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Trionfo M5S, exploit Lega. Crolla il Pd

Trionfo M5S, exploit Lega. Crolla il Pd

cms_8603/dimaio_sorriso_fg.jpg(h.01:03)– Trionfo M5S, crollo Pd, e boom Lega che, al momento, sorpassa Forza Italia. E’ quello che sta emergendo in base alle prime proiezioni. Tutto secondo i pronostici? Quasi. Il dato più significativo – oltre alla grande affermazione dei 5 Stelle – sembra il possibile sorpasso del partito di Salvini su quello di Berlusconi. Di fatto, però, esce comunque un Paese spaccato in tre. E una maggioranza lontana per tutti.

SENATO – Ecco, nel dettaglio, i dati in base alla IV proiezione Consorzio Opinio Italia per Rai (riproduzione riservata) delle ore 01.44 relativa alle elezioni per il Senato e alle principali liste:

Movimento 5 Stelle è al 32,5%

Partito democratico è al 19,2%

Lega è al 16,2%

Forza Italia è al 14%

Fratelli d’Italia è al 4,1%

Liberi e uguali è al 3,5%

+Europa Bonino è al 2,3%

Noi con l’Italia – Udc è al 1,2%

Civica Popolare Lorenzin è allo 0,6%

Insieme Italia Europa è allo 0,6%

Svp è allo 0,4%

Altri 5,4%

La copertura del campione è del 32%, la ricerca è soggetta ad errore statistico del 2,8%. Risultati relativi ai votanti in Italia.

In base alla IV proiezione, il centrodestra è al 35,5%, M5S è al 32,5%, il centrosinistra al 23,1%, Leu al 3,5% e Altri al 5,4%.

CAMERA – Ecco i dati in base alla III proiezione Consorzio Opinio Italia per Rai (riproduzione riservata) delle ore 02.54 relativa alle elezioni per la Camera e alle principali liste:

Movimento 5 Stelle è al 32,4%

Partito democratico è al 19%

Lega è al 17,7%

Forza Italia è al 13,5%

Fratelli d’Italia è al 4,1%

Liberi e uguali è al 3,6%

+Europa Bonino è al 2,5%

Noi con l’Italia – Udc è al 1,1%

Civica Popolare Lorenzin è allo 0,5%

Insieme Italia Europa è allo 0,5%

Svp è allo 0,4%

Altri 4,7%

La copertura del campione è del 27%, la ricerca è soggetta ad errore statistico del 3%. Risultati relativi ai votanti in Italia.

In base alla III proiezione, il centrodestra è al 36,4%, M5S è al 32,4%, il centrosinistra è al 22,9%, Leu è al 3,6%, Altri 4,7%.

SEGGI – In base alla proiezione Consorzio Opinio Italia per Rai (riproduzione riservata) delle ore 02.17 relativa alle elezioni per il Senato e alla stima dei seggi per coalizioni e principali liste, il centrodestra è a 124-144 seggi, M5S è a 102-122 seggi, il centrosinistra a 44-64 seggi, Leu è a 6-10 seggi, Altri 0-2. La maggioranza politica è a 158. La copertura del campione è del 38%, la ricerca è soggetta ad errore statistico.

In base alla proiezione, Movimento 5 Stelle è a 102-122 seggi, Partito democratico è a 42-54 seggi, Forza Italia a 46-56 seggi, Lega a 52-62 seggi, Fratelli d’Italia a 19-29 seggi, Liberi e uguali a 6-10 seggi, Noi con l’Italia – Udc è a 1-3 seggi, +Europa Bonino è a 0-2 seggi, Civica Popolare Lorenzin a 0-2 seggi, Insieme Italia Europa a 0-2 seggi, Svp è a 2-4 seggi, Altri 0-2 seggi.

In base alla proiezione Consorzio Opinio Italia per Rai (riproduzione riservata) delle ore 3.24, relativa alle elezioni per la Camera e alla stima dei seggi per coalizioni e principali liste, il centrodestra è a 248-268 seggi, M5S è a 216-236 seggi, il centrosinistra è a 107-127 seggi, Leu è a 11-21 seggi. La copertura del campione è del 33%, la ricerca è soggetta ad errore statistico. Risultati relativi ai votanti in Italia. La maggioranza è di 316 seggi.

In base alla proiezione, Movimento 5 Stelle è a 216-236 seggi, Lega a 122-132 seggi, Partito democratico è a 103-113 seggi, Forza Italia a 94-104 seggi, Fratelli d’Italia a 24-34 seggi, Liberi e uguali è a 11-21 seggi, Svp a 3-5 seggi, Noi con l’Italia – Udc è a 2-4 seggi, Civica Popolare Lorenzin a 2-4 seggi, +Europa Bonino a 0-2 seggi, Insieme Italia Europa è a 0-2 seggi, Altri 0-2.

AFFLUENZA – Sfiora il 74 per cento l’affluenza parziale degli elettori alle urne. Al momento alla Camera la percentuali dei votanti è pari al 73,9 e al Senato al 73,8.

“Centrodestra vero vincitore”, Salvini ruba lo scettro a Berlusconi

cms_8603/forza_italia_ftg.jpg(h.04:14) – “Il centrodestra ha la maggioranza politica, quindi è il vero vincitore di una tornata elettorale in cui è in gioco il governo del Paese e non le affermazioni individuali”. Lo si legge in una nota del Coordinamento Nazionale di Forza Italia.

“Solo con dati più precisi si capiranno i risultati dei singoli partiti e dei rapporti di forza parlamentari e se la vittoria politica si tradurrà in una maggioranza numerica a Camera e Senato. Dopo 5 anni di governo della sinistra il centrodestra e non il Movimento 5 Stelle è l’alternativa vincente. Gli italiani, come aveva chiesto il presidente Berlusconi, non hanno fatto prevalere la deriva grillina”.

cms_8603/salvini.jpgIl sorpasso sembra ormai una realtà. Secondo i dati parziali del voto, la Lega di Matteo Salvini supera Forza Italia e Silvio Berlusconi rischia di perdere lo scettro del comando. Se le proiezioni di voto della notte dovessero essere confermate, per la prima volta il Cav si ritroverebbe alle spalle di un alleato con tutte le conseguenze del caso, a cominciare dalla scelta del candidato premier, che inevitabilmente sarà l’attuale segretario del Carroccio, come pattuito prima del voto.

Proprio in zona Cesarini, infatti, l’ex premier aveva lanciato Antonio Tajani per la premiership e si era ritagliato per sé il ruolo di regista, di king maker del futuro centrodestra. Ora, di fronte all’exploit salviniano, cosa farà il leader azzurro?

In tanti si chiedono se incasserà il colpo e gli basterà per consolarsi il primato raggiunto dal centrodestra, come coalizione, nonostante il boom grillino. In tanti mettono in guardia dal rischio implosione del partito. Più di questo non potevo fare, ma nessuno pensi di fare a meno di me, avrebbe detto ai suoi Berlusconi, che da Arcore sta seguendo la maratona elettorale e preferisce rinviare ogni commento quando arriveranno dati più certi.

Il timore, ora, tra le fila dell’area moderata azzurra è che si possano creare convergenze tra Lega e M5S. L’input da Villa San Martino è cautela, ma è scattato l’allarme per la possibile Opa che i leghisti potrebbero lanciare su Fi. Nessuno si nasconde le difficoltà. “Il Pd dovrà rifondare il partito, qualcosa di simile dovremo fare anche noi, probabilmente’’, spiega Paolo Romani.

In casa Lega si respira un clima di grande soddisfazione per le proiezioni al 17%. Il primato storico raggiunto, ovvero l’aver quadruplicato i voti rispetto al 2013, rafforza il partito e la leadership di Salvini, proiettandolo alla guida della coalizione dopo aver vinto una sfida personale con il Cav in questa campagna elettorale. Con conseguente ribaltamento dei rapporti di forza con Fi.

Il segretario di via Bellerio parlerà in mattinata e per ora si limita a ringraziare tutti. Raccontano che voglia avere un quadro più chiaro, attendendo anche i risultati del Sud, dove Fi potrebbe riprendere qualche voto percentuale. Al suo posto parla il numero due, Giancarlo Giorgetti: ’’La sfida di Salvini è vinta. Abbiamo già idee su cosa fare. Guardiamo al futuro con grande serenità e consapevolezza. E’ un grande momento della Lega, parleremo prima con i nostri alleati’’.

PD,”Una debacle”

cms_8603/Pd_afp.jpg(h.02:19) – “Il Pd andrà all’opposizione”. E’ stato Ettore Rosato, in tv, a sdoganare sin dai primi exit poll la parola che tutti temevano ma nessuno osava pronunciare al Nazareno fino a oggi. Una lettura apparsa subito scontata, con i numeri delle urne che di ora in ora hanno lasciato pochi margini ai dem, addirittura con l’asticella del 20% diventata difficile da agguantare. “Un tracollo. Una debacle“, si è lasciato sfuggire persino qualche renziano scorrendo i numeri davanti alla tv.

Al Nazareno, Matteo Renzi è arrivato prima del previsto e si è chiuso nel suo ufficio con un manipolo di big: Maurizio Martina, Matteo Orfini, Francesco Bonifazi, Luca Lotti, Matteo Richetti. “La notte sarà lunga”, è stato l’invito alla prudenza subito diffuso dal Nazareno. E poi: “Le proiezioni sono diverse”. Intanto, però, tv e social diffondevano numeri difficili da digerire, tra il 18 e il 21%. Lontanissimi dal 40% delle europee e dal referendum, ma anche dalla “non vittoria” di Pier Luigi Bersani nel 2013.

Complimenti a Leu“, è stato uno dei commenti di Renzi tra un exit poll e una proiezione. Ma lo ’schema’ di buttare la croce sugli scissionisti regge solo fino a un certo punto, visti i risultati poco lusinghieri raggiunti dai bersaniani. La delusione, tra i dem, è evidente. Così come la tensione. Nessun dirigente si è fatto vivo in sala stampa, disertata nonostante il numero record (300) di accreditati.

La minoranza interna, anche fisicamente, sembra aver già preso le distanze da Renzi: Andrea Orlando ha disertato il Nazareno, per seguire lo spoglio a La Spezia, nel suo collegio. E anche il premier Paolo Gentiloni ha scelto il suo ufficio a palazzo Chigi per seguire lo spoglio. Il primo argomento di discussione sarà quello della composizione della delegazione da inviare al Quirinale per le consultazioni: dovrà essere meno ’renzizzata’, è la richiesta della minoranza.

Anche se i numeri (salvo sorprese) hanno disinnescato le larghe intese con Forza Italia. “Il Pd non è interessato a un governo con i 5 Stelle“, ha tra l’altro chiarito Rosato spazzando via un’ipotesi fino a qualche giorno fa da incubo per i dem. Occhi puntati anche sulle mosse di Dario Franceschini. Per paradosso, proprio una percentuale troppo bassa (con il partito troppo fragile) potrebbe stoppare le pretese degli anti renziani. Anche per questo qualche democratico già in nottata invocava un intervento dei padri nobili come Walter Veltroni e Romano Prodi.

Ma sembra impossibile da evitare l’apertura della discussione sulla linea e sulle scelte di Renzi già nelle prossime ore. Tra i dem, circola già l’ipotesi della richiesta di una Direzione da convocare prima dell’avvio delle consultazioni. Renzi ha sempre negato l’intezione di voler cedere il passo. “Resterò fino a 2021”, ha chiarito solo pochi giorni fa. Ma un Pd sotto il 20% è un risultato nemmeno ipotizzato nei giorni scorsi che aprirebbe scenari inattesi. Tanto che lo stesso Rosato, di fronte una domanda sul futuro del segretario, ha spiegato: “Deciderà lui”.

Più tardi il vice segretario del Pd Maurizio Martina, al fianco del presidente del Pd Matteo Orfini e del coordinatore Lorenzo Guerini, ha commentato: “E’ chiaro che per noi si tratta di una sconfitta molto evidente, molto chiara e netta“.

“E’ un risultato al di sotto delle aspettative – ha aggiunto Martina – Chiaramente si tratta di un risultato molto chiaro nella sua negatività, per qualsiasi altra valutazione rimandiamo alla giornata di domani”.

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5 Marzo 2018