Traduci

TRIESTE ESEMPIO DI TRANSIZIONE SIDERURGICA GREEN-TARANTO NON COGLIE

Trieste e Taranto, due città agli antipodi non solo per i limiti territoriali: una sull’estremo punto di confine a Nord-Est , l’altra sul limite Sud prospiciente il mare Jonio.

Ma,soprattutto, ciò che risulta andare in senso inverso per l’una rispetto all’altra, è il ritmo di marcia che, per Trieste, è sempre un procedere verso obiettivi di ulteriore affermazione; mentre, a parità di grandi prospettive naturali e geopolitiche territoriali, per Taranto è un arrancare stentato in costante affanno.

cms_28834/Ferriera_Taranto_.jpg

Ne fornisce un esempio eclatante la diversa situazione derivata dalla comune necessità di tutela dei due territori dall’inquinamento da produzione di acciaio delle rispettive fabbriche obsolete; al cui riguardo, mentre Taranto è lasciata a languire con uno stabilimento causa di quanto peggio; invece, a Trieste, senza esitazione è stata fatta la scelta coraggiosa di affrontare un nuovo iter in vista di sempre più favorevoli implicazioni imprenditoriali e socio- economiche, con coinvolgimento a largo raggio, oltreconfine.

cms_28834/Ferriera_di_Servola_trieste_3.jpg

Infatti, smentendo il suo schernirsi come Città del “Non se pòl”, Trieste è riuscita a fare prevalere un progetto fortemente voluto, di sostenibile riqualificazione green della sua storica Ferriera di Servola situata nella periferia orientale dell’ambito Giuliano.

Tanto, in base al decisionismo della sua classe dirigente che, persino prescindendo dalla opposta ideologia politica dei propri rappresentanti, si è imposta negli ultimi cinque anni di strenuo confronto con il Governo Italiano; verso cui, non è mancato anche un favorevole recupero del quasi settantennale rapporto di “amministrazione civile fiduciaria” intercorrente dal 26 ottobre 1954.

Così, quanto era iniziato nel 2018 con i primi passi di sola operatività del laminatoio “a freddo” in direzione della totale chiusura della produzione “a caldo”, il 18 settembre 2022 è culminato nell’addio alla ormai vetusta storia industriale che, sia pure con un ineludibile senso di tristezza mista a gratitudine per gli indimenticabili 123 anni di importanti implicazioni positive per il tessuto sociale, è stata salutata in mezzo al tripudio di una coreografia pirotecnica, in base ad effetti luminosi intercorrenti nella rincorsa a cercare di mitigare il drammatico squarcio delle ombre della notte, in mezzo al fragore dell’esplosione che ha distrutto gli ultimi cinque manufatti : la Ciminiera e la Palazzina Rossa, baluardi dell’antico comparto industriale Triestino.

Pertanto, in esecuzione della riconversione dei terreni dell’ex Ferriera di Servola in vista del nuovo polo logistico, è stata avviata la bonifica e messa in sicurezza della relativa area, in base al progetto integrato “Operazione a mare” di £ 41 milioni per la realizzazione delle cosiddette barriere costiere; onde impedire lo sversamento nelle falde acquifere delle sostanze derivanti dal sottosuolo dell’ex area “a caldo” oggetto di riconversione a Stazione Merci.

Al cui riguardo, puntando anche ad un nuovo snodo ferroviario e alla estensione della banchina portuale in funzione dei trasporti dell’acciaio in modo adeguato ai canoni di una moderna imprenditoria green sostenibile, sono stati già indetti bandi per 416 milioni di euro in relazione a cinque progetti per la messa in opera, entro il 2026, di infrastrutture con elettrificazione del futuro porto.

Da qui, la pietra miliare per proseguire nel concretizzare il sogno del recupero della propria eccellenza mitteleuropea anche in campo industriale.

Autore:

Data:

25 Dicembre 2022