Traduci

UN VIAGGIO IN TRENO MILANO-PALERMO

Ancora pochi minuti e si parte. La giornata è buona, un ricco sole quasi primaverile colpisce le grandi vetrate di questo lungo treno dando luce e calore al suo interno. Fuori è un brulicare di persone che si muovono come in una istantanea dai colori vivi, intensi, brillanti. La stazione Centrale di Milano viene lentamente lasciata alle spalle ed inizia così l’avventura che percorrerà l’intero stivale permettendoci di degustare virtualmente il patrimonio vinicolo italiano. Potremo vedere come il paesaggio si vada modificando sotto il nostro attento sguardo dando origine di volta in volta a sensazioni visive di grande riconoscenza per questo territorio unico ed irripetibile.

cms_33588/p1.jpg

La Franciacorta è il primo panorama che ci accoglie, donandoci immediati pensieri benevoli assecondati da un ricordo di bollicine festanti. Quest’anno l’arrivo del nuovo anno è stato accolto da calici di un sinuoso Saten che ha reso il countdown un momento quasi di disturbo, concentrati come eravamo sul nostro calice propiziatorio di inizio anno nuovo. La Lombardia lascia spazio all’Emilia Romagna, che si presenta con vigneti ai lati dei binari quasi ad accompagnarci in questo viaggio. La nostra mente si lascia andare al più espressivo prodotto del territorio, il Lambrusco, che con i suoi richiami di fragola, lampone e ciliegie ci permette di estraniarci dal mondo circostante per “volare” nella versione frizzante, immersi in una moltitudine di storia che riporta a noi quasi 2000 anni. Il treno viaggia ad una velocità di circa 240 km orari, è un diretto, fa pochissime fermate e la sensazione che si prova è quella di percorrere l’Italia tornando alle origini.

I binari lineari, paralleli, lisci ci portano in Toscana, regione emblema della viticoltura italiana che ha contribuito, con i suoi prodotti, a far conoscere il nostro paese nel mondo. Le colline si susseguono elegantemente, i paesaggi diventano ricchi di casolari circondati da vigneti in bella mostra. Non ho fatto in tempo a degustare il Lambrusco che già mi trovo circondato dal Brunello di Montalcino. Questo Sangiovese Grosso è in grado di ammaliare i palati più fini rendendo piacevole qualsiasi compagnia, anche le più sgradite. Mentre attraversiamo la Toscana incontriamo il Chianti Classico, vino nobile dal colore rosso rubino brillante tendente al granato. Al gusto si presenta sapido con una vellutata morbidezza nelle versioni più affinate. Sono lontani gli sfarzi delle famiglie nobili toscane ma questo paesaggio le racchiude ancora donando allo sguardo morbide colline, sontuosi castelli e ordinati vitigni.

cms_33588/p2.jpg

Si avvicina la verde Umbria, in un attimo stiamo passando sotto lo sguardo vigile della città di Orvieto che dall’alto della sua posizione scruta il nostro treno con umile e paziente attenzione. I richiami ai suoi prodotti sono immediati, dall’Orvieto DOC, al rinomato Sagrantino di Montefalco DOCG, passando per il Grechetto ed il Trebbiano Spoletino. Ecco che entriamo nel Lazio, il paesaggio cambia ancora, si modifica in una continua evoluzione storica. Il treno fa tappa nella stazione di Roma Termini e l’idea di degustare un Roma DOC si fa più concreta. Il Consorzio di Tutela, nato nel 2011, promuove la produzione dei vitigni tradizionalmente coltivati che vanno dalla Malvasia del Lazio, al Bombino, il Trebbiano, il Cesanese, il Montepulciano ed il più conosciuto Sangiovese. Tutti vini si presentano di buona struttura e con un equilibrio gustativo interessante. Peccato non potersi fermare ad assaggiare qualcosa poiché la Campania è alle porte e già si percepiscono i profumi della Falanghina, del Fiano di Avellino, dell’Aglianico e del suo affinamento in botte per almeno 3 anni, che gli consente di essere rinominato nell’austero Taurasi DOCG, vino tra i più grandi rossi al mondo.

Il treno prosegue la sua corsa avvicinandosi sempre più alla costa tirrenica. I paesaggi diventano più scontrosi, con rocce a picco sul mare. Dai finestrini si notano le insenature e le onde del mare si infrangono sugli scogli, oggi il mare è agitato e qualche schizzo mi raggiunge, questa spuma chiara, profumata, fresca mi ricorda che siamo in Calabria, regione dalle mille sfaccettature, regione dove puoi andare dalla montagna al mare in un’ora di auto, regione in grado di produrre vini con aromi intensi, freschi, con buona sapidità. Il vitigno a bacca bianca Pecorello, così come il Greco Bianco ed il Montonico, racchiudono tutto questo donando animo gioviale caratterizzato da un terreno che della storia ha assunto le forme, non a caso siamo all’interno della Magna Grecia riconducibile all’VIII secolo A.C. Per i vini rossi si fanno strada il Gaglioppo, il Greco Nero ed il Nerello Cappuccio e Mascalese, tutti vini di importante struttura che ricordano la forza di questo territorio.

cms_33588/p3.jpg

Ci lasciamo la Calabria alle spalle per approdare nella più grande delle isole italiane e del Mediterraneo, la Sicilia. Il nostro viaggio termina nel capoluogo, a Palermo. Sceso dal treno vengo accolto da aromi marini, con una freschezza preponderante ma al contempo si percepiscono note calde. La Sicilia genera vini di indubbia bellezza, il Grillo, il Grecanico, il Catarratto, l’Inzolia, per i bianchi, fino al Frappato, il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese per i vini rossi. Degustare un vino bianco siciliano equivale a sognare il mare ad occhi chiusi mentre i rossi esprimono carattere indiscusso e longevità d’animo.

Che bel paese l’Italia che ci consente viaggi nel tempo e nello spazio senza scendere da un treno in corsa, mentre assorti nei nostri pensieri ci dirigiamo alla meta, ma questa volta mi fermerò a degustare un vino siciliano prima di riprendere il mio viaggio nella vita.

Buona degustazione.

Autore:

Data:

20 Febbraio 2024