Ultimatum ai curdi: “Ritiro entro domani o riprende operazione”
Se i miliziani delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) non si saranno ritirati entro oggidalla cosidetta ’’zona sicura’’ nel nordest della Siria, le forze armate di Ankara ’’riprenderanno l’operazione’’ militare. Lo ha annunciato ieri mattina il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu nel discorso di apertura del ’TRT World Forum’ a Istanbul. ’’Abbiamo ancora 35 ore. Se loro non si ritirano entro 35 ore, allora l’operazione riprenderà ancora’’, ha detto Cavusoglu, che poi ha accusato gli Stati Uniti di ’’continuare a fornire armi’’ ai miliziani dell’Ypg.
Intanto sono circa 125 i camion dei militanti Ypg che hanno lasciato la zona di 120 chilometri compresa tra le città di Ras al-Ayn e Tal Abyad. Lo hanno detto fonti del ministero della Difesa di Ankara citate dal quotidiano Daily Sabah. ’’Ci aspettiamo che il ritiro continui oggi e domani’’, hanno aggiunto le fonti, spiegando che la maggior parte dei miliziani è partita per al-Hasakah. ’’Stiamo monitorando ogni passo dei terroristi con droni – hanno spiegato le fonti – Abbiamo scoperto alcuni militanti dell’Ypg travestiti da civili per restare nella zona’’.
Nelle ultime ore gli uomini dell’alleanza curdo-araba delle Forze democratiche siriane (Fds) hanno annunciato di aver completato il loro ritiro dalla città di Ras al-Ayn, al confine con la Turchia. Il portavoce delle Fds Kino Gabriel ha spiegato che ’’non abbiamo più combattenti in città’’. Il portavoce dell’Esercito nazionale siriano, Yusuf Hamoud, ha confermato il ritiro completo delle Fds da Ras al-Ayn.
Patate contro truppe Usa – I curdi siriani hanno protestato contro il ritiro dei soldati americani dal nordest della Siria lanciando patate contro i militari al passaggio di un convoglio vicino a Qamishli. ’’Gli americani stanno scappando come topi. Vergognatevi!’’, hanno urlato i curdi al passaggio dei carri armati americani. Fonti curde hanno riferito che il convoglio era in viaggio verso il valico di frontiera di Sahela e diretto in Iraq, nella provincia settentrionale di Dohuk.
Tregua violata – Le autorità di Ankara hanno accusato i militanti delle Unità di protezione del popolo curdo di aver violato per 36 volte la tregua di 120 ore raggiunta tra la Turchia e gli Stati Uniti per permettere il ritiro degli uomini dell’Ypg dal nordest della Siria. Lo ha reso noto la portavoce del ministero della Difesa turco, Nadide Sebnem Aktop, nel corso di una conferenza stampa ad Ankara. Aktop ha quindi aggiunto che, dall’inizio dell’offensiva lanciata lo scorso 9 ottobre, sono 765 i militanti curdi dell’Ypg/Pkk neutralizzati nel nordest della Siria. Le autorità turche usano il termine ’neutralizzato’ per indicare che un militante è stato catturato, si è arreso o è stato ucciso.
Pompeo: “Se necessario, Trump pronto ad azione militare contro la Turchia”
Se “necessario” Donald Trump è pronto ad usare la forza militare contro la Turchia per via delle sue azioni in Siria. Lo ha detto in un’intervista alla Cnbc il segretario di Stato americano Mike Pompeo: “Noi preferiamo la pace alla guerra. Ma nel caso in cui fosse necessaria un’azione militare, si sappia che il presidente Trump è completamente pronto ad intraprenderla”.
Israele, Netanyahu rinuncia a formare governo
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha rimesso il mandato per la formazione del nuovo governo che gli era stato conferito dal presidente Reuven Rivlin. La rinuncia è giunta due giorni prima della scadenza del mandato. La presidenza israeliana ha reso noto che Rivlin vuole dare ora l’incarico al leader del partito Blue e Bianco, Benny Gantz.
In una dichiarazione video, Netanyahu ha affermato di aver lavorato “incessantemente” per formare un “ampio governo di unità nazionale”, ma che tutti i suoi sforzi sono stati respinti da Benny Gantz. Appena riceverà formalmente l’incarico, Gantz avrà 28 giorni a disposizione per cercare di formare una coalizione, con una possibile estensione di due settimane. Un suo fallimento rischierebbe di portare il paese alle urne per una terza volta quest’anno, dopo il voto del 9 aprile e quello del 17 settembre. Il partito “Blu e Bianco è determinato a formare un governo liberale di unità guidato da Benny Gantz”, ha reso noto la formazione centrista dell’ex capo di Stato maggiore. Blue Bianco è il primo partito con due seggi più del Likud di Netanyahu, che si presenta però come capo di un blocco che comprende anche il partito di estrema destra Yamina e i due partiti religiosi.
Primo ministro più longevo della storia d’Israele, Netanyahu rischia di essere incriminato per corruzione. Blu e Bianco è pronto ad un governo di unità nazionale con il Likud, ma non vuole che ’Bibi’ ne faccia parte. La speranza del partito di Gantz è una rivolta interna del Likud, alimentata dal timore di nuove elezioni, che estrometta il premier e rompa l’alleanza con l’ultradestra e gli ultraortodossi. A complicare le cose vi infatti anche la questione dell’estensione della leva militare agli ultraortodossi, tema molto sentito fra gli israeliani laici, i cui figli rischiano la vita come soldati per difendere Israele. E’ su questo scoglio che in aprile si è impuntato Avigdor Lieberman, leader del partito laico della destra nazionalista Israel Beitenu, rendendo impossibile la formazione di un governo di destra guidato da Netanyahu. Lieberman, che è stato premiato dagli elettori, è pronto ad entrare in un governo di unità nazionale con Blue e Bianco e il Likud, ma senza ultraortodossi.
Usa, Facebook: “Pronti a proteggere elezioni 2020 da interferenze”
Facebook è pronto a proteggere le elezioni negli Stati Uniti del 2020 da interferenze straniere, annunciando il bando di decine di account legati alla Russia e all’Iran. Nel tentativo di evitare il ripetersi di quanto accaduto nel 2016, il social media ha annunciato un programma per garantire la sicurezza degli account dei candidati e dei funzionari governativi impegnati nel voto. Facebook ha anche reso noto di aver rimosso 93 account, 17 pagine e quattro account Instagram “per comportamento coordinato non autentico” originato in Iran e avente come obiettivo gli Stati Uniti.