialmente non prevista nell’itinerario, ma fortemente voluta da Nancy Pelosi, nonostante il parere negativo sia dello Staff della Casa Bianca, sia di Joe Biden in persona. La portata mediatica e storica della visita a Taiwan in programma per oggi, con arrivo nella serata di ieri, risiede nel fatto che è da 25 anni che nessuna autorità americana visita l’isola di Formosa. Per ultimo, nel 1997, ricordiamo Newt Gingrich, anch’egli presidente del Congresso americano. Ma la situazione è radicalmente cambiata. La Cina rivendica Taiwan da oltre settant’anni, non riconoscendola come Stato a sé. Al contrario, gli Stati Uniti hanno sempre sostenuto Taipei, per motivi ideologici, ma anche strategici e politici, i quali li porterebbero ad agire militarmente in difesa dell’isola. Pechino dal canto suo ha incrementato negli ultimi anni la pressione, militare e politica verso Taiwan, con continue violazioni dello spazio aereo ed interventi militari.
La situazione quindi è incandescente, e la visita di Nancy Pelosi ha una portata enorme, e può fungere sia da momento storico, sia da atto dal rischio altissimo. L’ipotesi, ormai divenuta realtà, di questa visita e faccia a faccia con la la presidente taiwanese Tsai Ing-Wen, che non ha rilasciato dichiarazioni a conferma o smentita della visita, è stata vista da Pechino come una provocazione statunitense, creando forti tensioni politiche e militari nello stretto di Taiwan. La Cina ha infatti avvertito che gli Stati Uniti “pagheranno un prezzo” se Pelosi visiterà Taiwan. La Borsa di Hong Kong ha triplicato le perdite segnate in apertura in scia ai timori di una crisi Usa-Cina per la possibile visita della presidente della Camera americana.

cms_27009/Foto_1.jpg

La Cina ha inoltre avvertito che prenderà tutte le misure risolute necessarie, se la visita targata USA avrà delle volontà sovraniste e d’influenza, su un’area e questione che Pechino reputa di interesse interno. In una conferenza stampa particolarmente tesa, la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha ribadito che la visita a Taiwan sarebbe «sconsiderata e provocatoria», aggiungendo che la colpa sarebbe da attribuire soltanto agli Usa. La parte statunitense «si assumerà la responsabilità e pagherà il prezzo per aver minato la sovranità e gli interessi della Cina», ha continuato Hua. Oltre ciò la Cina ha anche sospeso nella notte l’import di beni alimentari da oltre 180 imprese di Taiwan con una mossa che appare come una prima ritorsione.

Successivamente le autorità cinesi hanno fatto sapere di essere in contatto con gli Stati Uniti proprio per la visita di Pelosi, ha detto il portavoce del ministro degli esteri Hua Chunying. Le accuse cinesi verso Washington non sono finite qui indicando gli USA di «tradimento » e di essere «il più grande distruttore della pace odierna». Il ministro degli Esteri Wang Yi, in una nota, ha detto che il principio della Unica Cina «è il consenso universale, la base politica per gli scambi della Cina con altri Paesi, il nucleo di interessi fondamentali e una linea rossa e di fondo insormontabili». Alcuni politici «si preoccupano solo dei propri interessi, giocano apertamente con il fuoco su Taiwan e diventano nemici di 1,4 miliardi di cinesi che non finiranno mai bene».

cms_27009/Foto_2.jpg

Infine Pechino pare abbia schierato forze militari anche per le strade di Xiamen, città portuale dello Fujian, in prossimità dello stretto di Taiwan, oltre alle numerose mobilitazioni della giornata di ieri, nel Mar Cinese Meridionale. Ulteriori segni della tensione è lo spostamento di Nancy Pelosi, partita da Kuala Lampur. La delegazione statunitense avrebbe seguito una rotta molto più ampia per evitare il mar Cinese meridionale. Secondo il sito web di monitoraggio dei voli Flightradar24, il Boeing C-40C (Spar19) il percorso è stato deviato verso nord puntando verso il Mar delle Filippine e il Canale di Bashi, dove sono schierati la portaerei Usa Ronald Reagan e il suo gruppo d’attacco, vicino a Taiwan. La Reagan, di base a Yokosuka in Giappone, sta operando con l’incrociatore lanciamissili Uss Antietam e il cacciatorpediniere Uss Higgins. A qualche ora dalla notizia della visita, è stato anche registrato un allarme bomba all’aeroporto internazionale civile e militare Taoyuan di Taiwan. Secondo l’agenzia Cna, che cita la polizia di frontiera, le misure di sicurezza sono state rafforzate e vi è la presenza di una “squadra speciale” per garantire la sicurezza dello scalo e dei voli dopo che in mattinata alla Taoyuan International Airport Corp., che gestisce l’aeroporto, sono arrivate minacce sulla collocazione di tre ordigni esplosivi. Occhi puntati quindi su Taipei, dove la partita tra Cina e USA si sta fortemente riscaldando.

Data:

2 Agosto 2022