Tracollo Pd, e ora?Tracollo Pd, e ora?
Ricostruire “un campo progressista” con un “Partito democratico rinnovato al centro” oppure “ripensare tutto” superando il Pd? Gli esponenti dem tirano le somme all’indomani della pesante sconfitta subita ai ballottaggi delle amministrative. Il crollo delle roccaforti rosse Toscana ed Emilia Romagna, espugnate inesorabilmente dal centrodestra, ha acceso un dibattito interno sul futuro del Partito Democratico. Se da un lato l’ex ministro Carlo Calenda rilancia la proposta di un ’Fronte repubblicano’ per “andare oltre il Pd”, il segretario reggente Maurizio Martina si schiera a favore del partito ammettendo però la necessità di un “ripensamento collettivo”.
“Navigazione a vista sta portando il centrosinistra all’irrilevanza proprio quando l’Italia ne avrebbe più bisogno”, scrive Calenda su Twitter, invitando a “ripensare tutto: linguaggio, idee, persone, organizzazione. Allargare e coinvolgere su una nuovo manifesto. Andare oltre Pd. Subito!”. “Sono d’accordo sul ripensamento complessivo, abbiamo tanto da cambiare nei linguaggi e nelle idee ma non sono d’accordo sul superamento del Pd”, replica Martina a Radio Capital, proponendo la “ricostruzione di un campo progressista, democratico di centrosinistra con un Partito democratico rinnovato al centro”. “Dobbiamo metterci al lavoro per cambiare tanto di noi – aggiunge – Dobbiamo costruire risposte nuove”.
Poi, su Facebook, in un lungo post, scrive: “Dobbiamo riscrivere il nostro progetto dalle fondamenta”. Perché “serve capire la natura di questa destra, delle sue parole d’ordine e del suo radicamento. Dobbiamo tornare a studiare i cambiamenti nei territori e nella società. Si è detto: prima ascoltare, più che parlare. Sono d’accordo”. Per Martina “il campo dell’alternativa può crescere con un vero lavoro costituente, fatto prima di tutto di nuove idee e certamente anche di strumenti e forme differenti”. E ancora: “Il lavoro da fare per il Pd e per il centrosinistra è profondo e non si risolve in una battuta o in qualche settimana – aggiunge – . Lo dico a me stesso, innanzitutto: formule magiche facili non ce ne sono, scorciatoie neppure”.
Esclude il fronte repubblicano l’ex ministro Andrea Orlando. “E’ una delle formule di cui parleremo al congresso – puntualizza ai microfoni di Radio Anch’io – ma questo non è il momento di parlare di formulette”. “Sicuramente si è intaccato qualcosa nel rapporto col territorio – aggiunge – ci sono risultati positivi imprevisti come Roma e Brindisi, ma impressiona la vittoria della destra nelle regioni rosse. Ci sono gli elementi per una riflessione molto seria e l’apertura di una fase costituente”. Per Orlando, al Pd “serve anche un nuovo vocabolario, bisogna rivedere l’impianto teorico: non si tratta di organigrammi o figurine. Bisogna parlare di condizioni materiali delle persone, dello spaesamento per i cambiamenti sociali, di scuola e sanità, e non di fronte repubblicano”.
Secondo Nicola Zingaretti, invece, “un ciclo storico si è chiuso”. “In questi anni non ci sono sfuggiti i dettagli ma il quadro di insieme. C’è un lavoro collettivo da realizzare. Deve partire subito e coinvolgere non solo il Pd”, scrive su Facebook il presidente della Regione Lazio, secondo cui “vanno ridefiniti un pensiero strategico, la nostra collocazione politica, le forme del partito e il suo rapporto con gli umori più profondi della società italiana, l’organizzazione della partecipazione e della rappresentanza nella democrazia”. “È il momento del coraggio, della verità e della responsabilità”, conclude Zingaretti.
Salvini: “Hotspot ai confini esterni della Libia”
“Quando parlavo di centri di protezione e identificazione da aprire ai confini della Libia, intendevo ai confini esterni della Libia“. E’ quanto tiene a precisare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, durante la conferenza al Viminale, dopo il rientro dalla Libia. Oggi Tripoli, per voce del vicepremier Ahmed Maitig, aveva messo in chiaro: “Rifiutiamo categoricamente la presenza di campi per migranti in Libia. Questo non è accettato dai libici né è consentito dalla legge libica”.
“Raramente ho riscontrato una comunione di intenti come oggi con il presidente libico Serraj e con tutte le autorità che ho incontrato: c’è totale condivisione tra la Libia e l’Italia mentre non si può dire lo stesso tra la Libia e la Ue o tra la Libia e altri Paesi europei che lì hanno fatto solo danni” dice Salvini che riferisce di aver “visitato un centro nel cuore di Tripoli assieme alla Unhcr per mille immigrati e l’ho trovato all’avanguardia“.
Quanto agli hotspot da aprire ai confini della Libia, il titolare del Viminale spiega che “Niger, Mali, Ciad, Sudan, sono tutti coinvolgibili ma serve un’azione forte della Unione europea, come fu fatto con la Turchia per i confini Est. Inoltre, ci piacerebbe che l’azione francese in Niger fosse più operativa: ma non do lezioni ai francesi altrimenti poi Macron si offende…“.
Il ministro dell’Interno sottolinea ancora che “la logica di Dublino va totalmente superata: la priorità italiana è la protezione delle frontiere esterne e spero ci sia un accordo fra i Paesi membri della Ue: in quattro anni, noi abbiamo avuto 650mila sbarchi e siamo terzi nel mondo dopo Germania e Usa per concessione del diritto d’asilo”.
“MACRON PIU’ CATTIVO DI ORBAN” – In tal senso, per il ministro dell’Interno “quando la Ue avrà garantito la protezione delle frontiere esterne, su cui siamo d’accordo con Orban e il gruppo di Visegrad, allora si potrà ragionare sulla ricollocazione interna all’Unione europea. Ma l’Ungheria ’cattiva’ non avrebbe ricollocato dall’Italia soltanto 300 migranti mentre la Francia ’buona’ non lo avrebbe fatto per 9.000. Dunque, se Orban è cattivo Macron lo è molte volte di più“.
“LIFELINE FUORILEGGE” – Salvini conferma quindi la linea dura con le ong e riguardo a Lifeline ribadisce: “Questa nave, che batte bandiera dubbia, è una imbarcazione fuorilegge e ovunque dovesse attraccare andrebbe sequestrata e il suo equipaggio posto in stato di fermo“.
“La Guardia costiera italiana ha avuto disposizioni di non raccogliere gli Sos delle navi ong cariche di migranti? Dovete chiedere al ministro Toninelli, ma se così fosse, questa decisione avrebbe il mio totale sostegno” risponde poi il ministro dell’Interno durante la conferenza al Viminale.
Governo al lavoro sui vaccini
A quanto si apprende il governo sta lavorando a un provvedimento in tema di vaccinazioni . Sul tavolo dei ministeri competenti ci sarebbe la legge sull’obbligatorietà scolastica, fortemente voluta dall’allora ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e attaccata nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un tema sul quale il ministro Giulia Grillo ha già sottolineato la competenza del suo dicastero. “Stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore, capace da una parte di garantire la frequenza dei bambini negli asili nido e che, dall’altra parte, metta al centro del dibattito parlamentare la revisione dell’impianto del decreto legge Lorenzin” aveva affermato in una nota Giulia Grillo. Intanto si avvicina a grandi passi la scadenza del 10 luglio, data ultima per presentare la documentazione comprovante l’effettuazione dei vaccini obbligatori per l’iscrizione alla scuola dell’obbligo per il 2018/19.
Si lavora al dossier, dunque, e sul tavolo ci sarebbero varie ipotesi. A quanto si apprende, la soluzione non dovrebbe prevedere la formula del decreto legge: si tratta di un tema che coinvolge direttamente anche il Miur, dal quale non trapela nulla. Per il ministro Marco Bussetti si tratta infatti di un tema di salute “che va affrontato tenendo bene a mente l’articolo 32 della Costituzione”. L’obbligatorietà, aveva precisato nei giorni scorsi il ministro Grillo, “è un argomento politico che ha a che fare con una strategia di tipo politico. La politica decide quale strumento vuole utilizzare, se vuole utilizzare l’obbligatorietà e in quale misura”. Nel contratto di programma su cui si poggia il governo giallo-verde dedica una riga stringata al tema vaccini che – nel capitolo sanità – lascia intravedere la volontà di un superamento del dl Lorenzin.
E’ necessario un profondo cambiamento del partito anche per Roberto Giachetti. “In un momento difficile come questo penso che dobbiamo dare stabilità al Partito Democratico eleggendo una nuova classe dirigente che lo conduca e lo rilanci con una nuova linea politica – commenta Giachetti ad Agorà Estate, in diretta su Rai3 – Pensare di sterilizzare la condizione del Partito Democratico fino alle europee non aiuta”. “Io penso che dobbiamo innanzitutto compiere il progetto del Partito Democratico, che è partito ma si è un po’ smarrito”, ragiona l’esponente dem.
Anna Ascani, invece, invita i colleghi ad una riflessione collettiva. “Considerato che la campagna per i ballottaggi l’abbiamo fatta ovunque con Veltroni-Gentiloni-Calenda-Martina mi pare evidente che è anche stavolta è tutta colpa di Renzi. No? – scrive ironica su Twitter – Forse è ora di archiviare certe stupidaggini e fare un congresso. Chi vince guida chi perde dà una mano”. Difende l’ex segretario Pd Matteo Renzi anche il capogruppo dem a Palazzo Madama Andrea Marcucci: “Il voto amministrativo se non altro ha sgombrato il campo dal ruolo e dalle responsabilità di Matteo Renzi. Il 24 giugno il Pd ha perso anche senza Matteo Renzi”.
“Che cosa succederà al prossimo giro, quando le promesse di Salvini e Di Maio si dimostreranno per quello che sono, ovvero dei sogni irrealizzabili? – si chiede Marcucci su Facebook – Ecco il Pd dovrà essere pronto, con il suo progetto concreto, responsabile, rivolto al futuro e non al passato remoto. Lo dovrà fare con nuove soluzioni, con la concretezza di chi nei prossimi anni vorrà tornare a vincere, a Roma come nei Comuni, senza indulgere nei riti purificatori dell’opposizione e coltivando impotenti vocazioni minoritarie”, conclude Marcucci.
Multe a chi acquista in spiaggia
Multe salate per chi acquista in spiaggia dai venditori ambulanti o paga per un tatuaggio o un massaggio. E’ quanto prevede la direttiva del ministero dell’Interno ’Spiagge sicure’ destinata alle varie prefetture e che “sarà pronta a fine mese”. Secondo quanto riportato ieri dal quotidiano ’La Stampa’, “lo staff del Viminale sta definendo le linee guida volute dal ministro dell’Interno e vicepremier” Matteo Salvini.
“Al centro del progetto – scrive il quotidiano torinese – c’è il rafforzamento della collaborazione tra forze dell’ordine e la polizia municipale delle zone balneari. E proprio per andare incontro alle esigenze dei sindaci, che avrebbero difficoltà ad attingere dalle casse comunali per potenziare gli organici dei vigili urbani, Salvini pensa di ricorrere ai fondi europei della legalità. Una possibilità per la verità tutta da verificare visto che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare gli straordinari delle forze dell’ordine. Nell’attesa sono previsti turni a rotazione ed eventuali spostamenti temporanei del personale nelle zone più critiche”.
A lanciare l’allarme sulla contraffazione è stata la Confesercenti che ha denunciato un giro di affari di 22 miliardi di euro nell’abusivismo dei settori del commercio e del turismo. La stretta prevista dal Viminale punta anche “a monitorare chi affitta alloggi e magazzini per la merce” agli ambulanti e prevede multe non solo a chi acquista capi e accessori ’tarocchi’ ma anche chi paga per massaggio tatuaggi praticati sulla spiaggia.