Trump manda Pompeo in Turchia e chiede cessate il fuoco
Il vice presidente americano Mike Pence sarà domani in Turchia nell’ambito di uno sforzo per negoziare il cessate il fuoco in Siria, dopo l’offensiva militare turca nel nord del paese arabo. “Stiamo chiedendo un cessate il fuoco” ha detto il presidente americano Donald Trump.
Pence prevede di incontrare giovedì il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Il vice presidente sarà accompagnato dal segretario di Stato Mike Pompeo e dal Consigliere per la sicurezza nazionale Mike O’Brien. “Mike (Pence, ndr) sta andando con il segretario Pompeo, partiranno domani”, ha detto Trump confermando la missione.
Siria, Erdogan: “Mondo ci sostenga o accolga rifugiati”
La Turchia ha lanciato l’operazione ’fonte di pace’ nel nord-est della Siria per “mettere fine alla crisi umanitaria ed affrontare la violenza e l’instabilità che sono le cause alla radice dell’immigrazione irregolare nella nostra regione. In assenza di un piano alternativo per affrontare la crisi dei rifugiati, la comunità internazionale dovrebbe unirsi ai nostri sforzi o iniziare a fare entrare i rifugiati”. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un editoriale pubblicato dal ’Wall Street Journal’ dopo l’inizio dell’operazione militare in Siria.
Nel corso del suo intervento, Erdogan ha ribadito che dallo scoppio della guerra in Siria la Turchia ha ospitato 3,6 milioni di rifugiati, per una spesa totale di 40 miliardi di dollari. “A un certo punto la Turchia ha raggiunto il limite – ha proseguito il leader turco – La mia amministrazione ha ripetutamente messo in guardia sul fatto che non sarebbe stata in grado di impedire ai rifugiati di inondare l’Occidente senza il sostegno finanziario internazionale. Questi avvertimenti sono rimasti inascoltati”.
“La mia amministrazione ha concluso che la comunità internazionale non avrebbe agito, quindi ha sviluppato un piano per la Siria settentrionale”, ha aggiunto Erdogan, sottolineando di averlo condiviso con i leader mondiali durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite del mese scorso.
Siria, “275mila curdi in fuga”
Sarebbero 275mila gli sfollati dall’avvio, mercoledì scorso, della nuova campagna militare turca nel nord della Siria. Lo hanno denunciato le autorità curde, come ha riportato la tv satellitare al-Jazeera. Tra gli sfollati ci sarebbero più di 70mila bambini.
Ieri l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) parlava di circa 160mila sfollati a causa delle ostilità nella regione e l’Unicef confermava la presenza di “circa 70mila bambini” tra gli sfollati.
Brexit, “accordo a portata di mano”
Un accordo sulla Brexit “è a portata di mano”. Lo ha detto l’europarlamentare Martin Schirdewan, membro del team che segue il negoziato sull’uscita dalla Ue del Parlamento europeo, dopo un briefing di Michel Barnier, negoziatore della Commissione Ue con Londra.
“Un accordo adesso sembra a portata di mano – ha affermato – Adesso bisogna fare tutto per creare le basi legali per assicurare che il processo di pace in Irlanda del Nord e per preservare in modo permanente i diritti sociali di quanti sono coinvolti”.
Mattarella a Washington
(Cristiano Fantauzzi) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato nella capitale statunitense. La visita ufficiale del capo dello Stato inizierà alla Casa Bianca dove sarà ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In Italia saranno le 16,15 quando il capo dell’amministrazione Usa darà il benvenuto a Mattarella nell’Oval office, per poi dare il via all’incontro bilaterale, presente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. In serata, il ricevimento offerto nella East Room della Casa Bianca dal presidente Trump in onore dell’ospite, con la partecipazione di esponenti della comunità italiana.
Giovedì a mezzogiorno, il centro della scena sarà il Campidoglio, sede del Congresso, dove Mattarella incontrerà la speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi, con cui si intratterrà a colazione. Nel pomeriggio, il capo dello Stato si recherà a San Francisco, per partecipare, venerdì, all’Università di Stanford, all’’US-Italy Innovation Forum’. Il presidente Mattarella farà rientro in Italia sabato 19 ottobre.
Trump, secondo quanto riferiscono alti funzionari della Casa Bianca, intende discutere con Mattarella i “temi chiave” della collaborazione tra i due Paesi, tanto più che Mattarella è, per la Casa Bianca, “un forte partner degli Usa e un ardente supporter del legame transatlantico”. “Trump – viene riferito – apprezza molto il contributo italiano alle missioni militari internazionali” nella piena consapevolezza del ruolo “di alleato chiave nella Nato, che dà un contributo fra i maggiori nell’Alleanza atlantica, dal Baltico all’Iraq all’Afghanistan”. Per gli Usa, l’Italia è “partner inestimabile” nel programma F35 e nello stesso tempo “si aspetta che tutti i partner, Italia inclusa, onoreranno l’impegno assunto per quanto riguarda la condivisione delle spese militari, con conseguenti ampliamenti dei budget”.
Inoltre, sempre stando a quanto riferito da alti funzionari della Casa Bianca nel corso di un briefing, Trump dirà a Mattarella che gli Usa si aspettano che sul 5G “l’Italia non cada vittima della strategia del Partito comunista cinese”. E’ una questione che attiene ad una potenziale “minaccia alla sicurezza nazionale, alla privacy e alle libertà” dell’America, oltre che dei suoi stessi alleati.
Ancora, riferiscono fonti qualificate della Casa Bianca, nell’incontro con Mattarella il presidente Usa ribadirà che gli Stati Uniti credono nel “commercio libero e paritario” e lavorano per ampliarlo a livello internazionale ma “dobbiamo lavorare insieme per respingere le pratiche inique della Cina”, ma anche per “evitare le tasse sul digitale imposte in via unilaterale in favore di una soluzione in sede multilaterale come l’Ocse”. Trump inoltre tornerà alla carica “affinché l’Italia collabori con noi nel processo in modo da evitare ritorsioni, se ciò dovesse rivelarsi l’unica opzione”.
Tifone Hagibis devasta il Giappone
Continua a salire il bilancio del tifone Hagibis, uno dei più violenti che si sia mai abbattuto sul Giappone negli ultimi decenni. Secondo l’emittente Nhk, sono 66 le persone uccise dalla furia della tempesta di sabato scorso che ha provocato inondazioni e frane. Le operazioni di soccorso e recupero continuano, con 15 persone ancora dichiarate disperse. Mentre sono oltre 210 i feriti.
Oltre metà delle vittime si sono registrate nelle prefetture nord orientali di Miyagi e Fukushima, le stesse che nel 2011 hanno subito il terremoto, lo tsunami ed il conseguente disastro nucleare. E sempre in questa regione vi solo circa il 60% delle 5500 persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case a causa del tifone.