Evidentemente era stato tutto programmato. Prima la decisione di eliminare la Facoltà dei Beni Culturali a Taranto. Dopo, a sorpresa, anche la decisione del Ministro Franceschini di trasferire la Sopraintendenza Archeologica da Taranto a Lecce. Questa iniqua ed offensiva azione contro la città di Taranto a cui si è opposto il Consiglio comunale, appare più un complotto ordito dietro le quinte che una vera e propria decisione intrapresa dopo debita consultazione con le autorità tarantine preposte alla gestione dell’ente governativo. Come si evince dal messaggio che il presidente dell’associazione culturale ‘ Gruppo Taranto’, il preside Aldo Perrone, ha ricevuto il giorno 3 febbraio dal Consigliere Regionale Gianni Liviano, il lunedì successivo alle ore 12,30, questi si sarebbe dovuto incontrare a Roma con il Capo della segreteria del Ministro Franceschini presumibilmente per discutere della faccenda Sopraintendenza, incontro però che viene rinviato con altro messaggio per sopraggiunti impegni.
Doverosa è stata la riflessione del Consigliere Liviano il quale ha preso atto del rinvio con estrema diffidenza verso le reali motivazioni che lo hanno determinato perché, purtroppo, come sempre accade nel nostro civile paese e ancor più nella consuetudine di una politica irrispettosa nei confronti di città e cittadini posti geograficamente a sud della penisola italiana,le questioni che riguardano il bene comune vengono quasi sempre trattate con totale ‘menefreghismo’ per usare un termine politicamente scorretto ma efficace, da chi dovrebbe rappresentare le Istituzioni con equanimità, educazione e volontà di dialogo tenendo lontano dai propri doveri di ministro la tentazione di prevaricare con le proprie manipolazioni i diritti di una città che per più di un secolo detiene l’ufficio della Sopraintendenza Archeologica.
In un incontro presso organizzativo di più componenti del movimento di protesta , Aldo Perrone esprime la sua amarezza sulla debole volontà di spronare i cittadini alla mobilitazione e al dissenso per l’offesa che continuamente vien fatta alla Città di Taranto . Non bastano, sostiene Perrone, gli inviti culturali o le sollecitazioni per far comprendere ai benemeriti della città la gravità delle azioni e decisioni contro la città che viene usata solo quando serve senza alcun riguardo per le diverse categorie lavorative, che non solo di carbone e di aria inquinata devono riempire i loro polmoni ma soprattutto di quell’aria fresca e pulita che la cultura, la storia e la grande area archeologica di cui Taranto è degna rappresentante in Puglia e nel mondo riescono ad emanare anche solo passandole accanto per ricordarci chi era Taranto e quale ruolo ha occupato e potrebbe ancora occupare nelle relazioni internazionali e nello stesso Mediterraneo. Aldo Perrone auspica e chiede a tutti collaborazione e organizzazione , soprattutto a quella destra che non ha preso posizioni contro il decreto del Ministro, per ‘istruire una forte macchina del dissenso ‘ portando in piazza tutta la cittadinanza. Le emittenti televisive collaborino per realizzare marce di protesta alla decisione di Franceschini perché non c’è arma più vincente di quella che sollevi le piazze. L’aver il Ministro rimandato l’incontro è segno evidente che qualcosa di non chiaro bolle in pentola perché il coraggio di parlare faccia a faccia con i rappresentati della parte lesa, ossia Taranto, è mancato e meno se ne parla meglio è per il successo dell’intera operazione , ovviamente a favore della città di Lecce.
In questa vicenda non sono mancate le premonizioni. Come detto, si è proceduto alla eliminazione della facoltà dei beni culturali prima ma nessuno aveva immaginato che il passo successivo sarebbe stato anche quello di togliere a Taranto la sede della Sopraintendenza . Certo, la passività di un sindaco come Stefano non fa onore ad una città che non reagisce perché scendere in piazza con un cartello in mano sarebbe dovere del Primo Cittadino. Sì, il Consiglio comunale ha votato un documento contro l’idea di Franceschini. Ma non basta: qui, ora, bisogna mobilitarsi. Anche le autorità comunali tutte.