L’homo “sapiens”, interfacciato ad una incalzante realtà robotica e digitale nella appena conclusa 5.a edizione di Trieste Next 2016 (Festival della Ricerca Scientifica), si è interrogato sui nuovi scenari di vita rasentanti connotati da fantascienza che, comunque, si disvela sotto la lente della tecnologia più avanzata.

Ancora una volta, nella Trieste che con oltre 30 istituti di ricerca e una media di 35 ricercatori ogni 1000 occupati (ben oltre i circa 6 dei trend europei) è città simbolo di genuina passione per la scienza e la conoscenza, le connaturate bellezze paesaggistiche e artistiche hanno fatto da sfondo alla frenetica Kermesse di tre giorni che, per i suoi 50mila visitatori, ha sfoggiato pregevoli siti: piazza Unità d’Italia provvista di tensostrutture, il ridotto del teatro Verdi, il teatro Miela, l’auditorium del Museo Revoltella, il salone di rappresentanza e la sala Predonzani della Regione; prestigioso insieme che, anche quest’anno, ha costituito il rinomato Salone Europeo della Ricerca Scientifica curato dal Comune, dalla Regione FVG, dall’Università insieme con Venezie Post, dall’Area Science Park e dalla Sissa.

Appunto nelle menzionate postazioni in giro per Trieste, con il supporto allo sforzo organizzativo e di promozione dato da 150 giovani volontari, da parte di un gran numero di ospiti (anche stranieri ai quali sono state offerte spiegazioni in inglese delle varie attività svolte) oltre che di migliaia di cittadini, anche tantissimi giovani (fra cui 2500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado e oltre 300 studenti arrivati da tutta Italia), si è avuto grande riscontro alle proposte per tutte le età negli affollati laboratori – conferenze – spettacoli imperniati sulla declinazione della scienza e tecnologia con l’attività di impresa; mentre, nel corso di più di cento eventi – incontri – dibattiti – focus e dotte lectio magistralis, 150 insigni esponenti di rilievo nazionale e internazionale si sono avvicendati sul tema della innovazione nel campo della ingegneria genetica e della biomedicina nonchè della tecnologia robotica più avanzata; con debite riflessioni sull’imprescindibile sostrato antropologico filosofico e giuridico per le sempre maggiori nostre potenzialità, in ogni campo, supportate da una “intelligenza artificiale” che, come altro da noi con cui confrontarsi pur promanando dall’uomo stesso, finisce con l’essere “amplificazione” dell’umano “intelligere” continuamente teso a travalicare ogni limite; essendo giunto a varcare la soglia di un’era postmoderna in cui va delineandosi, sempre più, il divenire da homo “sapiens” a “tecnicologicus”.

In piazza Unità d’Italia, presso l’area talk del “villaggio” di stands (a cura dell’Università con Area Science Park – SISSA Scuola Internazionale Superioe di Studi avanzati – ICTP The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics — Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale — OGS e ICGEB International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology – INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Sezione di Trieste — Electra Sincrotone Trieste); innanzitutto, non è potuto mancare il focus riferito alle 150 imprese che, sommando cinquemila addetti e un fatturato di oltre 800 milioni, fanno parte del BioHighTech, vera eccellenza FVG sul fronte della Scienza Medica e Chirurgica; circa le cui ultime conquiste tecnologiche sono intervenuti relatori di fama internazionale, quali: Thierry Pedrazzini e Piergiorgio Tozzi dell’Ospedale Universitario di Losanna oltre a Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri di Bergamo e Mauro Giacca dell’ICGEB, nell’ambito dei trapianti e degli organi in provetta; Mattia Andreoletti- Giannino Del Sal- Pier Giuseppe Torrani- Guido Perelli Rocco e Maurizio D’Incalci, nell’ambito dell’oncologia; Giancarlo Tirelli-Pierluigi Bonini e Annalisa Gatto, nell’ambito della tecnologia del terzo millennio per la chirurgia “testa-collo”; Eliana Liotta e Lucilla Titta nell’ambito della nutrigenomica e nutrigenetica in base al “Progetto dieta Smartfood IEO”, in funzione del benessere dell’individuo.

Le trattazioni scientifiche hanno riguardato i temi più vari; come, fra gli eventi: “Smartships per il futuro del mare”, le “Nuove frontiere nell’osservazione degli oceani” a cura di Ogs, “Il futuro del nostro passato” sulle scoperte in tema di archeometria; così, fra i focus: “L’esplorazione dell’universo e la colonizzazione di spazi extraterrestri” a cura di Gabriele Mascetti per l’ASI (Agenzia spaziale italiana) con la partecipazione di Gianni Biolo e Franco Malerba, “Big data e paesi in via di sviluppo a cura di Twas, “Arte, Scienza e Robotica” conclusosi con la lettura de “Il cervello nudo” di Giuseppe Longo; altrettanto, fra gli incontri: “Fisica e paleoantropologia” coniugate da Claudio Tuniz, “In ascolto dell’universo” a cura dell’astrofisico Enrico Cappellaro e del docente di Fisica sperimentale Giovanni Andrea Prodi.

Grande attrazione di questa kermesse della Ricerca Scientifica è stata la presentazione del “boom” internazionale, nel campo dell’editoria, “Macchine intelligenti” (Egea edizioni) scritto da John Kelly sull’era del cognitive computing e, in special modo, trattando del super computer IBM “WATSON” con funzioni “umanoidi” di apprendimento, cernita di informazioni e capacità di ragionamento in risposta a domande complesse; futuribile supporto nelle decisioni dell’uomo “amplificato” su cui si sono confrontati il presidente dell’Eurotech Roberto Siagri, il rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia e Massimo Sideri innovation editor del Corriere della Sera.
Sempre nel campo della macchina – ampliamento dell’umano, lo scrittore-professore Giuseppe O.Longo e il docente di robotica Paolo Gallina vincitore del Premio Galileo 2016 sono intervenuti sul tema “Homo technologicus dagli automi ai robots umanoidi”; mentre, sui microrobots che vengono dal mare ha parlato Antonio De Simone; così, di robotica bio-ispirata hanno trattato due fra le 25 donne di maggiore importanza ed esperienza nel settore: Barbara Mazzolai e Cecilia Laschi che, insieme con Marco Bettiol e Bernardo Balboni, si è confrontata su soft robotics.

Quanto all’ineludibile interrogativo circa le inevitabili ricadute dell’avanzamento tecnologico sul presumibile nuovo fronte, in seno allo sviluppo sociale, della percezione dell’identità e del relativo commisurarsi emotivo ed etico; il filosofo Luca Illetterati ha fornito il punto prospettico dei “Dialoghi tra Scienza e Filosofia” di cui hanno fatto parte: la lectio magistralis della massima esperta mondiale di etica della robotica Kathleen Richardson che, in particolare, ha parlato della campagna di cui, a livello internazionale, si è fatta promotrice contro i “sex robots”; l’intervento del filosofo- psicoterapeuta Miguel Benasayag sul “naturalmente artificiale” del futuro sviluppo oltre l’umano fluttuante fra l’alternarsi di fiducia e tecnofobia; il confronto fra Massimo Sideri e Umberto Ambrosoli sul contrastante, eppure da conciliarsi, diritto all’oblio e alla memoria storica, come il diritto individuale alla privacy di contro al diritto collettivo di perpetrare nell’archivio di internet il ricordo di ciò ch’è già passato;
la stessa lectio magistralis di Rama Gheerawo massimo esperto mondiale nel campo delle tecnologie “indossabili”, delle quali è stato rappresentato l’orientamento positivo includendole nello sviluppo sociale.
Sostanzialmente, una Trieste Next 2016 con un bilancio di grande successo come nelle conclusioni di debita soddisfazione dei responsabili istituzionali.
Così, nelle parole di Angela Brandi, assessore all’educazione, scuola, università e ricerca del Comune di Trieste: “ l’incremento dei numeri di questa edizione di Trieste Next rivela il consolidamento quest’anno di una manifestazione che suscita sempre maggiore attenzione a affezione. Portare in piazza temi legati alle nuove frontiere della scienza, la ricerca e l’innovazione tecnologica – solo apparentemente lontani dalla vita quotidiana – vuol dire ridurre davvero la distanza tra i cittadini, gli enti e le istituzioni pubbliche e scientifiche: la gente può entrare in stretto contatto con i temi più innovativi della ricerca, ambito in cui la città di Trieste eccelle…Da Assessore alle attività educative non posso che rallegrarmi del successo registrato da Trieste Next con i bambini e i ragazzi delle scuole; un festival a misura delle nuove generazioni che ha ricevuto una risposta entusiasta da parte di circa 2500 giovani e giovanissimi studenti che hanno aderito ai laboratori–gioco, alle dimostrazioni e agli esperimenti realizzati per loro grazie alla collaborazione degli Enti partner”.

Altrettanto, nelle esternazioni dell’editore di VeneziePost e direttore di Trieste Next Filiberto Zovico: “la quinta edizione del festival ha rinsaldato la sua vocazione di laboratorio per l’attivazione del territorio. Un evento di respiro sempre più internazionale, al passo con le più recenti e innovative tendenze della ricerca tecnologica…. Con Trieste Next la città di Trieste conferma il proprio ruolo di guida di una rete di enti pubblici, istituzioni d’eccellenza, e imprese attive in tutto il territorio del Nordest; la presenza dei Rettori delle Università di tutto il Triveneto, così come di un numero sempre crescente e qualificato di imprenditori di rilievo nazionale, fanno di questa manifestazione un esempio unico di connessione tra la ricerca e l’impresa, dove il trasferimento tecnologico alle aziende diviene realtà…L’auspicio adesso è che l’idea della creazione a Trieste del primo Salone del BioMed– come proposto da Antonio Paoletti – si possa concretizzare, grazie alla Camera di Commercio, all’interno del ‘contenitore’ Trieste Next.”

Da parte di chiunque abbia presenziato, cos’altro si potrebbe aggiungere? Ogni contesto civico propina il suo grado di “civiltà” attraverso le sue “manifestazioni”; da Trieste Next emerge chiaramente l’altissimo grado di evoluzione civica che ne è stata promotrice; essendo un riferimento da tenere in gran conto dall’Italia dove appare un diverso procedere a marcia inferiore.