Nelle acque di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, si è consumata l’ennesima tragedia del mare avente per protagonisti alcuni migranti. Il caicco sul quale viaggiavano era partito quattro giorni fa dalla Turchia, probabilmente dalla città di Izmir. Non è ancora stato definito con certezza il numero di persone che viaggiavano sull’imbarcazione; alcuni superstiti avrebbero stimato la presenza di 180 persone, altri meno di 250. I migranti provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan, Siria e probabilmente c’erano anche pachistani, turchi e somali. Il caicco era già stato avvistato nella serata di sabato da un velivolo Frontex in attività di pattugliamento.
L’imbarcazione seguiva la ormai consueta tratta turca per i migranti provenienti dai Paesi dell’area, ma arrivata sul litorale di Steccato di Cutro non ha retto alla forza del mare particolarmente mosso, danneggiandosi a pochi metri dalla costa. Secondo alcune ricostruzioni, pare che il caicco si sia prima spezzato e rovesciato sia per il sovraccarico sia per la violenza del mare. Il triste bilancio dei morti si attesta attualmente a 59. Quarantasei corpi sono stati rinvenuti sul posto, mentre altri tre sulla spiaggia di Botricello, nel catanzarese. Infine, altri otto a “Le Castella” di Isola Capo Rizzuto ed uno a Crotone. Tra le vittime della tragedia vi sono anche due gemelli di pochi anni e un bambino di alcuni mesi. Altre 80 persone sono state tratte in salvo, e 21 di queste sono state portate in ospedale. Purtroppo il numero delle vittime pare essere destinato a salire, e secondo alcune stime, sarebbero almeno una ventina i bambini deceduti di varie età.
La Guardia di Finanza Roan di Vibo Valentia, in una nota, ha ricostruito parte dell’accaduto. Il barcone è stato avvistato nella notte tra sabato e domenica, a 40 miglia dalle coste crotonesi e immediatamente sono scattate le operazioni per intercettarlo. Al lavoro si sono messi la vedetta V.5006 della Sezione Operativa Navale Gdf di Crotone e il Pattugliatore Veloce P.V. 6 “Barbarisi” del Gruppo Aeronavale Gdf Taranto, nonostante le pessime condizioni del mare. Le unità del corpo hanno successivamente fatto rientro alle proprie basi vista l’impossibilità di intercettare il barcone in mare; conseguentemente è stato attivato il dispositivo di ricerca a terra, lungo le direttrici di probabile sbarco, coinvolgendo anche le altre forze di polizia. Purtroppo le forze dell’ordine ed i soccorsi non hanno potuto far altro che constatare che il caicco era completamente distrutto.
Le operazioni di soccorso e ricerca dei dispersi sono proseguite per tutta la giornata di ieri, nonostante delle condizioni climatiche particolarmente avverse. Purtroppo le autorità ritengono improbabile che possano esserci ancora persone in vita disperse nel mare. La ricerca è dunque volta più che altro al recupero dei cadaveri.
Sono immediatamente scattate anche le indagini sull’accaduto, ed hanno già portato ad uno stato di fermo per un presunto scafista, un cittadino turco. Tra i relitti dell’imbarcazione sarebbe inoltre stato trovato un documento di un’altra persona, al momento non ancora rintracciata.