Lo scorso venerdì il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, si è recata in visita al quartiere Tamburi di Taranto, protagonista di un progetto di riqualificazione nel quale sono stati riversati nove milioni di euro. Gli interventi di bonifica nei quali il Governo aveva deciso di investire hanno riguardato gli istituti scolastici Vico, De Carolis, Deledda, Gabelli e Giusti.
“Il taglio del nastro – ha detto il ministro – è solo un punto di partenza. Ma siamo consapevoli di quanto sia ancora forte l’impegno che il Governo debba mantenere con una città che ha subito importanti irresponsabilità istituzionali […] Quello di oggi è solo un tassello di un progetto più ampio volto a restituirvi il diritto a giocare – ha precisato rivolgendosi ai bambini – in un quartiere in cui non ci siano mai più ordinanze che vietano l’accesso agli spazi pubblici. E, ancora, il diritto alla salute e al lavoro, preceduto da quello all’istruzione”.
Com’era facilmente immaginabile, il comitato di accoglienza per Stefania Giannini non è stato privo di polemiche. Del resto il quartiere Tamburi di Taranto , nel quale sono ubicate le scuole oggetto di riqualificazione grazie coordinata dal commissario straordinario, dott.ssa Vera Corbelli, versa in una disastrosa condizione ambientale a causa dell’ILVA . Come e peggio del resto della città.
“Abbiamo iniziato dalle scuole – ha affermato la Corbelli – per dare un segnale ai bambini che non vogliono farsi più condizionare dalla polvere rossa”.Presenti all’incontro anche il prefetto Umberto Guidato, il vice sindaco Lucio Lonoce, e il vescovo, monsignor Filippo Santoro, le cui parole sono state incisive:
“Ministro, non se ne abbia se accanto a questo contributo di fiducia al quartiere, lei magari avverte una certa apprensione di questa città perché non siamo al traguardo ma alla partenza. Auspico che tassello dopo tassello possa andare completandosi il mosaico di una Taranto risanata nel suo mare e nella sua terra. Da più parti occorre aggredire il problema: eliminando le cause inquinanti, fornendo servizi sanitari adeguati, bonificando l’ambiente, attuando politiche del lavoro che rendano possibile l’alternativa”.
In una lettera aperta, l’avvocato Alessandro Marescotti, presidente della Peacelink, ha elencato le undici cose che non verranno dette e che il ministro non saprà, undici verità che riguardanti i bambini di Taranto. In pochi sanno infatti che più di altri si ammalano. “Giudichi lei e ci dica cosa pensa”.
Una città spaccata in due quella di venerdì: da un lato gli oppositori alla “Buona Scuola” e gli ambientalisti, dall’altro lo Stato assieme all’imponente macchina organizzativa dell’incontro. Sfaccettature di una complessa realtà, in cui tutti hanno ragione. Non è sempre necessario essere in contrapposizione. Perché se è vero che questa città presenta molteplici problemi, è altrettanto vero che nella soluzione più naturale potrebbe celarsi la panacea per guarire i mali, anche quelli più incalliti. Da qualche parte bisognerà pure iniziare. Per migliorare. Per vivere.