Vladimir Putin non ha intenzione di fare alcuna concessione a Donald Trump. La Russia mantiene la sua linea: vuole dettare le condizioni per la conclusione della guerra con l’Ucraina. Questo è il quadro delineato dall’Institute for the Study of War (Isw), un think tank che monitora quotidianamente il conflitto, in un momento cruciale nello scacchiere internazionale.
Il Piano di Trump
Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, si insedierà a gennaio e cercherà di dare seguito agli annunci fatti in campagna elettorale: lavorerà per favorire un rapido accordo tra Mosca e Kiev. Secondo il Wall Street Journal, i consiglieri di Trump avrebbero delineato un piano per arrivare alla pace: una zona demilitarizzata lungo la linea del fronte, con forze internazionali ma non americane presenti, e l’Ucraina fuori dalla Nato per almeno 20 anni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sempre rifiutato l’ipotesi di sacrifici territoriali, ma a Kiev la posizione potrebbe mutare parzialmente se un’eventuale intesa prevedesse garanzie di sicurezza blindate per il paese.
La Russia Non Cambia Obiettivo
Secondo l’Isw, tali ragionamenti non tengono conto di un elemento chiave: la posizione della Russia e quella del suo presidente Vladimir Putin non sono cambiate rispetto all’inizio del conflitto. L’obiettivo ultimo di Mosca rimane sempre lo stesso: “la completa resa dell’Ucraina”. Il Cremlino sembra poco disposto a fare concessioni alla nuova amministrazione Trump, così come non è stato disposto a farne all’attuale amministrazione.
Putin si è congratulato con Trump per l’elezione e ha manifestato una generica disponibilità a riprendere il dialogo con Washington. Tuttavia, Mosca ha smentito il contatto diretto tra i due presidenti che, secondo il Washington Post, sarebbe avvenuto con una telefonata il 7 novembre.
I Messaggi da Mosca
Nelle ultime ore, le posizioni russe sono state illustrate dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov e dalla sua portavoce Maria Zakharova. Per Lavrov, l’avvento di Trump non modificherà la situazione e l’ipotesi di congelare il conflitto va scartata. Per Zakharova, c’è solo un modo per arrivare alla pace: “Serve lo stop all’assistenza militare che l’Occidente fornisce all’Ucraina”.
Apparentemente, quindi, lo spazio per dialogare è poco. A completare il quadro, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che non ci sono stati contatti con la nuova amministrazione americana e che gli eventuali piani di Trump in relazione all’Ucraina al momento sono ignoti.