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UNA SEMPLICE GOCCIA

Da tempo numerosi ghiacciai alpini sono scomparsi lasciando il posto a detriti e rocce. Il bosco colonizza suoli un tempo perennemente gelati, e la pietra nuda affiora là dove c’era il ghiacciaio. Il rapido ritirarsi delle fronti glaciali è una perdita di panorami e paesaggi emozionanti, oltreché di importanti riserve di acqua dolce.

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Ma tant’è. Sui nostri amati monti innevati, ghiacci sempre più esili luccicano solo sulle vette alpine. Vette che interrogano antichi silenzi, la loro presenza nel visibile e nel teatro dell’interiorità, il loro legame con il mostrarsi del paesaggio, della luce e delle ombre, con le forme del desiderio e del ricordo.

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Da una coltre inimmaginabile di ghiaccio, carica di anni, non vista, una goccia si stacca, reca con sé una energia straordinaria, inarrestabile, travolgente. Assieme ad una miriade di altre goccioline, scivola con agilità tra spigoli di roccia, precipita fragorosamente da orridi altissimi, liscia ostinatamente superfici in apparenza inattaccabili, raggiunge destinazioni lontane e ignote, seppure riscaldate e finalmente accarezzate dalla medesima fonte.

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Da sotto un ghiacciaio si scioglie l’inizio.

Nel profondo sta la sorgente, anche quella dei fiumi più grandi, più maestosi. Tutto inizia dal poco, quasi dal nulla: una semplice goccia. Tutto si cela nel non appariscente. Ma, è necessaria la “passione” per scrutare, per vedere, per afferrare e comprendere.

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Il coraggio, l’intraprendenza, la temerarietà sono le condizioni che consentono di inseguire tutto ciò che è elevato, vero, buono e bello. Se non si sta osando, spesso non si vive davvero: un giorno a venire, forse, soffriremo per quanto è rimasto intentato e non per quanto è stato sbagliato. Nelle difficoltà scopriamo spesso il meglio di noi stessi e i momenti felici affiorano dall’altro lato della paura.

Siamo spesso impreparati ad affrontare ciò che ci è dato di vivere. Tutto diventa possibile nella misura in cui ci si lascia condurre verso quanto non è misurabile, non è calcolato, è certamente ignoto.

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Non c’è una motivazione ragionevole che possa giustificare l’ostinazione di voler raggiungere, verso l’alto, la sorgente di un fiume.

Andare a vedere, sotto la glaciale coltre perenne, la piccola goccia che in silenzio si stacca non è follia, ma riconoscere e portare dentro di sé ciò che a tutti appartiene e rende possibile l’esistere di ciascuno.

Complicità e solitudine, evidenza e nascondimento, coraggio e discrezione, restano le note dominanti di una vita obbediente alla voce interiore che invita a desiderare, inseguire, abitare tutto ciò che è elevato, bello, buono. E’ uno slancio intimo che spinge a non accontentarsi della mediocrità, delle mezze misure, delle blande responsabilità, delle mediazioni convenienti, dei traguardi accomodanti.

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Chi si innalza verso l’Alto, mosso dalla ricerca della conoscenza, reca con sé appagamento interiore e nuove motivazioni, Chi insegue insaziabile tutto ciò che rende bello, buono, significante, significativo il vivere, viene dall’alto, si china verso il basso, accoglie tutto come un dono e restituisce ogni cosa trasformata dalla gratitudine, dalla riconoscenza.

Nulla resta immutato. Tutto cambia e si trasforma, nel desiderio di bene e bellezza, nell’aspirazione di quanto è degno di essere vissuto, secondo la misura della temerarietà e nello stesso tempo della fragilità.

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Ogni stagione della vita, anzi proprio solo quella che si sta vivendo è quella giusta. Non c’è una stagione migliore della precedente o di quella che si attende. Non verrà dopo. L’attimo presente, non altro, è il tempo giusto per vivere, per consumare con gusto e soddisfazione l’esistenza che abbiamo tra le mani. Non c’è un tempo diverso, migliore, più favorevole.

E’ questo presente, il tempo giusto. E’ questo il momento favorevole.

Talvolta si è talmente dentro alla vita da esserne esattamente superati, ma proprio il particolare consente di scorgere, cogliere, afferrare quanto non è evidente, non è comprensibile, non è raggiungibile.

“La vita è come un’opera di teatro che non ha prove iniziali… – considerava il grande Charlie Chaplin – quindi canta, ridi, balla, ama, piangi e vivi intensamente ogni momento della tua vita… prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi”.

(Servizio fotografico realizzato da Marina Tarozzi)

Data:

30 Settembre 2022