The cycle of exhibitions of contemporary sculpture in the Boboli Gardens continues with the artworks by Tony Cragg, one of the greatest names on the international scene today.
Bright steel geysers stand out against the sky of Florence, bronze stalagmites of prehistoric appearance and gigantic resin flowers sprout out of the gravel and between the hedges, colossal and candid stems, hilly eruptions and elliptical shapes, colossal interweaving of imaginary fossil forests, metal flows that shake, twist and fold, caught in the last soft phase before solidify: Tony Cragg’s monumental sculptures offer an unexpected dialogue, between associations and dissonances, with the orderly nature of the Boboli Gardens and the panorama of the city, between their layered, fragile and organized historical fabric and the primordial force of the sculptural material.
The exhibition Tony Cragg at Boboli Gardens presents sixteen works by the English master, one of the most famous and acclaimed exponents of contemporary sculpture, scattered in the most evocative places of the garden, to tell the last twenty years of the artist’s work, from 1997 to the present day. With their imposing but poetic presence, the sculptures accompany the visitor on a journey of amazement and knowledge, which provides a new interpretative key not only to the sculptures themselves, but also to the space that hosts them. It is as if the unexpected plastic presences that now suddenly appear in the open spaces and meadows of the Boboli Gardens – near the Grotta del Buontalenti, in the Anfiteatro, in front of the Palazzina della Meridiana and so on – suddenly reveal the energy and the irrepressible underground force of these hills, these familiar and comforting views, ordered by architects and gardeners over the centuries. But here, with Cragg’s sculptures, Matter joins History, displacing us. The role that Tony Cragg attaches to sculpture is precisely this: starting from an incessant and restless exploration of matter and its relationship with the environment that surrounds us, new meanings, dreams and languages emerge.
“This is the first time that a main Italian museum has dedicated a monographic exhibition to Tony Cragg – comments Eike Schmidt, director of the Uffizi Galleries – and the Boboli Gardens, with their natural wonders, works of ancient art and highly rational structure, are the perfect theatre for this exhibition. In fact, the theme of sculpture in the park, central to the artist’s poetics, necessarily includes forms inspired by nature and its mysterious power, created by Cragg to provoke a strong reaction in the observer, whether it be pure emotion or intellectual interpretation”.
Born in Liverpool in 1949, Tony Cragg lives and works in Wuppertal, Germany, since 1977. This is where his studio is located, not far from the Skulpturenpark Waldfrieden, a lively exhibition centre dedicated to contemporary sculpture, created by Cragg in 2008. Active on the art scene since the late 1970s, Cragg has dozens of exhibitions in galleries, museums, parks around the world. He also participates in major contemporary art exhibitions such as documenta or Biennale di Venezia.
For a long time, he has combined artistic activity with teaching at the Kunstakademie Düsseldorf and the Universität der Künste (UdK) in Berlin. He has received important awards and honours including the prestigious Turner Prize (1988), Shakespeare Prize (2001), and the Praemium Imperiale for Sculpture (2007).
Tony Cragg in mostra presso il Giardino di Boboli di Firenze
Statue monumentali “dialogano” con il panorama della città
Continua la serie di mostre di scultura contemporanea al Giardino di Boboli, stavolta con uno dei massimi nomi in campo internazionale, Tony Cragg.
Geysers di acciaio brillante si stagliano contro il cielo di Firenze, dalla ghiaia e tra le siepi spuntano stalagmiti di bronzo di apparenza preistorica e giganteschi fiori di resina, steli colossali e candidissimi, eruzioni collinari e forme ellittiche, intrecci colossali di immaginarie foreste fossili, colate di metallo che sussultano, si torcono e si ripiegano, colte nell’ultima fase molle prima di rapprendersi: le sculture monumentali di Tony Cragg propongono un dialogo inaspettato, tra associazioni e dissonanze, con l’ordinata natura del Giardino di Boboli e con il panorama della città, tra il loro tessuto storico stratificatissimo, fragile e organizzato e la forza primordiale della materia scultorea.
La mostra Tony Cragg a Boboli presenta sedici opere del maestro inglese, uno dei più noti e acclamati esponenti della scultura contemporanea, disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino, per raccontare gli ultimi venti anni del lavoro dell’artista, dal 1997 ad oggi. Con la loro imponente ma poetica presenza esse accompagnano il visitatore in un percorso tra stupore e conoscenza, che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture stesse, ma anche dello spazio che le ospita. È come se le inaspettate presenze plastiche che ora spuntano d’un tratto negli spiazzi e sui prati del Giardino di Boboli – nei pressi della Grotta del Buontalenti, nell’Anfiteatro, di fronte alla Palazzina della Meridiana e via dicendo – rivelassero d’un tratto l’energia e l’insopprimibile forza sotterranea di queste colline, di questi scorci familiari e confortanti, ordinati da architetti e giardinieri nel corso dei secoli. Ma ecco, con le sculture di Cragg, che la Materia si affianca alla Storia, spiazzandoci. Il ruolo che Tony Cragg attribuisce alla scultura è proprio questo: partendo da un’incessante e inquieta esplorazione della materia e della sua relazione con l’ambiente che ci circonda, emergono nuovi significati, sogni e linguaggi.
“È la prima volta che un grande museo italiano dedica una mostra monografica a Tony Cragg” commenta Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi “e il Giardino di Boboli, con le sue meraviglie naturali, le opere d’arte antica e la sua struttura fortemente razionale, è il teatro perfetto per questa mostra. Infatti il tema della scultura nel parco, centrale nella poetica dell’artista, include necessariamente forme ispirate alla natura e alla sua forza misteriosa, che Cragg crea per suscitare una reazione forte nell’osservatore, che sia di pura emozione o di interpretazione intellettuale”.
Nato a Liverpool nel 1949, Tony Cragg vive e lavora dal 1977 in Germania, a Wuppertal. Qui si trova il suo studio e non lontano lo Skulpturenpark Waldfrieden, vivace centro espositivo dedicato alla scultura contemporanea, al quale ha dato vita nel 2008. Attivo sulla scena artistica dalla fine degli anni Settanta, Cragg ha oggi all’attivo decine di mostre in gallerie, musei, parchi di tutto il mondo nonché la partecipazione alle principali rassegne d’arte contemporanea come Documenta o la Biennale di Venezia. Per molto tempo ha affiancato l’attività artistica all’insegnamento presso la Kunstakademie Düsseldorf e la Universität der Künste (UdK) di Berlino. Ha ricevuto numerosi premi e onorificenze tra cui i prestigiosissimi Turner Prize (1988), Shakespeare Prize (2001), e il Praemium Imperiale for Sculpture (2007). La mostra è curata da Eike Schmidt, Jon Wood e Chiara Toti.