Terremoto in Iran, almeno 6 morti e centinaia di feriti
Sale di ora in ora il bilancio delle vittime del forte terremoto che nelle ultime ore ha colpito il nordovest dell’Iran. L’agenzia iraniana Tasnim parla di almeno sei morti e più di 345 feriti. La scossa più forte, di magnitudo 5.9 sulla scala Richter, è stata registrata nella notte a 8 chilometri di profondità vicino alla città di Tark (nella provincia dell’Azarbaijan orientale), ed è stata seguita da altre scosse di minore intensità. Cinque delle vittime sono morte nel villaggio di Varnakesh, nella zona di Mianeh, mentre un’altra è morta nella località di Varzaqan, nell’omonima regione. Le autorità locali temono che il bilancio delle vittime possa ulteriormente aggravarsi.
Lula è libero, l’ex presidente scarcerato dopo 19 mesi
Luiz Inacio Lula da Silva è libero. L’ex presidente brasiliano è uscito dal carcere dopo 19 mesi di reclusione per una condanna per corruzione. “Non vi ho mai dimenticati. Siete la democrazia”, ha detto Lula alla folla che lo ha accolto tra scoppi di petardi e applausi, appena uscito dal penitenziario di Curitiba, nel sud del Brasile. Lula ha definito il presidente Jair Bolsonaro un “elitario” e ha accusato le autorità di “criminalizzare la sinistra”.
I legali di Lula ne avevano chiesto la scarcerazione immediata dopo la decisione con cui i giudici della Corte Suprema hanno stabilito che la pena può essere scontata dal condannato solo una volta che siano state esaurite tutte le possibilità di ricorso in appello.
La decisione della Corte Suprema, tanto attesa, è arrivata con il voto favorevole di sei giudici su 11 e potrebbe portare alla scarcerazione di più di 4.800 detenuti, anche se non in modo automatico.
Lula è stato condannato a 8 anni e dieci mesi di carcere. La decisione della Corte Suprema potrebbe avere conseguenze anche per le persone condannate nel quadro dell’inchiesta ’Lava Jato’, la ’mani pulite brasiliana’. Commentando la decisione arrivata dal Brasile, il presidente eletto dell’Argentina, il peronista Alberto Fernández – per il quale Lula è “ingiustamente detenuto” – ha twittato: “E’ lo stesso che rivendichiamo in Argentina da anni”.
“Lula torna in libertà. Un grande presidente che ha combattuto contro la povertà e per il riscatto del popolo brasiliano”, ha scritto su twitter Paolo Gentiloni.
Ankara annuncia rimpatrio jihadisti dell’Isis, espulsioni da lunedì
La Turchia inizierà lunedì a espellere verso i Paesi d’origine i foreign fighters dell’Isis catturati. Lo ha annunciato il ministro degli Interni turco, Suleiman Soylu, in dichiarazioni riportate dall’agenzia ufficiale Anadolu. . “Vi diciamo che ve li restituiremo”, ha detto il ministro. E ha aggiunto: “Cominceremo a partire da lunedì”.
La Turchia ha minacciato il rimpatrio anche per i jihadisti ai quali i Paesi d’origine hanno revocato la cittadinanza. Con un messaggio rivolto in particolare ai Paesi europei, il ministro era già intervenuto anche la scorsa settimana sottolineando come la Turchia non sia “un albergo per jihadisti dell’Isis di nessun Paese”.
Intanto, sul fronte militare, Ankara ha avviato un’operazione contro i ribelli curdi nel sudest del Paese. Come riporta l’agenzia ufficiale Anadolu, il ministero degli Interni di Ankara ha dato notizia dell’avvio di una “vasta operazione antiterrorismo”. Teatro dell’operazione sono le zone a maggioranza curda di Diyarbakir, Mus e Bingol. L’obiettivo dichiarato è “neutralizzare” gli elementi dei “gruppi separatisti terroristici”, con un chiaro riferimento ai militanti curdi del Pkk, considerato “organizzazione terroristica” dal governo di Ankara. Per l’operazione – nome in codice ’Kiran-5’ – sono stati mobilitati più di 2.600 unità delle forze di sicurezza.
Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha comunicato che l’operazione ’Fonte di pace’ nel nordest della Siria continuerà fino a quando tutti i gruppi terroristici saranno mandati via dalla zona. ’’Abbiamo un confine di 911 chilometri con la Siria. Né la Russia, né gli Stati Uniti o l’Iran ha un confine qui. Useremo i nostri diritti in base all’Accordo di Adana fino a quando questa zona sarà liberata dai gruppi terroristici’’, ha detto parlando ai giornalisti di ritorno dall’Ungheria.
Nuove accuse di stupro contro Polanski
Nuove accuse contro il regista Roman Polanski: stando a quanto riferisce il quotidiano ’Le Parisien’ una donna afferma di essere stata violentata da Polanski quando aveva 18 anni, nel 1975. Allora si trovava in vacanza con un’amica a Gstaad, in Svizzera, nello chalet dei Polanski. Secondo il giornale, le persone con cui la ragazza si confidò all’epoca dei fatti, hanno confermato che la giovane aveva raccontato quanto accaduto poco tempo dopo.
La donna spiega di essersi finalmente decisa a parlare per via del film di Polanski in uscita il 13 novembre in Francia e in Belgio, ’J’accuse’, che ripercorre il caso Dreyfuss, quello dell’ufficiale di artiglieria ebreo alsaziano assegnato allo stato maggiore dell’esercito francese, erroneamente accusato nel settembre 1894 di spionaggio a favore dell’Impero tedesco. Il film prende il suo titolo da quello dell’editoriale che lo scrittore Emile Zola scrisse nel 1898 per denunciare i persecutori di Dreyfus. “E’ sostenibile, con il pretesto di un film, sotto copertura della storia, sentire dire ’J’accuse’ a colui che vi ha marchiato con il ferro, mentre a voi, la vittima, è vietato accusarlo?”, si interroga la donna, Valentine Monnier, citata da ’Le Parisien’.
Incendi ’senza precedenti’ in Australia
Emergenza incendi in Australia. Un numero “senza precedenti” di incendi boschivi minaccia ampie aree del New South Wales e del Queensland, denunciano le autorità. Nel New South Wales, nel sudest, gli incendi sono più di 90, molti in aree colpite dalla siccità, fa sapere il Rural Fire Service (Rfs). Le fiamme sono alimentate da raffiche di vento. Le autorità parlano di “diverse case” distrutte e ci sarebbero persone intrappolate. I soccorritori non riuscirebbero a raggiungerle.
Il commissario dell’Rsf, Shane Fitzsimmons, ha parlato di vittime, ma non ha fornito alcun dettaglio. “Siamo in un territorio inesplorato – ha detto – Non abbiamo mai visto così tanti incendi contemporaneamente a livello di emergenza”. “Sono in fiamme 370mila ettari di terra nel New South Wales”, ha precisato parlando con i giornalisti a Sidney. L’allerta è massima per 15 incendi e più di mille vigili del fuoco sono al lavoro per tentare di domare le fiamme con l’ausilio di 250 mezzi e 20 mezzi aerei. Nel Queensland, nel nordest, gli incendi sono più di 50.