“Andrea Mantegna, la nascita del codice del Rinascimento”: questo il titolo della mostra che si terrà nella cornice dell’antica residenza sabauda di Palazzo Madama di Torino, dal 12 dicembre fino al 4 maggio del 2020.
Da Padova a Mantova, è questa la zona padana esplorata da Andrea Mantegna, che nelle sue opere ha saputo attingere dal classicismo per creare qualcosa di nuovo e lasciare una vivida impronta nel Rinascimento italiano.
Lo stesso artista era riconosciuto per il grande realismo con cui raffigurava i corpi, frutto di intensi studi sull’anatomia umana, al pari di altri grandi del passato, tra cui Leonardo da Vinci e Michelangelo.
La mostra esplorerà gran parte della carriera artistica del Mantegna, facendo immergere lo spettatore nel periodo rinascimentale. Saranno esposte più di cento opere riunite dalle più grandi collezioni internazionali. Da annoverare il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Cincinnati Art Museum, il Liechtenstein Museum di Vienna, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Antoniano, i Musei civici di Padova e il Museo di Capodimonte di Napoli.
La rassegna sarà curata da Sandrina Bandera e dallo scozzese Howard Burns, già curatore di altre mostre d’arte che si sono tenute in Italia, tra cui “Palladio e Verona” (1980) a Verona, “Raffaello Architetto” (1984) a Roma, “Giulio Romano” (1988) a Mantova e “Francesco di Giorgio” (1993).
L’esposizione sarà divisa in sei sezioni che racconteranno la storia del Mantegna dalla giovinezza fino alla sua esplosione artistica alla corte dei Gonzaga.
Inoltre, durante la stessa verrà presentato anche da un grande affresco staccato dalla cappella Ovetari, parte del transetto destro della chiesa degli Eremitani di Padova.
Qui sono conservati solo una parte di un ciclo di affreschi realizzati da Mantegna dedicati a San Giacomo e San Cristoforo, in quanto l’altra fu bombardata nel 1944 durante la seconda guerra mondiale. Questa, infatti, è stata considerata una delle maggiori perdite per il patrimonio artistico italiano. Alcuni frammenti sono stati ricomposti con un restauro terminato nel 2006.