Forse l’avvertimento lanciato a Pyongyang “non era abbastanza duro”. Così Donald Trump è tornato stasera sul caso Corea del nord e sulla sua minaccia di reagire con “fuoco e furia” ad eventuali provocazioni nordcoreane.
“Era ora che qualcuno lottasse per il popolo di questo Paese”, ha aggiunto il presidente americano, sottolineando come le sue parole siano condivise dai militari “al 100%”. “Siamo appoggiati da tutti e da molti altri leader”, ha aggiunto. “E ho notato che molti senatori ed altri si sono espressi oggi in favore di quello che ho detto. Ma forse l’unica cosa è che quella dichiarazione non era abbastanza dura”. Trump non ha poi risposto ad una domanda sulla possibilità di un attacco preventivo contro la Corea del nord: “Non parliamo di questo”, ha detto.
Il leader della Casa Bianca ha quindi ribadito il suo monito a Pyongyang esortandola a darsi da fare per comportarsi in modo utile o affrontare in caso contrario problemi “come poche nazioni hanno affrontato”.
Poi, rivolto ai giornalisti nel suo club di golf a Bedminster, nel New Jersey, ha detto di aver avuto “grande rispetto per la Russia e la Cina per quello che hanno fatto sulle sanzioni”: “Rispetto quello che hanno fatto ma probabilmente non sarà cosi efficace come molte persone pensano, credo che si possa fare di più. Sì la Cina può fare di più e deve fare di più”. “I cittadini del nostro Paese sono al sicuro, i nostri alleati sono al sicuro, se la Corea del nord si metterà nei problemi o metterà nei guai qualche nazione allora ci saranno sicuramente conseguenze”, ha ribadito poi Trump.
“Kim? Non vuole fare la guerra ma restare al potere”
La Corea del Nord vuole veramente una guerra con gli Stati Uniti? Molti se lo chiedono dopo l’escalation di minacce fra Pyongyang e Washington, ma secondo diversi analisti, anche se non vanno sottostimati i rischi dell’attuale situazione, il vero obiettivo del leader coreano Kim Jong-un è quello di rimanere al potere, non di scatenare un conflitto.
“Quello che Kim Jong-un vuole veramente è migliorare i propri missili e le proprie armi nucleari e mantenere il paese sotto la sua leadership”, nota Michael Madden, che dirige il sito North Korea Leadership Watch. Kim “non vuole una guerra”, continua l’esperto secondo il quale l’arsenale può servire come deterrente, ma per il leader nordcoreano sarebbe suicida usarli rischiando di provocare una risposta americana.
Dello stesso parere anche Cheong Seong-chan dell’istituto Sejong di Seul. “La Corea del Nord non sta sviluppando la tecnologia dei missili balistici intercontinentali (Icbm) per lanciare una guerra contro gli Usa. Si tratta – sostiene – di impedire che gli Stati Uniti intervengano in ogni conflitto militare nella penisola coreana. Vuole influenzare le decisioni americane. Gli americani non vogliono essere criticati per aver rischiato vite statunitensi in difesa degli alleati“.
Secondo Koo Hae-woo, ex alto funzionario dei servizi di Seul, “gli Stati Uniti accetteranno di trattare con il Nord solo se riterranno che lo scontro fisico è imminente, il Nord non punta ad uno scontro ma ad aumentare le tensioni per arrivare ad un negoziato”.
Aereo da ricognizione russo vola su Washington
Un aereo da ricognizione russo Tupolev Tu-154 ha sorvolato l’area protetta di Washington dove si trovano il Pentagono , il Campidoglio e altri edifici governativi. Il volo è avvenuto ieri mattina (ora americana) nell’ambito nel trattato Open Skies (cieli aperti) firmato da Stati Uniti e altri 32 Paesi per favorire la trasparenza e gli sforzi di controllo degli armamenti, riferisce il dipartimento di Stato.
In base alle linea guida del trattato, personale americano deve trovarsi a bordo degli aerei russi quando effettuano le ricognizioni autorizzate. Secondo la Cnn, un secondo sorvolo era previsto ieri pomeriggio sopra la residenza di Donald Trump a Bedminster in New Jersey, dove il presidente americano trascorrerà gran parte del mese di agosto.