Vladimir Putin parla con Olaf Scholz, mentre Volodymyr Zelensky si arrabbia e punta su Donald Trump. La diplomazia si muove mentre la guerra tra Ucraina e Russia si avvicina al traguardo dei 1000 giorni. Le ultime notizie ruotano attorno alla telefonata tra il cancelliere tedesco e il presidente russo, che tornano a parlare dopo quasi due anni dall’ultimo colloquio avvenuto a dicembre 2022.
La Telefonata Scholz-Putin
La conversazione di un’ora, che il Cremlino attribuisce all’iniziativa tedesca, evidenzia le posizioni cristallizzate dei due interlocutori ma segna comunque un passaggio importante, in un quadro destinato a mutare ulteriormente con l’insediamento di Trump alla Casa Bianca. Secondo Der Spiegel, la telefonata è stata preparata da Berlino per mesi e l’iniziativa è stata presa dopo consultazioni con gli altri partner occidentali, Usa in primis.
Scholz, alle prese con la crisi del governo tedesco, ha ribadito la condanna per l’aggressione russa, ha chiesto il ritiro delle truppe e l’avvio di negoziati con Kiev. In particolare, secondo il portavoce Steffen Hebestreit, il cancelliere ha chiesto a Putin di “negoziare con l’Ucraina con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura, sottolineando la determinazione incrollabile della Germania a sostenere l’Ucraina nella sua battaglia difensiva contro l’aggressione russa finché necessario”. Scholz ha anche criticato la presenza di migliaia di soldati nordcoreani nella regione russa del Kursk, definendo il coinvolgimento dei militari inviati da Kim Jong-un “una grave escalation” e “un’espansione del conflitto”.
La Risposta di Putin
Putin ha incassato e ha sostanzialmente tirato dritto: nel colloquio che il Cremlino ha definito “franco”, il presidente russo ha ribadito che qualsiasi accordo sull’Ucraina deve riflettere le “nuove realtà territoriali”. Possibili accordi devono tenere conto degli interessi di sicurezza della Federazione russa, partire dalle nuove realtà territoriali e affrontare le cause del conflitto alla radice. Mosca considera definitivamente acquisite le regioni che ha cercato di strappare all’Ucraina e che non controlla integralmente: Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, oltre alla Crimea.
La Reazione di Zelensky
Scholz, prima di parlare con Putin, ha informato Zelensky. Il presidente ucraino non ha nascosto il disappunto per l’iniziativa che ha “aiutato il presidente russo a ridurre il suo isolamento e, sostanzialmente, a far continuare la guerra in Ucraina”. Zelensky ha espresso la sua opinione sui social, affermando che la telefonata “apre un vaso di Pandora: potrebbero esserci altri colloqui e altre telefonate, solo tante parole. Ed è esattamente ciò che Putin ha cercato a lungo. È fondamentale per lui indebolire il suo isolamento, così come l’isolamento della Russia, e tenere dei meri colloqui che non porteranno da nessuna parte. Lo fa da decenni”.
Zelensky ha concluso dicendo che “non ci sarà nessun ‘Minsk-3’, abbiamo bisogno di una vera pace”. Il ministero degli Esteri ucraino ha commentato che parlare con Putin dà solo a lui la speranza di allentare il suo isolamento internazionale. “Ciò di cui c’è bisogno sono azioni concrete e forti che lo costringano alla pace, non persuasione e tentativi di pacificazione, che lui vede come un segno di debolezza e usa a suo vantaggio”.
Kiev e Mosca Aspettano Trump
Zelensky punta a una “pace giusta” e confida nel ruolo di mediatore che Trump si candida a svolgere a gennaio, dopo l’insediamento alla Casa Bianca. Con la nuova amministrazione, secondo il presidente ucraino, “la guerra finirà prima”. Zelensky ha spiegato alla tv pubblica ucraina che “la guerra finirà, ma non c’è una data precisa. Certamente, con la politica di questa squadra che ora guiderà la Casa Bianca, la guerra finirà prima”. Per i consiglieri del presidente eletto, l’Ucraina dovrebbe rimanere fuori dalla Nato per 20 anni. “Non ho sentito nulla da Trump che vada contro la nostra posizione. Lui conosce le condizioni in cui ci troviamo”, ha detto Zelensky.
Anche Mosca attende le proposte di Trump, come ha ribadito il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. “Non posso immaginarlo – ha detto, riferendosi al modo in cui il presidente americano intende mettere fine al conflitto – aspetteremo le proposte. Noi regolarmente sottolineiamo, quando ci viene chiesto, che in ogni caso, un politico che dice che non è per la guerra ma per la pace merita attenzione”. Lavrov ha aggiunto che la posizione russa è stata “chiaramente formulata” da Putin.