La Commissione Europea avrebbe recentemente avviato due nuovi procedimenti per garantire che Apple rispetti i propri obblighi di interoperabilità previsti dal Digital Markets Act (DMA). Di conseguenza, il Colosso di Cupertino sarà tenuto a fornire un’interoperabilità gratuita ed effettiva a sviluppatori e imprese esterne, nell’ambito delle funzioni hardware e software, di poter far parte dei sistemi operativi iOS e iPadOS. Infatti, il DMA è stato introdotto proprio per evitare che le grandi piattaforme digitali, che agiscono come “gatekeeper” tra utenti commerciali e consumatori, abusino della loro posizione dominante. Queste piattaforme, data la loro posizione dominante, avrebbero la possibilità di creare “colli di bottiglia” nel settore digitale, ostacolando la concorrenza e monopolizzando il settore. “Oggi è la prima volta che utilizziamo procedimenti di specificazione ai sensi del Dma per guidare Apple verso una conformità effettiva ai suoi obblighi di interoperabilità attraverso un dialogo costruttivo”, ha dichiarato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione. “Siamo concentrati sul garantire mercati digitali equi e aperti. Questo processo fornirà chiarezza per gli sviluppatori, le terze parti e Apple. Continueremo il nostro dialogo con Apple e consulteremo le terze parti per garantire che le misure proposte funzionino nella pratica e soddisfino le esigenze delle imprese”. Già nel settembre 2023, la Commissione aveva designato alcuni servizi di Apple, tra cui l’App Store, iOS e il browser Safari, come “servizi di piattaforma fondamentali” ai sensi del DMA. Successivamente, nel 2024, anche iPadOS è stato incluso tra i servizi soggetti a questi obblighi, con diverse scadenze fissate per l’adeguamento: 7 marzo 2024 per iOS e 30 ottobre 2024 per iPadOS. I due nuovi procedimenti si concentrano su aree specifiche di conformità con l’Articolo 6(7) del DMA, che disciplinerebbe gli obblighi relativi all’interoperabilità, mentre in base all’Articolo 8(2), la Commissione ha il potere di adottare misure mirate per garantire che i gatekeeper come Apple rispettino tali disposizioni. Il primo procedimento riguarderebbe le funzionalità di connettività di iOS, utilizzate da dispositivi come smartwatch, cuffie e visori per la realtà virtuale: questi dispositivi, per offrire un’esperienza utente completa, dipenderebbero infatti da un’interoperabilità consistente con i sistemi operativi per smartphone. La Commissione intenderebbe quindi stabilire regole precise affinché Apple garantisca un’interoperabilità funzionale per aspetti chiave come notifiche, accoppiamento dei dispositivi e connettività. Il secondo procedimento si focalizzerebbe invece sul processo di gestione delle richieste di interoperabilità da parte degli sviluppatori terzi: la trasparenza e la tempestività di queste procedure sarebbero quindi fondamentali per permettere agli sviluppatori di innovare e accedere alle funzionalità dell’ecosistema Apple in modo prevedibile ed equo. Questi procedimenti sono arrivati nonostante Apple abbia già allentato le sue normative sull’App Store per gli sviluppatori e si sia impegnata ad aprire il suo chip NFC a terze parti in risposta al DMA. L’azione dell’UE, tuttavia, suggerisce che queste misure potrebbero non essere sufficienti per conformarsi pienamente alle nuove normative. L’UE ha dato ad Apple sei mesi di tempo per rispondere a queste richieste e, qualora non dovesse adeguarsi, la società rischia multe che potrebbero raggiungere il 10% del suo fatturato annuo, come previsto dalle norme del DMA. Infine, la Commissione non esclude l’adozione di ulteriori misure, inclusa l’imposizione di sanzioni pecuniarie o pagamenti periodici, qualora Apple non rispettasse gli obblighi previsti dal regolamento.
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