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Trump nel caos, lascia capo del Pentagono

Trump nel caos, lascia capo del Pentagono

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Colpo di scena nell’amministrazione Trump. Il capo del Pentagono Jim Mattis ha annunciato le proprie dimissioni e lascerà l’incarico di segretario alla Difesa entro fine febbraio. La notizia arriva a poche ore dalla decisione del presidente americano di avviare a sorpresa il ritiro delle truppe Usa da Siria e dall’Afghanistan (da dove saranno richiamati circa 7mila soldati). Un vero schiaffo al capo del Pentagono, l’ultimo superstite dei militari dell’amministrazione Trump che il presidente amava chiamare “i miei generali”.

“Poiché ha il diritto di avere un segretario della Difesa le cui vedute siano meglio allineate con le sue, su queste e altre materie, credo sia meglio per me fare un passo indietro” ha scritto Mattis nella lettera di dimissioni consegnata alla Casa Bianca. “Ho avuto il privilegio di servire il Paese e sono orgoglioso dei progressi degli ultimi due anni” ha sottolineato ancora Mattis.

Il capo del Pentagono ha accennato ai disaccordi con il presidente sottolineando che gli alleati degli Stati Uniti dovrebbero essere valutati e rispettati e che dovrebbe esserci un “approccio non ambiguo” ad avversari come la Cina e la Russia. “Una convinzione fondamentale che ho sempre sostenuto è che la nostra forza come nazione è inestricabilmente legata alla forza del nostro sistema unico e completo di alleanze e partnership”, ha detto riferendosi alla coalizione di 74 nazioni che combatte lo Stato islamico in Siria e Iraq.

“Mentre gli Stati Uniti rimangono una nazione indispensabile nel mondo libero, non possiamo proteggere i nostri interessi o servire efficacemente questo ruolo senza mantenere forti alleanze e mostrare rispetto verso quegli alleati”, ha continuato Mattis.

La notizia delle dimissioni è stata subito commentata, via Twitter, da Donald Trump, che ha parlato di “pensionamento” di Mattis mentre i democratici hanno espresso preoccupazione per il passo indietro del capo del Pentagono, considerato “un’isola di stabilità nel caos dell’amministrazione Trump”, come ha osservato il senatore democratico Mark Warner

Visto da tempo come baluardo contro gli impulsi isolazionisti e più estremi di Trump, Mattis è stato un tranquillo “riassicuratore in capo” mentre il presidente inviava tweet provocatori. E sulla questione Siria, aveva tentato di convincere il presidente americano del fatto che la missione anti-terrorismo non è finita e che una piccola presenza militare Usa dovrebbe rimanere. Mattis ha cercato inoltre di far capire a Trump che un ritiro di truppe Usa rischia di aumentare il caos e i problemi nella regione e il fatto che i consigli del generale siano caduti nel vuoto, conferma come Mattis, un tempo il più ascoltato consigliere per questioni militari, negli ultimi tempi abbia perso la sua influenza.

Lo strappo era apparso evidente già nei giorni scorsi quando Trump ha annunciato la scelta del generale Mark Milley, attuale capo dello Stato Maggiore dell’esercito come prossimo capo degli Stati Maggiori Riuniti, al posto del generale Joseph Dunford, che lascerà il prossimo anno. Mattis invece aveva raccomandato il capo dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, David Goldfein.

Solo poche settimane dopo veniva licenziato Michael Flynn, quando emersero le accuse di falsa testimonianza per le quali ora il generale rischia di andare in prigione. Trump chiamò a sostituirlo un altro generale a riposo, H.R. McMaster che sopravvisse meno di un anno all’incarico prima di essere ’scaricato’, anche per la sua opposizione al ritiro dall’accordo nucleare con l’Iran.

Mentre John Kelly, il generale diventato prima segretario alla Sicurezza Interna e poi capo dello staff della Casa Bianca, è stato licenziato nelle settimane scorse dopo essere stato sottoposto per mesi a uno stillicidio di attacchi e sfuriate da parte di Trump.

Ancora un drone, voli di nuovo sospesi a Gatwick
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I voli sono stati nuovamente sospesi nel tardo pomeriggio di oggi all’aeroporto londinese di Gatwick dopo che c’è stato un altro “sospetto avvistamento di un drone“. Dopo una breve chiusura,l’attività dello scalo è ripresa. Un portavoce dell’aeroporto, citato dalla Bbc, ha precisato che i voli sono stati interrotti per misura precauzionaledurante le indagini sul nuovo avvistamento. Ora l’aeroporto è tornato operativo “perché le misure militari messe in funzione ci hanno dato le necessarie assicurazioni sulla sicurezza della riaperture delle piste”.

L’aeroporto di Gatwick aveva riaperto gradualmente dopo lo stop provocato dalle incursioni di droni che hanno paralizzato il traffico aereo per oltre 24 ore. Le indagini, a cui collaborano anche esperti militari, non hanno ancora portato all’individuazione dei responsabili.

Esplosione in miniera, 13 morti in Repubblica Ceca
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Almeno 13 operai sono stati uccisi in un’esplosione di metano nella miniera di carbone a Karvina, nei pressi di Ostrava, nel nord della Repubblica Ceca. Lo riferisce l’agenzia di stampa ’CTK’, citando un portavoce della compagnia mineraria OKD. L’incidente è avvenuto a una profondità di 800 metri in una zona dell’impianto nella quale erano impiegati soprattutto minatori provenienti dalla Polonia. Altri tre sono rimasti feriti, uno in modo critico.

Si tratta di “una grande tragedia pre-natalizia” ha detto il sindaco locale Ondrej Feber all’edizione online del quotidiano ’Pravo’. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki e il suo omologo ceco Andrej Babis sono stati invitati a visitare il sito dell’incidente venerdì. La miniera, a circa 300 chilometri a est di Praga, opera dal 1968 ed era stata privatizzata ma è stata recentemente è stata rinazionalizzata. Il complesso minerario fornisce lavoro a circa 9.500 persone della zona.

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22 Dicembre 2018