L’Ucraina rifiuta la tregua di Natale nella guerra con la Russia? Tutto falso, secondo Kiev. Ad alimentare il caso sono le parole di Viktor Orban. Il premier ungherese ha monopolizzato l’attenzione con una telefonata a Vladimir Putin, chiamando in causa Volodymyr Zelensky. Secondo Orban, sarebbe stato il presidente ucraino a rifiutare l’ipotesi di una tregua di Natale con scambio di prigionieri.
Le Dichiarazioni di Orban
“Alla fine della presidenza ungherese dell’UE, abbiamo compiuto nuovi sforzi per la pace. Abbiamo proposto un cessate il fuoco a Natale e uno scambio di prigionieri su larga scala. È triste che il presidente Zelensky abbia chiaramente respinto ed escluso questa possibilità. Abbiamo fatto quello che potevamo”, ha dichiarato Orban.
La Smentita di Kiev
A stretto giro, Kiev ha smentito categoricamente di aver affrontato il tema con Orban. Il consigliere della presidenza ucraina Dmytro Lytvyne, in un messaggio ai media, ha giudicato totalmente prive di fondamento le esternazioni di Orban: “Come sempre, la parte ungherese non ha discusso con l’Ucraina e, come sempre, l’Ungheria non ha avvertito Kiev dei suoi scambi con Mosca”, si legge nel messaggio.
Zelensky, del resto, anche nei recenti incontri con il nuovo presidente americano Donald Trump e con il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la posizione di Kiev: per dire sì ad una tregua e fermare la guerra servono garanzie e, in particolare, serve l’invito della NATO all’Ucraina, che ritiene indispensabile agganciarsi al treno dell’Alleanza Atlantica.
La Telefonata Orban-Putin
Orban ha fornito la sua versione dopo il contatto diretto con il Cremlino. “Ho avuto una conversazione telefonica di un’ora con il presidente Putin. Queste sono le settimane più pericolose della guerra Russia-Ucraina. Stiamo adottando tutte le misure diplomatiche possibili per sostenere un cessate il fuoco e colloqui di pace”, ha scritto il premier ungherese su X dopo il colloquio con il presidente russo.
Anche il Cremlino ha reso nota la telefonata, spiegando che Putin e Orban si sono scambiati i loro punti di vista sulla situazione in Ucraina. Il premier ungherese, che lunedì ha visto Donald Trump a Mar-a-Lago, ha proposto una “soluzione politico-diplomatica” grazie ai suoi “contatti con i dirigenti occidentali”. Putin ha denunciato “la linea distruttiva del regime di Kiev” che esclude una soluzione pacifica del conflitto.
La Risposta di Zelensky
Zelensky ha bollato tutto come propaganda e ha chiosato ironicamente: “Ci auguriamo tutti che Viktor Orban non chiami Assad a Mosca per ascoltare anche le sue lezioni lunghe un’ora”, ha commentato, chiamando in causa l’ex dittatore siriano, che dopo la caduta del regime ha chiesto e ottenuto asilo in Russia.
“È assolutamente chiaro che per raggiungere una vera pace e una sicurezza garantita sono necessari la determinazione dell’America, l’unità dell’Europa e l’impegno incrollabile di tutti i partner nei confronti degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha ribadito il presidente ucraino. In un riferimento al premier ungherese, ma forse anche al cancelliere tedesco Olaf Scholz, che lo scorso mese aveva telefonato al presidente russo, Zelensky ha ammonito: “Nessuno dovrebbe promuovere la propria immagine a spese dell’unità: tutti dovrebbero concentrarsi sul successo condiviso”.
Contesto e Implicazioni
Le dichiarazioni di Orban e la successiva smentita di Kiev evidenziano le tensioni e le difficoltà nel trovare una soluzione pacifica al conflitto. La guerra tra Ucraina e Russia continua a mietere vittime e a destabilizzare la regione, con ripercussioni globali. La proposta di una tregua natalizia e di uno scambio di prigionieri avrebbe potuto rappresentare un primo passo verso la de-escalation, ma le divergenze tra le parti sembrano ancora insormontabili.
Conclusioni
La situazione rimane complessa e delicata, con le parti che continuano a scambiarsi accuse e a cercare di ottenere vantaggi diplomatici. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, sperando che si possa trovare una soluzione che porti alla fine delle ostilità e alla stabilizzazione della regione. Nel frattempo, le dichiarazioni di Orban e la risposta di Zelensky sottolineano quanto sia difficile raggiungere un accordo in un contesto così polarizzato e conflittuale.