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TERREMOTO NEL GOVERNO FRANCESE

3 luglio 2020, data a suo modo memorabile nella storia recente francese: Edouard Philippe cessa il suo incarico da Primo Ministro del governo di Francia, rassegnando le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Che, adesso, si trova costretto ad accelerare l’inizio di “un nuovo percorso con una squadra, cavalcando l’onda ecologica che ha caratterizzato le municipali”, aggiungendo che aveva scelto Philippe “anche se non aveva fatto la campagna elettorale con il sottoscritto e non era della mia formazione politica, ma aveva lo stesso approccio di apertura”. Considerando il periodo dal quale parte dell’Europa deve ancora deve riaffiorare del tutto, la pandemia da Coronavirus, l’abbandono di Philippe suona paradossale: la sua popolarità è, molto probabilmente, ai massimi storici, considerata l’importanza che riveste per il centro-destra.

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Classe 1970, Edouard Charles Philippe cresce, ironia della sorte, in una famiglia di sinistra. Consegue il baccalaureato (l’equivalente del nostro diploma) a Bonn e la laurea all’Istituto di Studi Politici di Parigi nel 1992. Durante quegli anni è politicamente vicino al Partito Socialista, sostenendo l’allora primo ministro Michel Rocard. Philippe apre la sua carriera professionale nel 2001, come vicesindaco del comune di Le Havre. A partire da quell’anno inizia ad allontanarsi dalle posizioni socialiste per abbracciare quelle di destra. Fonda insieme ad Alain Juppé l’UMP, di cui rimane direttore generale dei servizi fino al 2004. Sino al 2008 è consigliere regionale dell’Alta Normandia.

Nello stesso anno viene eletto consigliere generale della Senna Marittima (sempre per il comune di Le Havre), ricoprendo la carica di assessore. Nel 2010, il 24 ottobre, diventa sindaco di Le Havre. Alle elezioni presidenziali del 2017 sostiene Alain Juppé, appoggiandone la candidatura alle primarie del Partito Repubblicano. Stesso dicasi per il supporto a François Fillon, interrotto dopo il divampare degli scandali a danno del candidato. In ossequio alla “legge sul cumulo dei mandati” rinuncia a candidarsi per le elezioni legislative dello stesso anno. Ma nel governo ci entra comunque, venendo nominato primo ministro da Macron. A questa carriera si aggiungono tre onorificenze, una francese e due straniere: il Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Nazionale al Merito (22 novembre 2017), l’Ufficiale Onorario nell’Ordine dell’Australia (11 novembre 2018) e il Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito (Senegal, 2019).

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È indubbio che il governo transalpino perda una valida figura, oltre che un politico di livello, come sottolineato anche dallo stesso Macron: “Negli ultimi tre anni siamo riusciti a fare cose senza precedenti”. Però, “non è tutto oro quel che luccica”: nonostante il sottolineare – da parte del presidente – il “rapporto di fiducia unico” con il dimissionario Philippe, questa vicenda altro non è se non la cronaca di una separazione annunciata. Emmanuel Macron aveva promesso al suo popolo un cambiamento, e ciò sta avvenendo: nell’arco di pochi giorni dovrebbero lasciare altri ministri, tra i quali quello del lavoro, come anticipa una fonte di Le Parisienne. Non a caso, Philippe è stato prontamente sostituito da Jean Castex, del partito Les Républicains, già sindaco di Prades nonché membro della commissione deputata alla gestione della fase 2 dopo il lockdown. Ulteriori dettagli sul rimpasto di governo giungeranno, stando alle indiscrezioni, entro il prossimo mercoledì.

Data:

3 Luglio 2020