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UE: PRESTO A KIEV 1,4 MILIARDI DI EURO DA ASSET RUSSI. IRA DELL’UNGHERIA

“La prima tranche degli extra profitti degli asset russi dovrebbe essere consegnata la prossima settimana e lo sarà, questi soldi non possono essere bloccati. Abbiamo una soluzione e la metteremo sul tavolo oggi: Kiev ha bisogno di aiuto e ne ha bisogno oggi e spero che i ministri sostengano la nostra proposta”. Sono parole di Josep Borrell, Alto Rappresentante Ue, pronunciate prima dell’inizio dei lavori del consiglio Affari Esteri.

Si parla di 1,4 miliardi di euro, ostaggio dell’Ungheria che da sempre si è mostrata contraria all’utilizzo di proventi di proprietà russe. “Vladimir Putin si sta preparando a una lunga guerra, il percorso diplomatico deve andare avanti ma dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina”, ha proseguito Borrell.

JOSEP BORRELL

Si parla continuamente di “asset”, ma in sostanza, di che si tratta?

Nel contesto economico-finanziario questo termine individua una qualsiasi risorsa di proprietà di un soggetto che abbia valore economico e che possa generare benefici futuri.

Sono quindi asset gli immobili, i veicoli, brevetti, marchi, diritti d’autore, azioni, obbligazioni, conti correnti bancari, tutto ciò che genera reddito. Da tempo l’Unione Europea ha preso di mira i beni russi insistenti nel territorio Ue, congelandoli e pensando di trasferire all’Ucraina i loro profitti (o anche solo gli extra profitti) per il sostegno, soprattutto bellico, di quel Paese. Un modo per evitare una formale confisca, ma allo stesso tempo creare un danno ai russi. L’argomento è stato dibattuto anche nel corso del recente G7 di Borgo Egnazia, durante il quale è stato raggiunto l’accordo sull’utilizzo dei profitti, peraltro da girare a Kiev sotto forma di prestito, per una cifra stimata di 50 miliardi di euro, con estrema soddisfazione da parte della von der Leyen, la quale ha ribadito: “Putin non può vincere”.

Manovra, in ogni caso, non solo da definire sul piano strettamente tecnico-giuridico, ma che ancora una volta non considera la risposta russa, di misura “speculare”. Si tratta di un “esproprio e di una violazione di tutte le regole e le norme del sistema economico e finanziario internazionale”, ha risposto recentemente Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha spiegato che “I tentativi da parte dell’Occidente di appropriarsi dei proventi dei beni russi congelati sono criminali e porterebbero a una risposta molto dolorosa per l’Unione Europea”.

Intanto, però, c’è da superare lo scoglio ungherese, ma sempre Borrell ha dichiarato di avere una soluzione. “L’Unione Europea ha sviluppato un meccanismo legale per aggirare il veto dell’Ungheria sull’acquisto di armi per l’Ucraina utilizzando i profitti dei beni russi congelati”, spiegando che il metodo “sarà complicato, come ogni decisione legale”, ma dovrebbe funzionare. Non si conoscono i dettagli, ma si pensa che l’Ue possa offrire a Budapest lo stesso tipo di accordo concluso tra la Nato e Orban, secondo il quale l’Ungheria non parteciperà alla futura missione militare, ma nel contempo non fermerà le decisioni del blocco.

MINISTRO ESTERI UNGHERESE PETER SZIJJIARTO

Ieri pomeriggio il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha parlato di “linea rossa” che l’Unione Europea ha superato, con riferimento a detto stanziamento di 1,4 miliardi di euro dei prossimi giorni. “In passato le regole comuni europee non sono mai state violate o disattese in modo così spudorato”, con particolare riferimento alla volontà di bypassare il consenso ungherese sulla questione, puntando il dito: “Sono proprio coloro che spingono maggiormente per le procedure dello Stato di diritto e che parlano di rischi per i valori democratici che violano le regole europee”.

Data:

25 Giugno 2024
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