Banksy, a British artist and writer whose identity is still unknown, is considered one of the leading exponents of contemporary street art. His works are often laced with satire and deal with universal subjects such as politics, culture, and ethics. The shroud of mystery that, by choice and out of necessity, is perpetuated when we talk about Bansky has turned him into an absolute legend of our day and age.
His visual protest engages with a vast and heterogeneous public and has made him one of the best loved artists among the younger generations. Although many Bansky exhibitions have been organized by art galleries and other exhibition spaces, a public Italian museum has never hosted a monographic exhibition of his work. Until now that is.
For the first time ever, the MUDEC-Museo delle Culture di Milano is hosting a retrospective on the British artist’s work. The exhibition is not authorized by the artist, like all those that have been devoted to his work until now. Banksy continues to defend his anonymity and independence from the art system. “A Visual Protest. The Art of Banksy”, at MUDEC from 21 November 2018, is curated by Gianni Mercurio, showcasing about 80 works including paintings, sculptures and prints by the British artist, accompanied by objects, photographs, and videos, about 60 album and CD covers, which the artist himself curated, and about forty pieces of memorabilia (lithographs, stickers, prints, magazines, fanzines, tickets, promotional flyers), that retrospectively describe the work and thinking of Banksy.
A path that is in its own way academic and unusual, but coherent with the mission of a museum like MUDEC, i.e. that of providing all types of audiences with a key to the interpretation (and appreciation) of the cultures of the world and the major themes of our contemporary age by way of the visual, performative, and sound arts. Promoted by the Comune di Milano-Cultura and 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, which is also the producer, A Visual Protest.
The Art of Banksy, conceived by Madeinart, is divided into several sections aimed at stimulating our critical reflection and (what may be) Banksy’s place within the more general context of the history of contemporary art. The exhibition is also part of a vaster scientific project conceived by MUDEC called “Geografie del futuro”, a tale on “geographical knowledge” envisioned as the vision of territories and cultures and the crossing of borders, seen through the lens of various subjects for study.
The Museo delle Culture along with its visitors ponders the theme of geography, seeking to understand which types of “geography” will define the confines of our knowledge of the world in the future, in a way that increasingly reduces spaces thanks to technology, and where the places and non-places to explore become more and more complex and elusive.
In particular, in Banksy’s art the relationship with geography and the landscape are connoted by absolutely “social” features: the relationship with the human landscape in which Banksy expresses himself, often in war zones, which even politics and institutions struggle to reach, the experimental approach, the theory of “psychogeography” inspired by Situationism, according to which the space of the artist is the territory. A Visual Protest. The Art of Banksy is the third exhibition in the overall project called “Geografie del futuro”.
Mostre in corso a Milano.
“L’arte di Banksy. Un progetto visivo” al MUDEC
Banksy, artista e writer inglese la cui identità rimane tuttora nascosta, è considerato uno dei maggiori esponenti della street art contemporanea. Le sue opere sono spesso connotate da uno sfondo satirico e trattano argomenti universali come la politica, la cultura e l’etica. L’alone di mistero che, per scelta e per necessità, si autoalimenta quando si parla della figura di Banksy lo fa diventare un vero e proprio mito dei nostri tempi. La sua protesta visiva coinvolge un vastissimo ed eterogeneo pubblico e ne fa uno degli artisti più amati dalle giovani generazioni.
Sono già state organizzate diverse mostre su Banksy presso gallerie d’arte e spazi espositivi, ma mai un museo pubblico italiano ha ospitato finora una sua monografica. Il MUDEC-Museo delle Culture di Milano per la prima volta ospita all’interno delle sue sale una retrospettiva sull’artista inglese.
Sarà una mostra non autorizzata dall’artista, come tutte quelle a lui dedicate prima d’ora, in quanto Banksy continua a difendere il proprio anonimato e la propria indipendenza dal sistema.
“A Visual Protest. The Art of Banksy”, in mostra al MUDEC dal 21 novembre 2018, è un progetto espositivo curato da Gianni Mercurio, che raccoglierà circa 80 lavori tra dipinti, prints numerati (edizioni limitate a opera dell’artista), corredati di oggetti, fotografie e video, circa 60 copertine di vinili e cd musicali da lui disegnati e una quarantina di memorabilia (litografie, adesivi, stampe, magazine, fanzine, flyer promozionali, che racconteranno attraverso uno sguardo retrospettivo l’opera e il pensiero di Banksy. Un percorso a suo modo accademico e insolito, ma coerente con la mission di un museo come il MUDEC, ovvero quella di fornire a ogni fascia di pubblico le chiavi di lettura per comprendere (e apprezzare) le culture del mondo e i grandi temi della contemporaneità attraverso tutte le arti visive, performative e sonore.
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, che ne è anche il produttore, la mostra A Visual Protest. The Art of Banksy, ideata da Madeinart, si articolerà attraverso sezioni, che porteranno a una riflessione critica su quale sia (e quale potrà essere) la collocazione di Banksy nel contesto più generale della storia dell’arte contemporanea.
La mostra rientra inoltre nel più ampio progetto scientifico concepito dal MUDEC “Geografie del futuro”, un racconto sul “sapere geografico” inteso come rilevamento di territori e di culture e superamento dei confini, letto attraverso la lente di diverse discipline di studio.
Il Museo delle Culture rifletterà insieme ai visitatori sul tema della disciplina geografica, cercando di capire quali tipi di “geografie” definiranno i confini della nostra conoscenza del mondo nel futuro, in un mondo che riduce sempre più gli spazi grazie alla tecnologia, e dove i luoghi e i non-luoghi da esplorare diventano sempre più complessi e elusivi. In particolare, con Banksy la relazione con la geografia e il paesaggio si connota di tratti assolutamente “sociali”: la relazione con il paesaggio umano nel quale Banksy si esprime, spesso in zone di conflitto, l’attitudine sperimentale e l’interesse verso la teoria della “psicogeografia” di matrice situazionista, secondo cui lo spazio di azione dell’artista è il territorio. A Visual Protest. The Art of Banksy rientra come terza mostra nel progetto di “Geografie del futuro”, insieme alle mostre già in corso.