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TIKTOK – L’app con l’algoritmo che sa bene cosa ci piace

Il segreto è la sua forza, tanto che non è disposta a farlo conoscere a nessuno. TikTok è il social di tendenza ormai da un po’ di tempo, amato e odiato allo stesso tempo, divisivo quanto basta da essere messo a rischio cancellazione soprattutto dal governo americano. Il divario con altre piattaforme del mondo social risiede in particolar modo nel suo segretissimo algoritmo, una versione così evoluta ed efficace rispetto ad altri competitor del digitale che potrebbe essere assimilato a una sorta di intelligenza artificiale in grado di monitorare enormi volumi di parametri e di aver la capacità di saperli usare al fine di avere un quadro ben preciso e dettagliato dell’utente e di quello che potrebbe piacergli. Per fare qualche esempio sulla funzionalità e precisione del suo algoritmo, basti solo dire che è in grado di verificare il tempo di visione di un video, la sua eventuale condivisione, i click e i commenti, cosa l’utente guarda dopo, la musica ascoltata, l’argomento, da quale dispositivo lo si guarda, e molto altro ancora. La mole dei parametri viene usata poi per costruire il profilo del singolo utente, una caratteristica che dunque decreta il successo di TikTok, un successo intergenerazionale.

Imparare da ciò che fa l’utente con l’app (learning by doing), carpirne i gusti e le tendenze, per poi proporgli contenuti sempre interessanti per tenerlo il più a lungo possibile sull’app, è la peculiarità che ha decretato il successo di TikTok, successo che risiede non solo sulla potenza di un algoritmo in grado di scoprire i gusti di ogni singolo utente ma anche di far leva sulla ridotta attenzione di ognuno di noi su una determinata cosa per un certo lasso di tempo. Sviluppatori e creator dunque lavorano sul cercare di tener viva e sempre accesa l’attenzione assieme al proporre contenuti che richiedono un livello attentivo ridotto. Lo scroll di un video diviene, sotto questo punto di vista, la cifra stilistica di un’app che amplifica a dismisura una sensazione di loop autoalimentato grazie alla nostra bassa soglia di attenzione e a un’elevata sensazione di noia incombente.

La capitalizzazione di TikTok delle nostre debolezze attraverso la somministrazione continua di intrattenimento in pillole, porta i vari utenti ad avere tempi medi di visione intorno ai 10-15 secondi per ogni clip, con una ulteriore media sui video guardati al giorno che si aggira sugli 80 minuti, tutti dati preziosi per lo sviluppo e l’implementazione dell’IA alla base della piattaforma. TikTok insomma ha probabilmente trovato la ricetta giusta per sbaragliare la concorrenza nel mercato dei social; dalla sua ha un imprinting tale da parte dell’utente da rendere la piattaforma user friendly a chiunque, occasionali e non. Vi sono poi componenti accessorie, ma neanche tanto, che sono collegate al potenziale di popolarità che ogni utente di TikTok può raggiungere in men che non si dica, coinvolgendo anche persone che ben poco hanno avuto a che fare con i social e soprattutto con il mondo patinato. Dopo poco tempo qualsiasi video diventa un trend e viene condiviso, trasformato in una tendenza con tanto di hashtag. Per essere famosi, anche se per una parentesi di poche settimane, basta sperimentare la ricetta vincente di TikTok, una ricetta che si basa, come detto da Adam Greenfield, nel «concepire noi stessi come sistemi nervosi in continuità virtuale con il mondo che sta al di là di ogni muro, in fusione con esso grazie alla congiunzione dei nostri smartphone».

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Data:

6 Maggio 2024
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