Coronavirus, Trump: “Aiuti per 100 milioni di dollari all’Italia”
“Spediremo ventilatori in Italia, in Francia, in Spagna”. Sono le parole di Donald Trump, nel corso del briefing quotidiano alla Casa Bianca sull’emergenza coronavirus. Il presidente fa il punto sulla risposta americana alla crisi. I paesi che riceveranno i macchinari “hanno enormi problemi”, dice Trump, ipotizzando l’invio anche ad altri paesi.
’’Ho appena parlato con il primo ministro italiano, abbiamo dotazioni supplementari, prodotti di cui non abbiamo bisogno. Manderemo circa 100 milioni di dollari di materiali chirurgici e medici, materiale ospedaliero all’Italia. Giuseppe era molto contento, stanno vivendo un momento molto difficile”. Trump e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno avuto una conversazione telefonica nel corso della giornata di ieri. Nel colloquio, come spiega Trump, è stato definito l’invio di materiale dagli Usa all’Italia.
Poi, preannunciando l’estensione delle misure per il contenimento dell’epidemia negli Usa,aggiunge: “Sono 30 giorni vitali, ci giochiamo tutto. Il picco non arriverà prima di altre due settimane, se seguiamo le indicazioni salveremo più di un milione di vite. Il futuro è nelle nostre mani, non abbiamo altra scelta: ognuno di noi può avere un ruolo per fermare il virus. Oltre 1 milione di americani sono stati sottoposti a test”, dice il presidente degli Stati Uniti.
Albania, presidente Meta: “Aiutiamo Italia, pandemia pericolo comune”
(Tommaso Gallavotti) – La pandemia provocata dal coronavirus Sars-Cov-2 “è un pericolo comune, che minaccia i nostri Paesi e i nostri cittadini”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica d’Albania Ilir Meta, in un’intervista all’Adnkronos, dopo che il suo Paese ha inviato trenta medici in Italia, per aiutare a gestire le conseguenze del contagio. “Purtroppo l’Italia – continua Meta – paga un prezzo molto alto”.
Quindi, per l’Albania “essere oggi in aiuto al popolo italiano non è solo un gesto di aiuto e solidarietà, ma anche una opportunità di scambio di esperienza per i nostri giovani medici e personale ospedaliere, in aiuto alle aree più colpite”.
“La storia di aiuto tra le nostre popolazioni prosegue Meta – risale a secoli fa, quando gli albanesi divenero la diga che fermò l’occupazione ottomana, prima dell’Italia e poi dell’Europa. Quel periodo durò molti anni e molti secoli, da una parte e dall’altra”.
Ne sono “testimonianza oggi – ricorda ancora il presidente – le comunità Arberesh dell’Italia che vivono in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise,Lazio ed Abruzzo”. E anche, continua Ilir Meta, “le migliaia di albanesi del dopo 1990 in Italia, una parte cittadini italiani oggi, e residenti esattamente nelle aree più colpite” dalla pandemia.
“Come dimenticare – aggiunge il presidente Meta – l’Italia e il suo aiuto in tutte le crisi albanesi dal 1991 al 1997, alla guerra del Kosovo del 1999 e all’ultimo terremoto del 2019?”.
“Siamo due Paesi vicini e due popoli vicini. Io dico che tutto può cambiare, ma la geografia no”, sottolinea il presidente. Per Meta, i nostri Paesi sono sulla stessa barca: “Un successo per l’Italia contro il coronavirus sarebbe anche un grande vantaggio per l’Albania nella sua guerra” contro la malattia, sottolinea. Il presidente della Repubblica albanese, infine, esprime le sue “condoglianze a tutti i familiari delle vittime di Covid-19 e alle autorità italiane”.
L’Unione Europea sta vivendo un periodo segnato da “enormi difficoltà”, ma ha passato nella sua storia recente periodi “ben più difficili” di quello attuale, segnato dalla pandemia di Covid-19, incluse “due guerre mondiali”, aggiunge.
Il Paese delle Aquile ha ricevuto da poco l’ok del Consiglio Europeo, insieme alla Macedonia del Nord, all’avvio dei negoziati di adesione all’Ue. Ora l’Unione, davanti alla pandemia, è attraversata da fortissime tensioni: “Capisco il rammarico – osserva Meta – e le differenze che seguono questo periodo di enormi difficoltà”.
“Ma mi permetta di dirle – prosegue – che l’Europa ha passato periodi ben più difficili, incluse due guerre mondiali nel secolo scorso. Bisognerebbe che nel progetto europeo ci fosse spazio sia per i successi che seguono l’integrazione, il mercato”, ma occorrerebbe “anche conservare le tradizioni e le culture”, tutto “in nome della libertà e della democrazia”, afferma Meta.
L’Albania “ha iniziato un percorso di integrazione europea da molto tempo, nonostante tutte le difficoltà che ciò comporta. Sono ottimista che riusciremo a continuare nella via intrapresa, nonostante tutte le difficoltà”.
Il Consiglio Europeo ha da poco dato il via libera, con alcuni mesi di ritardo, all’avvio dei negoziati per l’adesione di Tirana all’Ue, insieme alla Macedonia del Nord. “Quando dico integrazione europea – aggiunge il presidente – considero collaborazione, integrazione”.
“Prima di tutto quelle dei Paesi vicini, e quindi anche le comunità albanesi in Italia, le quali non sono un muro per l’integrazione, bensì un ponte fortissimo di legami vecchi e nuovi”, conclude Meta.
Coronavirus, rinforzi anche dalla Polonia: 15 operatori sanitari inviati a Brescia
Sono atterrati all’aeroporto di Bergamo 15 operatori sanitari provenienti dalla Polonia, destinati a prestare servizio a Brescia, una delle città più colpite dall’epidemia di coronavirus. A darne notizia su twitter è la Farnesina, ringraziando “gli amici polacchi per questo bel gesto di solidarietà”.
Coronavirus, Usa: oltre 2800 morti e 155mila casi
Continua a salire il bilancio delle vittime e dei casi di Coronavirus negli Stati Uniti. Ci sono almeno 155.252 casi negli Usa, stando ai dati raccolti e riportati dalla Cnn. Secondo l’emittente i decessi legati alla malattia nel paese sono 2828.
Coronavirus, 7340 decessi in Spagna
In Spagna 812 persone sono morte con coronavirus nelle ultime 24 ore. Lo riporta El Mundo, sottolineando come il bilancio pesantissimo sia comunque leggermente inferiore rispetto a quello diffuso ieri (838 vittime). I casi confermati sono 85.195. In totale sono 7.340 le vittime in Spagna da quando il ministero della Sanità ha iniziato a registrare i decessi di pazienti con coronavirus.
La regione di Madrid, sottolinea ancora El Mundo, resta la più colpita con un bilancio di 3.392 morti e 24.090 casi registrati di Covid-19. I dati riportati dal giornale parlano anche di 16.780 persone guarite in tutto il Paese. Sono invece 5.231 le persone ricoverate in terapia intensiva.
Anche la Spagna ha dunque superato la Cina nei dati sui casi confermati di coronavirus.
Continuano a salire in Spagna anche i dati relativi a medici e infermieri che si sono ammalati. “Risultano contagiati 12.298 operatori sanitari”, ha detto María José Sierra, del Centro spagnolo per il coordinamento delle emergenze sanitarie, citata da El Pais. Tra questi, ha puntualizzato, l’85% si trova a casa e le loro condizioni “evolvono in modo favorevole”.
Tra i contagiati c’è anche Fernando Simón, responsabile del Centro spagnolo per il coordinamento delle emergenze sanitarie. Lo scrive El Mundo. Secondo Rtve, si attenderebbe invece una conferma del risultato “possibile positivo” arrivato questa notte dopo i test. Simón, 57 anni, è stato fino ad oggi il ’volto’ dell’emergenza in Spagna, fornendo quotidianamente dati sulla pandemia. Oggi, scrive il giornale, sarà sostituito da María José Sierra. Simón è noto anche per aver gestito nel 2014 l’emergenza ebola, quando un’infermiera risultò positiva dopo aver seguito un missionario spagnolo tornato in patria ammalato.”Fernando Simón è risultato positivo”, ha nel frattempo confermato María José Sierra del Centro spagnolo per il coordinamento delle emergenze sanitarie, citata dai media locali. Domenica Simón ha avuto un picco di febbre, ma “sta molto bene” ed è in isolamento, ha precisato Sierra.
Coronavirus, 418 morti nelle ultime 24 ore in Francia
Nelle ultime 24 ore negli ospedali francesi sono morti 418 pazienti ricoverati con il Covid-19, il numero più alto di vittime in un solo giorno dall’inizio della crisi. Il numero complessivo dei decessi (sempre fra le persone ricoverate) è di 3.024. Da domenica, sono state ricoverate in Francia altre 1.592 persone. Ma soprattutto, ha spiegato il direttore generale della Sanità, Jérome Salomon, 424 persone in più rispetto a ieri sono in rianimazione, dove sono ammessi a oggi 5056 pazienti. E’ il numero di questi pazienti gravi, a suo dire, il dato realmente indicativo per seguire l’evolversi dall’epidemia.
Coronavirus, oltre 1280 vittime in Gb
Altri 159 decessi per coronavirus sono stati registrati in Inghilterra, portando il totale a 1.284 secondo i dati di Nhs England, il Servizio sanitario inglese. Non sono ancora stati diffusi i dati relativi a tutto il Regno Unito, che ieri avevano fatto registrare un totale di 1.228 decessi e 19.522 casi di contagio confermati. I nuovi decessi registrati in Inghilterra erano pazienti con un’età compresa tra i 32 anni e i 98 anni e con l’eccezioni di 4 pazienti (tra i 56 anni e gli 87 anni di età) avevano patologie preesistenti.