Museo di Sperlonga: testa d’Ulisse
Sei dì navigammo e notti sei
e, col settimo sol, della sublime
Città di Lamo dalle larghe porte,
di Lestrigonia pervenimmo a vista”.
Bello ed ampio n’è il porto: eccelsi scogli
cerchiando d’ogni parte e fra due punte,
che sporgon fuori e ad incontrar si vanno,
s’apre un’angusta bocca. I miei compagni,
che nel concavo porto a entrar fur pronti,
propinque vi tenean le ondivaganti
navi ed avvinte tra lor.
Io sol rimasi col naviglio fuori,
che al sasso estremo, con intorta fune
raccomandai: poi sulla rupe asceso
quando si discopria miravo intorno”
Ulisse sceglie due marinai e un araldo e li fa scendere a terra per esplorare i luoghi.
Questi incontrano, presso la fonte Artacia, la figlia del re dei Lestrigoni Antifate e le chiedono
“chi del loco re fosse e su qual gente avesse impero
le domandaro ed ella pronto l’alto
loro additò, con man, tetto del padre.
…che disegnò lor tosto
morte barbara e orrenda. Uno afferronne
che gli fu cena: gli altri due con fuga precipitosa giunsero alle navi.
Di grida intanto la cittade empiea
Antifate. I Lestrigoni l’udiro
E accorrea chi da un lato e chi dall’altro:
forti di braccio, in numero infiniti
e giganti alla vista. Immense pietre
così dai monti a fulminar si diero
che d’uomini spiranti e infranti i legni
sorse nel porto un suon tetro e confuso.
…il mio naviglio
lietamente schivò: ma gli altri tutti
colà restaro sfracellati o spersi”
(Odissea V – 106=174 Ulisse e Lestrigonia)
Museo di Sperlonga: accecamento di Polifemo
Ulisse è in alto che indirizza il palo acuminato verso l’occhio del gigante che dorme. Del gruppo sono giunti a noi frammenti anche consistenti come ad esempio la testa di Ulisse. il tutto è stato ricostruito integrando le parti mancanti con resina e gesso. L’intero gruppo era collocato nella grotta a mare compresa nella villa dell’imperatore Tiberio. Di questo complesso ne parlano Svetonio e Tacito che ricordano un episodio drammatico accaduto nelle grotta (spelunca) nell’ottobre del 26 dopo Cristo. Tiberio mentre banchettava sfuggì alla morte grazie al Prefetto Pretorio Seiano che lo riparò dal crollo di alcune rocce. Molti dei conviviali perirono (“multisque convivarum et ministrorum elisis”)
Fanciulla panneggiata: originale II-III secolo a.C. oppure replica di età romana.
Secondo Hans Lauter sarebbe Circe. L’ipotesi è suffragata dal ritrovamento negli scavi di tre porcellini di marmo che ora sono esposti accanto alla statua.