Trump-Kim, nuovo summit a febbraio
l presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano Kim Jong-un si incontreranno alla fine di febbraio. Lo rende noto la Casa Bianca, senza indicare il luogo in cui andrà in scena il vertice. Trump e Kim si sono incontrati per la prima volta a giugno dello scorso anno a Singapore.
Trump oggi ha ricevuto a Washington il capo negoziatore nordcoreano Kim Yong Chol. Il colloquio, durato circa un’ora e mezza, ha riguardato la denuclearizzazione della penisola coreana ed è servito, appunto, per pianificare il prossimo vertice. In precedenza, Kim Yong Chol era stato ricevuto dal segretario di Stato, Mike Pompeo.
Ue: “Italia esposta a choc con alto debito”
Le finanze pubbliche italiane sono ad “alto rischio” sia nel medio che nel lungo periodo, insieme a quelle di altri Paesi, mentre a breve termine evidenziano “qualche vulnerabilità”. Lo sottolinea il rapporto sulla sostenibilità di bilancio del 2018 redatto dalla Commissione Europea (Fiscal Sustainability Report), pubblicato oggi. “Malgrado un miglioramento complessivo dei conti pubblici dell’Ue negli ultimi anni – si legge nel rapporto della Dg Ecfin – restano dei rischi. Nel breve termine un Paese (Cipro) è a rischio di stress di bilancio, mentre in altri quattro Paesi (Spagna, Francia, Italia e Ungheria) si possono identificare alcune vulnerabilità nel breve termine. A medio termine, rischi elevati sono riscontrati in sette Paesi (Belgio, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Portogallo, Regno Unito). Nel lungo termine, rischi elevati sono identificati in sei Paesi (Belgio, Spagna, Italia, Lussemburgo, Ungheria e Regno Unito)”.
Alcuni Paesi Ue “con un debito pubblico elevato, come Italia, Cipro, Francia e Spagna, hanno ancora di fronte a sé un fardello debitorio in aumento o che decresce ad un ritmo insufficiente, rimanendo pertanto esposti a choc sfavorevoli” si sottolinea nel rapporto. “L’Italia è particolarmente esposta a improvvisi mutamenti nella percezione dei mercati finanziari, in particolare alla luce dei fabbisogni di finanziamento, tuttora consistenti”, aggiunge la Dg Ecfin.
Il rapporto sulla sostenibilità di bilancio del 2018 evidenzia poi che “mentre la maggioranza degli Stati membri sono riusciti a ridurre con successo i loro ratios di indebitamento nel corso degli ultimi anni, altri Paesi, come Italia, Francia e Spagna, hanno ancora davanti a sé” un indebitamento elevato. “In alcuni di questi Paesi ad alto debito, in particolare in Italia, è riemerso il timore che si inneschi di nuovo il circolo vizioso tra titoli di Stato e banche, in un contesto di spread tra i rendimenti in crescita”. La Commissione ricorda che, a livello di rendimenti dei titoli di Stato (misurati dall’indice SovCiss, che misura il livello di stress sui mercati dei titoli di Stato dell’Eurozona), nel 2018 “ci sono stati sviluppi degni di nota solo in Italia, che aveva registrato un dato minimo stabile fino ad aprile 2018. Da quel momento in poi, l’Italia ha registrato un forte aumento” del livello di stress sul rischio sovrano, “cosa che ha anche provocato il forte aumento del differenziale tra i minimi e i massimi per l’indicatore osservato negli ultimi dati”.
Nell’Ue, sottolinea ancora il rapporto, “i rating sovrani medi sono elevati e continuano a migliorare“, per effetto di “rating stabili o in miglioramento nella maggior parte dei Paesi, con qualche eccezione. In particolare, l’Italia è l’unico Paese tra quelli con i rating più bassi ad aver registrato un deterioramento del suo rating rispetto all’inizio del 2016″.
Non c’è shutdown per Melania
Non c’è shutdown per Melania Trump. La first lady, accompagnata dal figlio Barron, è atterrata in Florida ieri, dove, secondo quanto appurato dalla ABC, trascorrerà il weekend nella residenza di Mar-a-Lago. Poche ore prima, era stato Politico a twittare che Melania stava lasciando la base di Andrews fuori Washington a bordo di un velivolo governativo.
Il tutto a chiudere una giornata segnata da ripetute cancellazioni e disdette, dovute ad uno shutdown giunto al suo 27mo giorno. E così Nancy Pelosi si è vista cancellare la prevista visita alle truppe americane all’estero, per espressa volontà di Donald Trump: “Per via dello shutdown, le aveva scritto, mi rincresce doverla informare che la sua missione a Bruxelles, in Egitto e Afghanistan è stata rinviata”, ha scritto.
“Ripianificheremo questo viaggio di 7 giorni quando lo shutdown sarà finito. Di fronte ai nostri 800mila grandi lavoratori americani che non ricevono lo stipendio, sono certo che converrà che il rinvio di questo evento di relazioni pubbliche è pienamente appropriato”. “Se desidera mantenere il suo viaggio scegliendo voli commerciali, questo è nelle sue prerogative”, ha concluso. E Trump ha cancellato anche il viaggio della delegazione americana al Forum di Davos.
Si chiama Collection #1 il primo maxi furto di informazioni di questo 2019. Si parla di oltre 773 milioni di indirizzi mail e circa 22 milioni di password rubati. A darne notizia è stato Troy Hunt, ricercatore informatico conosciuto per aver creato il sito ’Have I Been Pwned’ (’Sono stato bucato’) che permette di controllare se la propria mail è associata a un account compromesso. Collection # 1 è un file enorme che è stato recentemente caricato sul servizio di archiviazione cloud Mega: si tratta di un database di 87 GB di dati con all’interno più di 12.000 file separati. Varie le fonti. Cancellato, è tornato disponibile nei vari circuiti di hacking presenti in rete.
Il maxi furto di informazioni Collection #1, il primo del 2019, “fa molto riflettere” sulla cybersecurity delle “comunicazioni anche e soprattutto quelle realizzate attraverso lo spazio” perché si tratta di “attività strategiche” su cui “l’attenzione deve rimanere alta”, dice il Commissario dell’Agenzia Spaziale Italiana, Piero Benvenuti, intervistato dall’Adnkronos. “Quando cominciamo a pensare alle Tlc, alla comunicazione in 5G, alle informazioni che passano sulle auto autonome, le tecnologie devono far fronte anche a trasmissioni di dati sempre più veloci e sempre più sicure”, afferma ancora Benvenuti. Quindi servono “sistemi che devono adeguarsi e offrire il massimo della sicurezza“, sottolinea il numero uno dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Ivano Gabrielli, direttore del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia Postale e delle Comunicazioni, afferma all’AdnKronos: “In realtà, Collection#1 non è il più grande furto informatico di tutti i tempi, ma è una collazione di numerosi furti di dati, sia remoti che più recenti, poi riunificati e messi a disposizione di chi li vuole utilizzare”. Ma qual è lo scopo di chi, come nel caso di Collection#1, mette gratuitamente a disposizione il database finale? “Lo scopo è quello di prendere il più alto numero possibile di dati, sicuramente quel database era in vendita fino a poco tempo fa – afferma Gabrielli – E poi dare una larghissima base dati a chi vuole utilizzarli per attività criminali che possono essere le più disparate”. “Stiamo lavorando per analizzare il database, privilegiando l’attività preventiva; ma i numeri sono talmente alti – avverte il direttore del Cnaipic – che il lavoro sarà molto complesso. Non si può dire che l’Italia sia più colpita di altri Paesi, ma è anche inevitabile che sia sicuramente coinvolta, anche se non si può attribuire una percentuale per nazioni”.
Fabio Ghioni, esperto di tecnologie non convenzionali ed ex hacker, spiega all’Adnkronos: “Il furto di così tanti dati informatici non avviene attraverso l’attività di hacker esterni alle aziende, come nei film. Questi di solito lavorano in agenzie informatiche o nelle stanze definite Ced (Centro elaborazione dati), basta uno lì dentro che fa il copia-incolla di password e username e accumula i dati sfruttando la vulnerabilità dei gestori”. Insomma, il responsabile “si copia i dati e poi vende i tabulati telefonici in modo efficace ed economico”. Davanti a un’attività simile “non c’è modo per difendersi. Si possono anche proteggere le password e renderle complesse, ma una volta memorizzate su un server, se c’è qualcuno che accede a quel server e copia username e password di utenti non ci si può far niente. Ed è quello che secondo me è accaduto in questa occasione”.
Per Massimiliano Ghelli, ricercatore di malware di Eset, il problema generato da Collection #1 “è il matching preciso fra indirizzo mail e password, cioè aver potuto accoppiare la mail dell’utente con la password, ciò crea grave difficoltà fra gli utenti perché ci sono anche account di Google o di banche”. “Non si è trattato di un unico furto ma di una ’collezione’ di furti e quindi il tema della sicurezza è non usare mai la stessa password per tutti i propri account”, avverte l’esperto. “Per difendersi dagli attacchi informatici bisogna avere più password, cambiarle ogni sei mesi e soprattutto – conclude – renderle complesse, molto complesse”.