In tempi di “fake news”, ripetuti attacchi ai media e continui tentativi di manipolare l’informazione una delle più importanti riviste americane, il Time ha dedicato quattro copertine ai giornalisti che sono finiti nel mirino del potere di turno e ad una testata simbolo di una battaglia ancor più ampia. Giornalisti in pericolo, giornalisti che combattono per la verità, quelli che lo fanno per mestiere, anche se a volte, oggi troppo spesso, accade che per quel loro mestiere muoiano. Giornalismo con la G maiuscola mentre noi oggi diventiamo dei nani lasciando svanire dalla nostra memoria le tante guerre e tragedie che non hanno spazio nella storia contemporanea, ma che tocca tutti noi. Per la copertina dedicata alla persona dell’anno il Time ha scelto un gruppo di giornalisti che ha definito i “guardiani della verità” e accumunati dalla colpa di aver svolto bene il loro lavoro e per questo sono sotto attacco.
Tra di loro spicca il nome di Jamal Khashoggi il reporter saudita brutalmente assassinato nel Consolato di Istanbul per il quale si è sfiorata una grave crisi diplomatica internazionale, gli altri premiati sono la redazione di Capital Gazzette giornale diAnnapolis (USA) che nel giugno scorso è stato oggetto di un attacco terroristico in cui hanno perso la vita cinque giornalisti, la direttrice del sito di informazione online Filippino Rappler, Maria Ressa sottoposta a censure e minacce da parte del regime di Duterte, ed infine i giornalisti Birmani della Reuters Wa Lone e Kyaw Soe Oo contro i quali è stato montato un processo alquanto discutibile con accuse giudicate tendenziose e conclusosi dopo un anno di carcerazione preventiva con una condanna di sette anni di prigione con l’accusa di violazione delleleggi sulla segretezza.
Il direttore della rivista Edward Felsenthal ha dichiarato: “studiando le scelte per il2018 ci è apparso chiaro che l’abuso e la manipolazione della verità sono stati il comune denominatore di tante delle più grandi storie dell’anno”. Sempre secondo il giudizio di Felsenthal: “quest’anno era troppo presto, ma per come stanno andando le cose potrebbe toccare a Mueller la copertina della personadell’anno 2019”riferendosi all’ex capo dell’F.B.I. e nemesi del presidente del Russiagate. E’ la seconda volta consecutiva che il Time sceglie di portare in copertina un gruppo di persone e non una sola, infatti nel 2017 aveva scelto un gruppo di donne che avevano deciso di rompere il silenzio contro le molestie sessuali dando vita al movimento Mee Too che ha portato una serie di accuse agli uomini di potere in tutto il mondo. Il magazine Time iniziò nel 1927 a pensare alla copertina all’uomo dell’anno per poi arrivare nel 1999 a scegliere in modo più neutro la persona simbolo dell’anno (donna, uomo o gruppo che sia).