Una tragedia che è balzata subito alle cronache, toccando il cuore di tutti gli italiani, sconvolti al solo pensiero di una vita innocente spezzata all’improvviso. Incidente? Inadempienza dei bagnini? La procura di Nuoro ha aperto un’inchiesta, ma di certo tutto questo non riporterà indietro Richard Mulas, il bambino di 7 anni che domenica scorsa è annegato nella piscina di un residence sul lungomare di Orosei, in Sardegna. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Richard stava giocando in acqua con altri bambini e ad un certo punto la sua mano è rimasta intrappolata nel bocchettone della piscina, probabilmente nel tentativo di recuperare un giocattolo. Un uomo, che per primo ha visto il corpicino del bambino risalire dal fondo, ha dato subito l’allarme ai presenti e ai genitori, che hanno chiamato il 118. Una volta giunti sul posto, i medici del 118 hanno provato a rianimare il bambino a più riprese, ma non c’è stato nulla da fare. Richard era figlio di una donna ecuadoregna, che lavorava proprio nello stesso residence dove si è verificata la tragedia, e di un uomo di Irgoli, un paesino in provincia di Nuoro.
La procura di Nuoro, sotto la guida Ilaria Bradamante, ha aperto un’indagine con l’accusa di omicidio colposo per i gestori del residence, anche perché al momento dell’accaduto non c’era alcun bagnino a sorvegliare la piscina, che intanto è stata messa sotto sequestro. Secondo le normative di sicurezza, infatti, la profondità della piscina di 1 metro e 20 non richiedeva la presenza di addetti al salvataggio. Bisogna anche specificare che la piscina era gestita da due strutture ricettive: Il Rifugio e Gli Ulivi. Tutti però sono in attesa dell’autopsia sul corpo del bambino all’ospedale San Francesco di Nuoro, per ricostruire con chiarezza la dinamica dell’accaduto.
Pochi mesi fa la madre di Richard aveva scritto su Facebook: “La mia ragione di vita sono le piccole cose che rallegrano l’anima e lo spirito. Dio benedica il mio bebè. Il mio piccolo grande basket”. Richard era un bimbo allegro e pieno di vita, appassionato di basket. La notizia della sua morte ha scioccato il paesino di Irgoli, dove il sindaco ha sospeso ogni attività, proclamando il lutto cittadino.
Questo è solo l’ennesimo caso di bambini che muoiono tragicamente in piscina, spesso risucchiati dai bocchettoni. A luglio di quest’anno, in un hotel di Sperlonga (in provincia di Latina), Sara Francesca Basso, una bambina di 13 anni, era morta aspirata dal bocchettone subacqueo della piscina. Qualche settimana prima, a Morlupo (Roma), un bambino di quattro anni si era gettato in piscina senza braccioli, ma per fortuna era riuscito a salvarsi, senza riportare particolari traumi. Nel novembre del 2017 un altro bambino di 22 mesi era annegato nella piscina di un’abitazione a Penna San Giovanni, in provincia di Macerata.