Sulla cime del Monte Nemrut, in Turchia giganteggiano le rovine del regno perduto di Commagene. Si tratta di una maestosa tomba santuario con statue di aquile e leoni, di divinità greche e persiane, oltre a due statue enormi rappresentanti lo stesso re. Sulla vetta di questo monte, alto circa 2100 metri, nel 62 a. C. il re Antioco I ha fatto erigere un monumento reale, di cui restano oggi un tumulo di pietre altro 50 metri circa e largo 150 metri di diametro.
Patrimonio Unesco dal 1981 è uno dei luoghi più affascinanti e più sconosciuti del Medio Oriente. È un vero e proprio museo a cielo aperto, le sole teste sono alte circa due metri e lasciano davvero senza fiato. Danneggiate da fulmini e terremoti, queste sculture risultano essere particolarmente suggestive all’alba, quando con la luce fiammeggiante sembrano cambiare colore a seconda dei raggi del sole, passando dal rosso all’arancio, dal giallo al rosa.
La scoperta ad opera dell’American School of Oriental Researches è avvenuta nel 1953.
La tomba-santuario è costituita da tre terrazze, quella nord destinata ai pellegrini, è la più rovinata. Nella terrazza ovest sono presenti cinque statue, alte 9 metri, con personaggi seduti decapitati e, ai loro piedi, le relative teste allineate raffiguranti: Antioco I, la dea Tyche (personificazione della Fortuna), Zeus–Oromasde il padre degli dei per Greci e Romani (capo dell’Olimpio, dio del cielo e del tuono), Apollo–Mithra–Helios–Ermes ed Eracle–Artagnes–Marte, a chiudere le due estremità il leone e l’aquila emblemi della dinastia di Commagene.
Davvero interessante è il rintracciamento su una lastra di un cosiddetto “leone astrale”, ritenuto uno dei più antichi oroscopi del mondo; in merito gli studiosi hanno diverse spiegazioni, potrebbe, in effetti riferirsi alla data della salita al trono di Antioco I, al suo genetliaco o alla creazione del sito, di certo indica il 6 luglio del 61 o 62 a.C.
Sulla terrazza est, anche se le statue acefale sono simili a quelle della terrazza ovest, la loro ubicazione è differente; una scala mastodontica porta agli altari, due gradinate laterali portano alle divinità poste sopra le mense sacre. I personaggi seduti sono preservati molto bene mentre le teste delle statue sono in condizioni terribili.
Vissuto nella metà del primo secolo d. C. Antioco Teo di Commagene, era considerato erede di Apollo, e, dunque, non meraviglia il fatto che la sua tomba sia stata realizzata in grande. Eretta su due versanti della vetta del Nemrut, la statua del re è accompagnata da aquile e leoni, simboli della dinastia reale, ricordiamo, inoltre, la presenza significativa di sculture di numerosi oracoli.
Scene di vita quotidiana del sovrano e della sua genealogia sono ancora visibili su alcune parti dei bassorilievi, fatto che indica chiaramente il suo considerarsi al pari degli dei. Con ogni probabilità Antioco aveva voluto concepire una sintesi tra gli antichi miti persiani e i più recenti dei greci. Dietro alle basi delle statue, numerate con lettere romane, il testo in greco del pensiero di Antioco I: la volontà di essere sepolto in questo luogo, nonché l’indicazione dei riti da eseguire in suo onore.
Diversi archeologi sostengono, infatti, che il tumulo contenga la camera funeraria del re e il suo sarcofago, anche se gli scavi non sono riusciti ancora ad individuarli.