“Le armi che abbiamo dato all’Ucraina devono essere pienamente utilizzabili e le restrizioni devono essere rimosse per permettere agli ucraini di prendere di mira i luoghi da cui partono gli attacchi russi. Altrimenti le armi sono inutili”, ha dichiarato Borrell prima della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue. “Se ci verrà fornita una quantità sufficiente di missili e ci sarà consentito di colpire – ha sottolineato Kuleba – diminuiremo significativamente la capacità russa di danneggiare le nostre infrastrutture critiche e miglioreremo la situazione per le nostre forze sul campo”. “Abbiamo dimostrato che possiamo sconfiggere la Russia”, ha aggiunto, ribadendo la necessità che alle forze ucraine sia permesso di “colpire obiettivi militari legittimi in profondità in Russia”. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che “ogni Paese è libero di decidere come è giusto utilizzare le armi inviate all’Ucraina. Noi abbiamo inviato soprattutto armi difensive: adesso stiamo per inviare la nuova batteria Samp-T che è difensiva e non può essere utilizzata in territorio russo. Ribadiamo che noi non siamo in guerra con la Russia, la Nato non è in guerra con la Russia quindi per l’Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all’interno del territorio ucraino”. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, in un post su Facebook ha parlato di “proposti folli” sulle crisi in Ucraina e Medio Oriente avanzate da Borrell. Secondo Szijjarto, la “corsa pericolosa” di Borrell “va fermata”. “Non vogliamo più armi in Ucraina, non vogliamo più morti, non vogliamo l’escalation della guerra, non vogliamo che la crisi in Medio Oriente si diffonda. Rappresentiamo ancora la posizione del buon senso e della pace”, ha affermato il capo della diplomazia ungherese. Riguardo al Medio Oriente Borrell ha comunicato di aver “avviato le procedure per chiedere agli Stati membri se considerano appropriato includere nella lista delle sanzioni alcuni ministri israeliani che lanciano messaggi d’odio inaccettabili contro i palestinesi e proposte che vanno chiaramente contro la legge internazionale e incitano a commettere crimini di guerra”.
“I combattimenti sono particolarmente duri” a Pokrovsk, importante polo logistico diventato simbolo della resistenza ucraina all’aggressione russa. Lo ha dichiarato il comandante in capo ucraino Oleksandr Syrskyi, che ha trascorso diversi giorni sul fronte orientale. Un’eventuale cattura di Pokrovsk comprometterebbe le capacità difensive e le rotte di rifornimento dell’Ucraina e avvicinerebbe la Russia al suo obiettivo dichiarato di catturare l’intera regione di Donetsk. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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