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UNA BELLA RESISTENZA – La storia di Andrea Schivo  nel libro di Daniele Aristarco

Un ossicino di pollo. Questa era la prova, non solo della generosità di Andrea ma anche del suo coraggio. E di una disubbidienza che poteva costargli la vita.

Andrea Schivo era un uomo gentile, di saldi principi. Ma non pensava di essere un eroe. Era stato ferito durante la

prima guerra mondiale e per questo si era guadagnato un posto da agente di custodia. Dopo numerose destinazioni in diversi carceri, ormai quasi cinquantenne fu trasferito a S. Vittore a Milano. Avrebbe solo voluto una vita tranquilla, ma la Storia prese il sopravvento: nel 1943 le SS presero possesso di San Vittore e una parte del carcere divenne un campo di concentramento dove venivano rinchiusi detenuti politici ed ebrei in attesa di deportazione.

Le condizioni erano durissime, tra privazioni, sevizie e torture. Andrea non era indifferente a quell’orrore ma non poteva fare molto, se non portare un po’ di umanità e conforto ai prigionieri. Così riferiva messaggi e portava cibo di nascosto: pane, uova, marmellata. Ma fu un ossicino di pollo trovato in una cella a tradirlo.

Le persone a cui aveva portato il pollo non avrebbero mai voluto rivelare il suo nome, ma non riuscirono a resistere alle torture cui furono sottoposti.

E così Andrea Schivo fu arrestato e rinchiuso nello stesso carcere in cui lavorava, per poi essere deportato in un campo di concentramento in Germania.

Dove morì nel gennaio 1945. Colpevole di essere rimasto umano in uno dei momenti più atroci della nostra storia.

Non conoscevo la storia di Andrea Schivo fino a pochi giorni fa, quando ho letto il libro di Daniele Aristarco “Una bella resistenza”, Mondadori, 2023, una preziosa scoperta di persone straordinarie che hanno veramente liberato l‘Italia

Data:

26 Agosto 2024

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