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UN BUON 2025…SARA’ UN ANNO DI ERETICI?

Se chi legge si ferma al titolo di questo editoriale può, forse, sorprendersi. Perché formulo l’auspicio che il 2025 possa essere un anno di eretici?  L’ispirazione mi viene dalle parole di Don Luigi Ciotti e di Sant’Agostino. Parole alle quali aggiungo qualche mia riflessione in infinita modestia.   

Sappiamo che l’eretico è chi proclama con forza un proprio pensiero e che un’”eresia” è, pertanto, una scelta sia di credo sia di appartenenza tra fazioni religiose contrapposte.

Un eretico è, in buona sostanza, chi, in politica o in altro, nel modo di pensare e di giudicare, diverge dalle opinioni e dalle ideologie dominanti o da quelle accolte dal gruppo di cui fa parte.

E’, dunque, una parola dal significato che qualifica positivamente chi esprime il proprio pensiero con coraggio ma senza prevalicare, senza aggredire, mantenendo i toni del dialogo civile. Esattamente come nella Storia hanno fatto i grandi “contestatori” (santi, filosofi, politici, letterati, scienziati… lo stesso Gesù) che hanno dato la loro vita per indirizzare, manifestando sdegno verso le ideologie partitiche e impegno per il Bene, il cammino dell’Umanità verso i valori universali della Pace.

Sdegno e impegno, d’altra parte, sono considerati un’eresia quando la società naufraga nella fragilità, quando perde la memoria della propria storia, di quel tesoro che umanizza e arricchisce perché frutto del cammino di una civiltà che ha saputo manifestarsi attraverso la Cultura in tutte le sue declinazioni. Le parole di sant’Agostino esprimono pienamente cosa sia lo sdegno e l’impegno quando scrive che “la speranza ha due bellissimi figli che sono lo sdegno e l’impegno. Lo sdegno contro l’ingiustizia è ciò che fa male all’uomo; l’impegno per opporsi al male e cambiare le cose.

In origine il termine eresia non aveva connotazioni negative: con questo termine si indicavano scuole, correnti di pensiero, interpretazioni diverse rispetto a quella principale. Con il tempo, invece, il termine finì con l’assumere connotazioni negative ed eretico divenne colui che proprio a causa del suo pensiero non conforme doveva essere condannato a morte[1]. L’eresia dell’antichità apparve prima dello stato di diritto, in cui la legge regola, attraverso un Patto sociale, la convivenza civile.

Se nell’era dell’inquisizione l’eresia qualificava la dissidenza dentro e fuori il mondo cattolico, oggi possiamo ancora riconoscerne l’impronta, anche se, forse, con nomi diversi?

Il concetto di eresia ha assunto, nel corso dei secoli, significati diversi, che si sono sovrapposti.

L’Europa del Novecento e del nuovo secolo, con la crescita di diversi movimenti sociali, di violenza politica, stragismo fino alle migrazioni attuali, presenta società spaccate in cui la dialettica fra maggioranze e opposizioni, fra visioni opposte del vivere insieme, sono reciprocamente invalidate e spesso criminalizzate. In modo consapevole o meno si sta diffondendo un modo di pensare a senso unico, basato sullo schema amico-nemico, in cui quest’ultimo sembra corrispondere all’eretico di un tempo. Questo restare dentro una polarizzazione di ragionamento, sollecitata e modellata da talk show che ricercano audience attraverso la rissa, nega la complessità di un mondo spiegabile soltanto con categorie interpretative che si allarghino alla rete delle variabili, delle possibilità e della pluralità di cause.

Non vado oltre nella mia premessa, necessaria per far miei gli auguri formulati da Don luigi Ciotti nel 2014 ma, a mio avviso, di straordinaria attualità. 

– Vi auguro di essere eretici.

Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.

Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità.

E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia.

Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi.

Vi auguro l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell’impegno.

Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri. Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è.

Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa.

Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie.

Chi non pensa che la povertà sia una fatalità.

Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza.

Chi crede che solo nel noi, l’io possa trovare una realizzazione.

Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio.

Don Luigi Ciotti ( Congresso nazionale di Slow Food 2014)


[1] Si stima che l’Inquisizione romana abbia processato da 65.000 a 95.000 persone, mettendone probabilmente a morte da 1.200 a 2.000 circa (l’ultima sentenza capitale nel 1761 a Roma): numeri tuttavia inferiori a quelli delle due Inquisizioni iberiche.

Data:

1 Gennaio 2025

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