L’Ue ha approvato il nono pacchetto di sanzioni contro la Russia da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Le misure prevedono l’inserimento di un numero consistente di nuovi nomi nella lista dei soggetti sanzionati, che arriva a 1.386 individui e a 171 entità, sopra i 1.550. Si tratta tra l’altro di persone coinvolte nelle attività di “disinformazione”, di giudici, tra cui il presidente della Corte Costituzionale, di 31 militari coinvolti negli attacchi contro civili, di 23 società che riforniscono l’esercito russo, di 12 membri del governo e di 32 tra parlamentari della Duma e membri del Consiglio Federale, familiari di oligarchi tra cui due parenti del capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov. Colpiti poi cinque partiti politici, inclusa Russia Unita, fondato da Vladimir Putin e presieduto dall’ex presidente Dmitry Medvedev, altre due banche e una succursale attiva in uno Stato Ue.
E’ previsto anche un allargamento del divieto di esportazioni ad articoli tecnologici come i motori usati per i droni iraniani, materiali che possono essere utilizzati per fabbricare armi chimiche e altri articoli, come l’equipaggiamento mimetico. Viene tagliata fuori dalle transazioni la Banca Regionale di Sviluppo della Russia. Banditi anche altri canali televisivi, oltre a quelli già colpiti nei precedenti pacchetti di sanzioni. Viene previsto un divieto di investimento nel settore minerario e in quello delle cave, con alcune eccezioni per materie prime di cui la Russia è ricca e che sono complicate da sostituire: si tratta di metalli come oro, argento, stagno, tungsteno e altri.