Slitta il consiglio di amministrazione di Alitalia, mentre, intanto, Intesa SanPaolo, uno dei principali azionisti con l’8,9% del capitale, assicura di «voler fare la propria parte». Inizialmente prevista per domani, la riunione del board è stata fissata per un esame e aggiornamento della situazione in vista dell’assemblea degli azionisti convocata per il 14 ottobre prossimo per approvare l’aumento di capitale da 100 milioni di euro, deliberato dal cda il 26 settembre scorso. Cambia la data e cambia anche la sede: invece del quartier generale dell’aviolinea a Fiumicino, il consiglio si svolgerà, infatti, a Milano. Un rinvio, spiegano fonti vicine alla compagnia, che sarebbe stato dettato da questioni organizzative.
Sono giornate cruciali quelle che sta vivendo Alitalia per scongiurare il default. Sul `dossier´ è sceso in campo il Governo che ha chiamato a raccolta, tra gli altri, i vertici della compagnia, le principali banche creditrici, Intesa SanPaolo e Unicredit, e i principali creditori quali Eni e Adr, con l’obiettivo di trovare una soluzione di sistema. Sul tavolo, come ha fatto sapere Palazzo Chigi, ci sono «diverse ipotesi» volte a superare l’attuale fase congiunturale, che saranno al centro di altre riunioni a stretto giro di posta, come oggi ha riferito il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. E in queste giornate i riflettori sono puntati sulle mosse che compiranno i principali attori in campo sul fronte della manovra finanziaria necessaria per il salvataggio dell’ex compagnia di bandiera. A cominciare da Intesa Sanpaolo. «Il nostro primo dovere come banca è tutelare l’integrità dei depositi. Non è nostro mestiere fare i vettori di trasporto aereo ma il nostro mestiere è quello di anticipare dei fondi alle imprese che hanno possibilità di sviluppo», ha detto oggi il presidente del consiglio di gestione di Intesa SanPaolo, Gian Maria Gros-Pietro. E «se Alitalia si dimostrerà come impresa che ha capacità di sviluppo noi faremo il nostro mestiere anche verso Alitalia».
«Noi – ha proseguito Gros-Pietro – auspichiamo una soluzione di tipo industriale che porti l’azienda a rispondere bene ai bisogni del sistema italiano che sono bisogni di viaggio sia per il business sia per il turismo – ha aggiunto – un sistema di trasporto efficiente è uno degli elementi di competitività di un Paese, noi ci auguriamo che la soluzione della crisi vada verso un vettore capace di essere efficace ed efficiente». Il cda del 26 ottobre ha varato un mini aumento di capitale da 100 milioni di euro cui vanno ad aggiungersi i 55 milioni per il completamento del prestito convertibile, varato l’inverno scorso. L’altro caposaldo della manovra finanziaria è quello dei rifinanziamenti da parte del sistema bancario, dove il fabbisogno della compagnia si attesterebbe intorno ai 300 milioni. Il tutto mentre Air France-Klm, che non ha votato l’aumento di capitale, sta a guardare alla finestra, pronta ad agire quando lo scenario soddisfi quelle «condizioni molto severe», come le ha definite il suo ad Alexandre de Juniac, per poter intervenire.
Durante l’incontro a Palazzo Chigi, per stabilire le sorti della compagnia Alitalia (intorno al tavolo il presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro dimissionario dei Trasporti, Maurizio Lupi, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, oltre al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Filippo Patroni Griff) per la compagnia aerea erano presenti sia il presidente, Roberto Colaninno, sia l’amministratore delegato, Gabriele Del Torchio. Un’ esperienza che “certamente”, per il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, verrà ripetuta nel corso della settimana con altri incontri dedicati al dossier Alitalia.
Poi, la conferma da parte di un socio importante come Intesa Sanpaolo, che è pronta a fare la propria parte per il rafforzamento patrimoniale di Alitalia. Lo ha detto il presidente del Consiglio di Gestione della banca, Gian Maria Gros-Pietro. “Noi anticipiamo i soldi ad aziende che hanno possibilità di sviluppo. Se Alitalia si dimostrerà tale faremo il nostro dovere anche verso questa società”.
Intanto da Air France-Klm arriva la notizia che la compagnia francese è pronta a venire in soccorso di Alitalia, ma solo se saranno soddisfatte le condizioni che ha posto. Dall’integrazione potrebbe nascere “una grandissima compagnia europea”. Lo ha spiegato il numero uno del gruppo franco-olandese Alexander de Juniac in un’intervista pubblicata dal sito internet di Les Echos. “Le nostre condizioni sono molto stringenti. Se saranno soddisfatte, sono pronto ad andare avanti”, ha detto de Juniac, senza per altro precisare di che condizioni si tratti. “Se Alitalia con noi si dà i mezzi per svilupparsi in modo sostenibile a medio e lungo termine, noi la accompagneremo nel cammino di riconquista”.
Tornando alle mosse del governo, “nel corso della riunione – si è letto in una nota diffusa al termine dell’incontro di ieri – si è svolto un confronto sulla situazione di difficoltà della compagnia di trasporto aereo discutendo con spirito costruttivo, sulla base del piano rappresentato dal presidente e dall’amministratore delegato, diverse ipotesi volte a consentire il superamento dell’attuale fase congiunturale”.
Il premier Enrico Letta, nonostante la delicata situazione politica, ha riunito insieme i vertici della compagnia, le banche e i fornitori, chiedendo uno sforzo per evitare che la situazione di cassa precipiti. E punta soprattutto alle banche, alle quali vengono chiesti oltre 300 milioni (la liquidità necessaria indicata dal piano industriale).
Il tempo infatti stringe: dopo il ’no’ dei francesi all’aumento di capitale da 150 milioni, giovedì tornerà a riunirsi il cda, in vista dell’assemblea dei soci del 14 ottobre che dovrà varato l’operazione. Il governo vorrebbe capire che intenzioni abbiano le banche coinvolte nell’operazione (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi e la Banca Popolare di Sondrio) in vista del cda di giovedì prossimo.
“Abbiamo notato – ha spiegato il ministro dello Sviluppo economia, Zanonato – una grande disponibilità da parte delle banche ad accogliere l’appello del premier Letta. Stiamo cercando una soluzione per superare le attuali difficoltà finanziarie e attuare il piano di risanamento di Del Torchio e consentire ad Alitalia di discutere il proprio futuro senza difficoltà e pressioni”.
Sindacati e politici nei giorni scorsi hanno richiesto l’intervento del governo preoccupati dai numeri della compagnia, che nei primi sei mesi dell’anno ha accumulato una perdita di quasi 300 milioni di euro e si trova in cassa una liquidità di appena 128 milioni.
Il tavolo, conclude la nota, si riunirà nuovamente all’inizio della settimana prossima “in considerazione della situazione politica”.